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Programma - Regione Emilia-Romagna

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sistemica, ovvero di sistemi di relazioni fra imprese specializzate in lavorazioni di fase e<br />

componenti e i produttori di beni finali e complesse connessioni fra sistema manifatturiero e<br />

industrie di servizio. Numerose microimprese, spesso di tipo artigianale, affiancano un<br />

altissimo numero di piccole e medie imprese, in diversi casi leader di nicchie di mercato, a cui<br />

si aggiungono circa 300 imprese di grandi dimensioni con oltre 250 addetti. Tutte insieme<br />

compongono un sistema produttivo in cui le imprese maggiori possono trovare il sostegno di<br />

un’eccellente rete di subfornitura e di servizi dedicati che, a loro volta, contribuiscono a farne<br />

crescere la spinta innovativa.<br />

Questa organizzazione della produzione rende il sistema sempre più interconnesso tanto da<br />

risultare difficile distinguere con precisione i settori ed assegnare un’impresa ad un comparto<br />

piuttosto che ad un altro.<br />

Per cogliere non solo la dimensione settoriale ma anche quella di carattere sistemico si è<br />

deciso di adottare come riferimento delle analisi del sistema produttivo e dei percorsi di<br />

confronto che hanno caratterizzato la formazione di questo programma, un approccio per<br />

filiere produttive. La chiave più strettamente settoriale viene mantenuta nel caso di industrie<br />

che presentano caratteri di trasversalità rispetto alle filiere tradizionali e che trovano una<br />

particolare crescita in ragione di una domanda emergente (è il caso della cosiddetta green<br />

economy) o di caratteri che ne fanno convergere le dinamiche di crescita (come ad esempio<br />

le industrie culturali e creative). La necessità di realizzare focus sui servizi trova invece<br />

ragione nella consapevolezza della necessità di evidenziare i tratti specifici di crescita di<br />

questi settori, abbandonando la lettura che li vede come semplicemente accessori a quella<br />

industriale, ed evidenziarne alcuni tratti di specificità.<br />

Il concetto di filiera, come altri di uso comune in economia, manca di elementi definitori<br />

univoci. In senso lato, fa riferimento a tutte le attività che si articolano lungo la catena della<br />

formazione del valore di un determinato prodotto/servizio.<br />

Il riferimento principale è rappresentato dai rapporti tra imprese di tipo fornitore/cliente che<br />

consentono di giungere, a partire dalle materie prime e dai semilavorati, ai beni o ai servizi<br />

utilizzati dal consumatore finale (o dal consumatore intermedio nel caso di beni di<br />

investimento).<br />

L’attività analitica di ricostruzione delle filiere produttive a partire dalle banche dati disponibili<br />

presenta alcuni importanti limiti:<br />

a) non sempre è disponibile un livello di disaggregazione dei dati che consenta di attribuire<br />

in modo univoco un gruppo di imprese alla filiera.<br />

b) diverse attività, essendo destinate ad una clientela molto articolata, non sono collocabili<br />

in modo esclusivo o prevalente nella filiera (ad es. i servizi bancari o quello logistici).<br />

c) le banche dati disponibili si riferiscono principalmente alle imprese industriali e di servizi.<br />

I dati presentati non tengono quindi conto né delle attività agricole, né della produzione di<br />

servizi pubblici.<br />

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