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Programma - Regione Emilia-Romagna

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la sfida della internazionalizzazione richiede di saper attrarre capitali e talenti, valorizzando il<br />

brand regionale e rimuovendo gli ostacoli culturali, burocratici e strutturali.<br />

La domanda interna ha significative potenzialità di crescita e di occupazione legate alla<br />

riconversione energetica, al rinnovamento della filiera dell’edilizia e costruzioni,<br />

all’agroalimentare, alla filiera della salute, all’industria della cultura e dello spettacolo, alla<br />

ricerca, alla informatica e telecomunicazioni.<br />

La politica regionale per la ricerca e le attività produttive vanta a monte una lungimirante<br />

attenzione alla ricerca e al trasferimento tecnologico, che ha prodotto la Legge 2/2002, e<br />

l’esperienza positiva del precedente piano, i cui risultati si possono leggere all’interno.<br />

La politica regionale si regge su una “vision” o, più prosaicamente, un disegno strategico: gli<br />

orizzonti di “Europa 2020” e del Piano Territoriale Regionale, che abbiamo tradotto nel Patto<br />

per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.<br />

Crescita intelligente significa puntare sul sapere, la ricerca e la formazione del capitale<br />

umano. Sostenibile significa cambiare il modello di sviluppo, a cominciare dal paradigma<br />

energetico. Inclusiva è una crescita che elimina la povertà e riduce le disuguaglianze.<br />

L’asse del patto regionale si può riassumere nella sintesi di sapere, green economy e made<br />

in Italy.<br />

Più sapere e tecnologia nei processi e nei prodotti. Avere il coraggio delle nuove idee e il<br />

coraggio di metterle in pratica. Ribaltare il lavoro delle piattaforme della rete regionale per<br />

l’alta tecnologia, la scienza e le informazioni, sulle imprese e seminare e coltivare<br />

innovazione nel mondo dinamico della piccola e media impresa. Scommettere sul valore<br />

aggiunto del made in Italy, che significa creatività, originalità, flessibilità e adattabilità,<br />

personalizzazione, bellezza.<br />

La green economy è una strategia trasversale che impegna imprese e cittadini a migliorare i<br />

prodotti, i processi produttivi, i consumi, a risparmiare e recuperare materiali, a puntare sulla<br />

qualità e l’efficienza.<br />

La “Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse”, che assume<br />

come orizzonte temporale il 2050 oltre al 2020, sostiene che “migliorare l’efficienza delle<br />

risorse è la strada da seguire… in quanto consente all’economia di creare di più con meno,<br />

generando un valore più elevato con meno input, utilizzando le risorse in modo sostenibile e<br />

minimizzando il loro impatto ambientale. In pratica ciò presuppone che le scorte di tutti i beni<br />

ambientali di cui l’UE dispone o che si procura siano sicure e gestite entro i limiti della loro<br />

resa sostenibile. Presuppone inoltre che i rifiuti residui siano quasi inesistenti, che gli<br />

ecosistemi siano stati ripristinati e che i rischi sistemici per l’economia legati all’ambiente<br />

siano stati capiti ed evitati. Occorrerà un’altra ondata di innovazioni”.<br />

L’adesione al patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva di tutti i rappresentanti<br />

delle istituzioni e delle associazioni regionali è un motivo di fiducia. In un momento in cui tutti<br />

i sistemi di rappresentanza sono sottoposti a tensioni e a veri e propri processi di<br />

logoramento, poteva sorgere la tentazione di chiamarsi fuori, di percorrere la via<br />

dell’agitazione fine a se stessa, di chiudersi dentro confini corporativi. E’ prevalsa invece la<br />

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