Programma - Regione Emilia-Romagna
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sgravio fiscale alle imprese) o s’inquadrano in quello finalizzato alla liberalizzazione di<br />
numerosi mercati protetti.<br />
Le misure mirate a favorire la ripresa, tuttavia, non sono tali da compensare, per lo meno a<br />
breve, gli effetti depressivi della politica fiscale e l’Italia mostra per il 2012 una riduzione<br />
dell’1,7% del PIL, flessione da ricondursi dal lato della domanda alla contrazione degli<br />
investimenti e della spesa per consumi (in particolare per il comparto delle famiglie). Pur<br />
risentendo del rallentamento della domanda, le esportazioni italiane continuano a crescere<br />
nel 2012 e dovrebbero evidenziare un’accelerazione nel biennio seguente. Il miglioramento<br />
del quadro internazionale e l’efficacia di misure di sostegno alla crescita, infatti, dovrebbero<br />
spingere il PIL italiano ad aumentare dello 0,2% nel 2013, anno in cui resterà ancora<br />
negativa la dinamica dei consumi, mentre per l’anno seguente una crescita dell’economia<br />
pari all’1,5% è supportata da un andamento positivo di tutte le componenti della domanda.<br />
Per l'<strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> si prospetta uno scenario relativamente più favorevole rispetto a quello<br />
nazionale, in funzione della sua migliore capacità competitiva, della sua maggiore apertura<br />
all’estero e del processo di riorganizzazione delle sue imprese. Nel 2012 il PIL regionale<br />
dovrebbe contrarsi dell’1,5%, così come di minore entità rispetto alla media italiana dovrebbe<br />
essere la riduzione delle componenti della domanda interna, in particolare degli investimenti<br />
(-3,0% nella regione rispetto al -3,8% dell’Italia).<br />
Anche il recupero previsto per il biennio 2013-2014 in <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> si profila più<br />
consistente, seppur di poco, rispetto alla media nazionale. Il più elevato grado di propensione<br />
all’export permette alla regione di avvantaggiarsi più rapidamente del rasserenamento del<br />
clima internazionale (europeo in particolare) e l’accelerazione delle esportazioni incide<br />
positivamente sull’andamento degli investimenti, supportati anche dalla graduale distensione<br />
delle tensioni sui mercati creditizi che dovrebbe registrarsi in corso d’anno a seguito delle<br />
recenti decisioni della Banca Centrale Europea.<br />
Per ciò che concerne il mercato del lavoro, l’<strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> evidenzia, di nuovo, una<br />
situazione migliore della media italiana: nel 2011, in un contesto nazionale caratterizzato da<br />
una flessione dell’occupazione, la regione presenta un incremento che consente al tasso di<br />
disoccupazione, già decisamente inferiore a quello dell’Italia, di diminuire di 0,7 punti<br />
percentuali. Tuttavia il recupero occupazionale dalle perdite subite a seguito della grande<br />
recessione trova una battuta d’arresto nel 2012, anno in cui la situazione di debolezza<br />
dell’economia regionale contribuirà ad una riduzione dell’occupazione e ad un parallelo<br />
aumento della disoccupazione. Per i due anni a seguire il processo di riequilibrio del mercato<br />
del lavoro e di riassorbimento di disoccupati e cassaintegrati resterà comunque piuttosto lento. Gli<br />
occupati in <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>, nuovamente, cresceranno più di quanto facciano in Italia, grazie<br />
alla maggiore presenza di imprese che esportano e che quindi beneficiano di una domanda<br />
relativamente più vivace.<br />
Anche per la <strong>Regione</strong> <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>, coerentemente con quanto è nella tradizione della<br />
politica regionale, si pone la necessità di cercare, attraverso giuste azioni di “Politica<br />
industriale e territoriale”, di supportare il sistema economico per evitare che le incertezze<br />
sull’evoluzione della complessa situazione internazionale compromettano anche le imprese<br />
in grado di competere con successo.<br />
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