Programma - Regione Emilia-Romagna
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<strong>Programma</strong> Operativo 5 - SVILUPPO TERRITORIALE E<br />
ATTRATTIVITÀ<br />
Premessa<br />
In <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>, l’attenzione alla diffusione territoriale dello sviluppo è sempre stata molto<br />
alta. La caratteristica di essere una regione a carattere policentrico, nonostante<br />
l’accentramento di funzioni sul polo bolognese (logistiche, amministrative e accademiche, in<br />
particolare), e il fatto di svilupparsi su un baricentro lineare (la via <strong>Emilia</strong>) ha favorito uno<br />
sviluppo a maglie larghe che si è concretizzato in specializzazioni produttive a volte estese<br />
su diverse province se non su tutta la regione, con alcuni casi di forte specializzazione<br />
concentrata localmente (i vecchi distretti industriali).<br />
Negli ultimi anni si è registrato un significativo rafforzamento del tessuto delle imprese medie<br />
e medio - grandi e dei piccoli gruppi industriali. Una evoluzione dettata dalle esigenze di un<br />
mercato globalizzato e dalla spinta all’innovazione, che ha spesso cambiato gli equilibri nei<br />
sistemi locali. Diversi studi hanno dimostrato che queste imprese, pur internazionalizzandosi<br />
dal lato commerciale, produttivo e delle reti di fornitura, hanno continuato a mantenere un<br />
forte radicamento territoriale, legato al modo di produrre in rete, a rapporti di fiducia e al<br />
riconoscimento delle competenze accumulate. Al tempo stesso, questa evoluzione<br />
dimensionale è tale da garantire da un lato le condizioni minime per sviluppare funzioni pre e<br />
post produttive, dall’altro consente di mantenere in buona parte condizioni di flessibilità e<br />
adattabilità a livello organizzativo. Spesso però proprio queste imprese hanno avuto difficoltà<br />
nella gestione del loro sviluppo e del cambiamento di governance interna e molte di esse, a<br />
seguito di tali difficoltà, sono passate sotto il controllo di gruppi esterni o di fondi di<br />
investimento. La crisi iniziata nell’autunno del 2008 ha accentuato questo fenomeno, che ora<br />
rappresenta uno scenario abbastanza nuovo per il tessuto produttivo regionale. Si presenta<br />
quindi il problema di come mantenere il radicamento locale delle produzioni, promuovere la<br />
crescita e l’attivazione di reti sul territorio.<br />
Altro aspetto fondamentale delle reti territoriali è rappresentato dal settore dei servizi alle<br />
imprese e del terziario avanzato, anche professionale in genere. Il fabbisogno di servizi da<br />
parte delle imprese industriali è in continuo aumento, sia per quanto riguarda gli aspetti legati<br />
alla logistica e alla comunicazione, sia per quanto riguarda l’innovazione, l’organizzazione,<br />
l’immagine, il marketing. Da varie analisi risulta che il terziario regionale, benché in crescita,<br />
non presenta sufficienti livelli di competitività e di apertura internazionale e ciò determina una<br />
rilevante acquisizione di servizi dall’estero o da Lombardia, Piemonte e Lazio. Per rafforzare i<br />
sistemi produttivi locali e le filiere produttive è necessario che i settori dei servizi alle imprese<br />
rafforzino la loro competitività e la loro presenza sui mercati.<br />
Rispetto al settore dei servizi, le città, i processi di riqualificazione, la mobilitazione delle<br />
istituzioni, le azioni per l’attrattività giocano un ruolo importante con effetti sullo sviluppo delle<br />
industrie immateriali essenziali per la competitività regionale.<br />
In generale quindi, l’impatto territoriale dello sviluppo si manifesta con le seguenti criticità:<br />
un generale bisogno di rafforzamento e razionalizzazione delle infrastrutture critiche<br />
per l’innovazione e l’apertura internazionale dei sistemi locali nel contesto regionale;<br />
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