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Programma - Regione Emilia-Romagna

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e includenti quindi gran parte delle regioni occidentali tedesche, l’Olanda, la Danimarca, il<br />

sud della Svezia, qualche regione orientale della Francia, il Nord Italia e poche altre regioni in<br />

altri paesi. Questo asse rappresenta il cuore dell’industria europea e il motore della sua<br />

competitività. L’<strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> ne rappresenta la punta estrema meridionale, e da essa si<br />

diramano, ad intensità industriale via via decrescente, le regioni del Centro Sud della fascia<br />

adriatica e della fascia tirrenica.<br />

L’industria manifatturiera rappresenta il 25% dell’occupazione ed il 25% del valore aggiunto<br />

regionale. Considerando l’industria in senso ampio, inclusiva cioè anche delle attività<br />

estrattive e delle costruzioni si giunge al 32% in termini di occupazione ed il 31% del valore<br />

aggiunto. Considerando infine i servizi direttamente legati alla produzione, in particolare, la<br />

logistica, l’intermediazione commerciale, l’informatica e i servizi alle imprese, si giunge al<br />

67% del valore aggiunto regionale.<br />

Gran parte del resto dell’economia regionale (finanza, commercio al dettaglio,<br />

intermediazione immobiliare, servizi alle persone e servizi pubblici) sono fortemente<br />

dipendenti, anche se indirettamente, dall’andamento del valore aggiunto e dell’occupazione<br />

generati dal sistema industriale e dai servizi ad esso connessi, con le sole eccezioni del<br />

turismo, in parte dell’agricoltura, e di poche altre attività terziarie pubbliche e private.<br />

All’andamento dell’industria, alla sua capacità di mantenersi competitiva e di generare valore<br />

aggiunto e occupazione si lega quindi in modo determinante il clima socioeconomico della<br />

regione, il suo grado di attrattività e di coesione sociale, il suo livello di benessere.<br />

Nel contesto competitivo attuale, tale capacità trainante del sistema industriale si lega<br />

a sua volta, principalmente, all’innovazione tecnologica, all’impegno in ricerca e<br />

sviluppo, al coinvolgimento di nuove competenze innovative anche nel campo<br />

dell’organizzazione, della comunicazione e della creatività.<br />

Dal punto di vista del livello tecnologico, l’<strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>, seguendo le classificazioni<br />

internazionali, si distingue principalmente per la sua vocazione nell’ambito dei settori a<br />

medio-alta tecnologia, sia nell’occupazione, ma ancora di più nelle esportazioni. La <strong>Regione</strong><br />

<strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> non si distingue in modo particolare rispetto alle grandi regioni italiane,<br />

analizzando questi dati in termini percentuali. La specializzazione di base in diverse filiere<br />

tradizionali rende difficile cogliere il livello di innovazione implicito anche in prodotti di per sé<br />

classificati come a medio-bassa o bassa tecnologia. A questi dati percentuali bisognerebbe<br />

aggiungere gli indicatori riguardanti i livelli assoluti di attività e di propensione all’export, in<br />

entrambi dei quali l’<strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> si trova al primo posto.<br />

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