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Programma - Regione Emilia-Romagna

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caratterizzato questa industria, anche in questo caso con una perdita di conoscenze e<br />

competenze. La diversificazione produttiva e l’integrazione fra imprese è stato un fattore<br />

rilevante di crescita sia per mantenere elevati tassi di occupazione sia nel favorire i processi<br />

di diversificazione e innovazione produttiva.<br />

Per quanto riguarda le filiere più influenzate dalla domanda interna, a fronte di prospettive<br />

non particolarmente positive per questo indicatore e di scelte non ancora chiare in materie di<br />

politiche per lo sviluppo a scala europea e nazionale, si tratta di favorire processi di<br />

rafforzamento della capacità innovativa e di internazionalizzazione delle imprese, in un<br />

contesto in cui prevedibili sono trasformazioni di assetti organizzativi. Nelle costruzioni è<br />

necessario lo sviluppo di nuove modalità di intervento edilizio, più attento alla riqualificazione<br />

urbana ed alla sostenibilità, che ora trovano anche un limite nella estrema frammentazione<br />

del comparto e nell’assenza di reti fra imprese efficaci. Nell’agroalimentare, non<br />

diversamente da altri ambiti regionali, il tema centrale è il rafforzamento degli elementi di<br />

relazione fra i partecipanti alla filiera, oltre che una capacità di valorizzare eccellenze e<br />

peculiarità del territorio regionale. Nel campo della salute, le prospettive sono sicuramente<br />

interessanti e richiamano alla capacità di porre a sistema gli sforzi nel campo<br />

dell’innovazione e del trasferimento tecnologico con l’obiettivo di rafforzare o far nascere<br />

nuove specializzazioni e nuovi settori. Notevoli sono inoltre le prospettive nel campo dei<br />

servizi collegati alla salute. Per tutti questi ambiti di cruciale importanza è la domanda<br />

pubblica in termini di volumi, ma in questo momento anche con riferimento alle scelte di<br />

public procurement o di regolazione innovativa.<br />

Questi processi devono guardare con grande attenzione alle prospettive dell’economia verde<br />

(cosa che in parte stà già avvenendo) e a quelle di integrazione e maggiore relazione con i<br />

settori culturali e creativi (intesi come motori fondamentali della crescita di nuovi<br />

prodotti/servizi) e con il mondo del terziario di elevata specializzazione. La riorganizzazione<br />

del manifatturiero delinea nuovi modi di produrre beni e servizi: una nuova industria che<br />

inevitabilmente ha bisogno di servizi al produttivo di altissima qualità.<br />

Il quadro che emerge dall’analisi delle filiere è che il territorio dell’<strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> si<br />

caratterizza, ancora e diversamente da altre forti regioni europee, per il posizionamento su<br />

un’ampia gamma di prodotti, mostrando di saper coniugare specializzazione e<br />

diversificazione produttiva, nonché di saper affrontare produzioni a elevata<br />

E l’aspetto che ha caratterizza i processi di ristrutturazione in corso (in un contesto già<br />

estremamente diversificato per prodotti e tipologie di imprese) è la crescente<br />

differenziazione fra le imprese all’interno delle filiere e la riproposizione di una centralità delle<br />

relazioni tema delle relazioni formali ed informali fra le imprese (ad es. di rilievo appare<br />

l’esigenza di favorire maggiori contatti fra manifatturiero e servizi alla produzione ad alto<br />

contenuto specialistico).<br />

La capacità di intercettare queste esigenze e/o esplicitare le domande è pre-requisito<br />

fondamentale per la messa a punto di politiche per l’innovazione, il sostegno alla creazione di<br />

reti e per la stessa promozione internazionale, soprattutto per quei prodotti (come, ad es., la<br />

componentistica) che a differenza dei beni finali di consumo non hanno un’elevata visibilità,<br />

ma hanno un rilevante peso in termini di produzione.<br />

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