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Programma - Regione Emilia-Romagna

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terziarie. Il maggiore dinamismo delle imprese beneficiarie, rispetto alla media regionale si è<br />

confermato anche nella situazione di crisi di mercato verificatasi a partire dal settembre del<br />

2008, pur nel contesto delle maggiori difficoltà finanziarie per affrontare gli investimenti.<br />

L’impatto addizionale dell’intervento, difficilmente misurabile in termini di performance in una<br />

fase di turbolenza della domanda, è chiaramente evidente sugli aspetti comportamentali delle<br />

imprese, che continuano a scegliere sempre di più la via dell’innovazione. E anche i<br />

comportamenti innovativi, mentre non differiscono molto dalla media per quanto riguarda le<br />

innovazioni di processo e le innovazioni incrementali di prodotto nuove per l’azienda, vedono<br />

un significativo maggiore orientamento delle imprese beneficiarie all’innovazione radicale di<br />

prodotto con rilevanza anche esterna all’azienda.<br />

Uno studio di carattere econometrico realizzato autonomamente dall’Ufficio Studi della Banca<br />

d’Italia sulle imprese beneficiarie dei primi bandi regionali, ha concluso che lo strumento<br />

incentivante è risultato inefficace sulle imprese, specialmente sulle imprese più grandi in<br />

termini di generazione di occupazione, aumento di fatturato, occupazione, capacità di<br />

esportazione.<br />

Sia nel caso di valutazioni più ottimistiche che in quelle più critiche, il limite è quello di un<br />

approccio individuale sulle imprese. Se la <strong>Regione</strong> avesse realmente preteso di determinare<br />

un cambiamento significativo di performance dell’economia regionale attraverso una<br />

sommatoria di singole migliori performance di un certo numero di imprese individualmente<br />

considerate, lo sforzo della <strong>Regione</strong> sarebbe stato assolutamente velleitario. Le analisi di<br />

impatto, infatti si basano sull’elaborazione statistica di dati individuali e non riescono invece a<br />

misurare l’impatto sui comportamenti a livello di sistema, o meglio, come diciamo ora, di<br />

ecosistema. Il fatto rilevante è infatti che la <strong>Regione</strong> ha intercettato le imprese che erano<br />

portatrici di nuovi comportamenti e nuovi modelli, contribuendo a rafforzarle e ad indurle ad<br />

intessere nuovi tipi di relazioni nel contesto regionale e a coinvolgere le risorse umane<br />

portatrici di potenziale innovativo nel medio e lungo periodo. Attualmente, nella fase di crisi<br />

che ha colpito il sistema economico, le imprese che riescono a difendere e in qualche caso<br />

migliorare i propri livelli di attività sono quelle che si sono attrezzate per un comportamento<br />

dinamico, in grado di sfornare continuamente innovazioni ed elaborare nuove idee.<br />

2.4. Lo sviluppo della Rete Regionale dell’Alta Tecnologia<br />

Uno degli obiettivi chiave indicati dalla L.R. 7/2002 è stato quello di sviluppare una rete di<br />

laboratori di ricerca industriale e trasferimento tecnologico e di centri per l’innovazione,<br />

finalizzata a costituire una grande infrastruttura per la circolazione di conoscenze scientifiche<br />

e tecnologiche a supporto dell’innovazione a livello regionale. I laboratori di ricerca sono<br />

strutture dedicate alla ricerca applicata con finalità industriali costituiti nell’ambito delle<br />

Università, degli enti di ricerca, o giuridicamente autonomi sotto forma di consorzi o società. I<br />

centri per l’innovazione sono invece strutture più vicine alle imprese, impegnate<br />

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