Programma - Regione Emilia-Romagna
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costo; ed altri comparti invece, come quello delle macchine automatiche per il packaging, nei<br />
quali sono prevalsi processi di internazionalizzazione finalizzati a presidiare direttamente i<br />
mercati emergenti, attraverso l’apertura di propri stabilimenti produttivi.<br />
Questa riorganizzazione complessiva ha determinato una ridefinizione nella specializzazione<br />
italiana dell’industria meccanica - e in particolare in <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> - con una<br />
concentrazione nella produzione e nell’esportazione di beni strumentali, intermedi e<br />
componentistica di qualità, spesso progettati e/o costruiti sulle esigenze specifiche del<br />
cliente. L’impulso di questi processi sulla filiera meccanica regionale è stato rilevante sia per<br />
l’intensità dei livelli di attività produttiva che hanno consentito alle imprese di subfornitura<br />
locali di lavorare a pieno ritmo, sia per la dinamica dell’occupazione sostenuta e in<br />
controtendenza rispetto al complesso dell’industria manifatturiera. A partire dal 2008, con la<br />
caduta della domanda internazionale, la subfornitura emiliana ha subito una drastica e<br />
repentina flessione della produzione, molto più accentuata rispetto a quella dei committenti, a<br />
causa dei processi di rientro di lavorazione decisi dalle imprese committenti per saturare la<br />
forza lavoro interna.<br />
Le ripercussioni peggiori hanno riguardato i fornitori più distanti dal committente finale e in<br />
particolare quelli di II livello che hanno subito le flessioni più elevate dei livelli produttivi. Il<br />
deterioramento delle relazioni committenti-subfornitori, avvenuto durante la crisi, rappresenta<br />
un fenomeno che in alcuni comparti, e per alcuni tipi di subfornitura, era iniziato molto prima,<br />
con la delocalizzazione e l’acquisto all’estero di componentistica a basso costo.<br />
Anche se le imprese, soprattutto quelle che prima della crisi si erano riposizionate dal punto<br />
di vista della qualità dei prodotti e dei nuovi mercati di sbocco, hanno mostrato una<br />
significativa reattività alla ripresa del commercio internazionale, gli effetti della crisi sono<br />
ancora presenti con i problemi determinati dal ridimensionamento della quantità prodotta e<br />
dall’incertezza sulle prospettive.<br />
Gli aspetti comuni della crisi, salvo alcune eccezioni, riguardano la dimensione molto piccola<br />
degli ordini, la mancanza di programmazione, l’elevata variabilità dei prodotti lavorati, la<br />
richiesta di tempi di consegna molto veloci, all’interno di un contesto rilevante di capacità<br />
produttiva sottoutilizzata. A ciò si aggiungono il rincaro dei prezzi delle materie prime,<br />
l’allungamento dei tempi di pagamento e i problemi finanziari legati all’esigenza di liquidità.<br />
Questi aspetti riguardano in particolare le imprese di subfornitura che peraltro scontano la<br />
difficoltà a trasferire sui prezzi l’incremento dei costi a causa dell’aumento della concorrenza<br />
e della richiesta di contenimento dei prezzi da parte dei committenti.<br />
Le politiche messe in atto, come la moratoria dei debiti contratti dalle imprese e gli<br />
ammortizzatori sociali in deroga, sono state essenziali per sostenere le imprese e mantenere<br />
negli organici la forza lavoro stabile e più qualificata, ma la ripresa molto lenta della domanda<br />
fa presumere che allo scadere degli ammortizzatori sociali vi sarà un’ulteriore riduzione dei<br />
livelli occupazionali e la cessazione di altre imprese di subfornitura, in particolare artigiane.<br />
Un rischio serio per l’industria meccanica regionale è che si assista a una minore<br />
integrazione tra imprese committenti di medie e grandi dimensioni e imprese di subfornitura<br />
locali con il conseguente indebolimento del radicamento territoriale che, finora, ha<br />
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