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Programma - Regione Emilia-Romagna

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2.5. Trasferimento tecnologico e sviluppo territoriale<br />

Il nuovo orientamento delle politiche regionali verso la ricerca industriale ha richiesto una<br />

ridefinizione dell’approccio regionale allo sviluppo territoriale. Il superamento del riferimento<br />

ai distretti industriali locale per passare a quello di filiere (o “distretti produttivi”) su base<br />

regionale ha portato ad una visione più integrata delle specializzazioni produttive della nostra<br />

regione, incluso il loro legame con il terziario avanzato, in genere concentrato nelle aree<br />

urbane, e con il mondo della ricerca, incentrato nelle istituzioni universitarie e scientifiche.<br />

I diversi territori regionali richiedono la presenza di snodi per i flussi di conoscenze avanzate.<br />

Nel <strong>Programma</strong> triennale erano state avviate alcune iniziative territoriali volte a realizzare<br />

infrastrutture da destinare ad ospitare laboratori di ricerca, incubatori di imprese hi-tech o<br />

altre attività a favore del trasferimento tecnologico e dell’innovazione. Con il programma dei<br />

tecnopoli dell’asse 1 del POR FESR, questo obiettivo è divenuto organico alla strategia per lo<br />

sviluppo della Rete Regionale dell’Alta Tecnologia. La Rete oltre che una dimensione<br />

tecnologica sta sviluppando quindi anche una dimensione territoriale. I tecnopoli non hanno<br />

le caratteristiche per divenire strutture di alta specializzazione, ma semplicemente come punti<br />

di accesso locali ad una Rete regionale organizzata per piattaforme. Essi sorgono di norma<br />

nei pressi delle Università o di altre strutture di ricerca. Nei capoluoghi e principali città<br />

romagnole è principalmente l’Università di Bologna, intorno alle sue sedi distaccate a<br />

promuovere la realizzazione dei tecnopoli.<br />

I tecnopoli si delineano quindi come una rete di infrastrutture per la ricerca e l’innovazione<br />

che ospitano al loro interno:<br />

- laboratori di ricerca industriale sviluppati dalle organizzazioni scientifiche del territorio<br />

e di interesse primario per l’industria locale, con la parte stabile del loro personale e le<br />

apparecchiature scientifiche qualificanti;<br />

- strutture di servizio per attività di divulgazione, dimostrazione e informazione;<br />

- strutture di accoglienza per le imprese e per organizzare attività di trasferimento<br />

tecnologico e di supporto all’innovazione;<br />

- spazi organizzati per ospitare per imprese di alta tecnologia di nuova costituzione o<br />

attratte sul territorio, spin offs innovativi o laboratori privati;<br />

- un portale che dia informazioni su tutta la Rete, cioè anche dei laboratori presenti sul<br />

resto del territorio.<br />

I tecnopoli, con gli spazi e i servizi che metteranno a disposizione, rappresentano quindi per i<br />

diversi territori i punti di riferimento non solo per le imprese e le strutture di ricerca locali, ma<br />

anche per l’attrazione da fuori regione di nuove imprese di alta tecnologia e laboratori di<br />

ricerca.<br />

Un ruolo particolare spetterà al tecnopolo di Bologna presso l’area BAT ex Manifattura<br />

Tabacchi. Esso dovrà anche svolgere una funzione hub, rispetto agli altri tecnopoli, cioè<br />

svolgere funzioni di riferimento e di raccordo per la Rete, svolgendo azioni di collegamento e<br />

coordinamento all’interno della rete stessa, offrendo ad essa servizi di carattere trasversale,<br />

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