Programma - Regione Emilia-Romagna
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9%); si segnalano le performance della Russia (+30,6%), dell’India (+37,2%) e,<br />
soprattutto, della Turchia (+57,7%), le cui importazioni crescono ad un ritmo quasi doppio<br />
rispetto alla media dei BRICST;<br />
L’aggregato “Altri Paesi” conferma l’andamento non lineare degli ultimi anni: la quota di<br />
export regionale sul totale nei primi nove mesi del 2011 è, infatti, più tendente al valore del<br />
2008 (19,9%), che a quello 2010.<br />
Anche i dati più recenti, dunque, sembrano confermare il vantaggio in termini di tempistiche<br />
del sistema regionale rispetto a quello nazionale, grazie alle valorizzazione delle relazioni<br />
commerciali con questi “nuovi” mercati di destinazione.<br />
Alto livello di investimenti anche nel periodo di crisi<br />
E’ opinione condivisa e supportata dai fatti che il sistema produttivo italiano sia stato colpito<br />
dalla crisi in un momento nel quale stava ristrutturandosi in maniera profonda, come<br />
emergerà anche dall’analisi delle filiere di cui al capitolo successivo.<br />
Dalla metà degli anni novanta, infatti, l’impossibilità di utilizzare la leva monetaria unita<br />
all’entrata massiccia sul mercato internazionale di competitor che facevano leva sul basso<br />
costo del lavoro (in primis la Cina) sono andate ad intaccare quella capacità competitiva<br />
tipica delle nostre piccole e medie imprese ovvero quell’abilità, sedimentata negli anni, di<br />
produrre a costi relativamente più bassi di quelli delle altre economie industrializzate.<br />
La competizione, quindi, si era spostata dal “core” produttivo e dal “prezzo” a nuovi modelli<br />
del “fare azienda”; diventava cruciale puntare sulla logistica (rinnovamento delle reti di<br />
approvvigionamento e di distribuzione, miglioramento dei processi di magazzino), sull’estero<br />
(ricerca di nuovi mercati, rafforzamento delle partnership con l’estero) e sull’utilizzo di servizi<br />
finanziari avanzati e, soprattutto, su processi innovativi e di ricerca industriale.<br />
L’impatto della crisi, specie nel manifatturiero, è stato dirompente ed ha bloccato – in molti<br />
casi – questo passaggio a nuove forme di competizione legate alla “terziarizzazione”<br />
aziendale, espellendo talvolta anche importanti realtà industriali dal mercato.<br />
Il sistema emiliano - romagnolo, tuttavia, ha tenuto o ha saputo reagire al duro colpo infertogli<br />
dalla crisi meglio di altri territori in Italia. Dove risiede, quindi, la forza dell’economia<br />
regionale?<br />
Una delle possibili chiavi di lettura di questa maggiore capacità di tenuta è da ricercare nel<br />
processo di riconversione che diverse aziende di successo hanno avuto: agli elementi<br />
menzionati in precedenza, queste imprese hanno affiancato anche investimenti in Ricerca e<br />
Sviluppo mirati, puntando più su fattori quali i nuovi brevetti che su immobilizzazioni di tipo<br />
materiale.<br />
Questa chiave di lettura è coerente con l’analisi di due gruppi di imprese manifatturiere i cui<br />
parametri di bilancio sono stati monitorati dal 2007 al 2010: un campione nazionale di 53.171<br />
imprese e un altro di aziende emiliano - romagnole di 6.577. E’ utile sottolineare che<br />
trattandosi di aziende di capitali il campione non è rappresentativo dell’intero universo, ma la<br />
numerosità campionaria è tale da suggerire utili spunti di riflessione.<br />
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