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Programma - Regione Emilia-Romagna

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grave del tanto temuto decentramento produttivo. L’<strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>, favorendo col<br />

precedente PRRIITT le assunzioni di giovani laureati nelle imprese e nei laboratori, ha<br />

cercato di contrastare questa tendenza, naturalmente con i comprensibili limiti del livello di<br />

questo intervento.<br />

Pertanto il contesto internazionale risulta estremamente concorrenziale. Senza scelte chiare<br />

a livello regionale e nazionale c’è il rischio di essere spinti verso una posizione incentrata su<br />

salari medio bassi, senza comunque poter competere con i BRICST, e al tempo stesso, con<br />

la certezza di perdere le risorse migliori, attratte da altri paesi.<br />

La sfida è quindi quella di ottenere un sistema industriale caratterizzato da un alto tasso di<br />

innovazione e di tradurre ciò in un elevato valore aggiunto in grado di remunerare e<br />

valorizzare, e quindi attrarre, risorse umane ad alto potenziale creativo e innovativo.<br />

Come affermato nelle prime pagine del programma, è quanto mai opportuno costruire un<br />

sistema regionale in cui l’innovazione sia al centro. Si potranno costruire eccellenze laddove<br />

il dinamismo industriale e il sistema della ricerca mettono in moto relazioni collaborative in<br />

grado di autoalimentarsi. Ma l’importante è costruire da subito un ecosistema dinamico sui<br />

fattori dell’innovazione. E’ l’innovazione continua l’unica arma per consentire al nostro<br />

sistema industriale di reggere alla sfida competitiva internazionale, sia nei confronti dei grandi<br />

paesi emergenti, sia dei paesi ad industrializzazione consolidata.<br />

4.3. Istituzioni e politiche nazionali per la ricerca<br />

In questo contesto difficile, riuscire a mantenere un elevato livello di competitività tecnologica<br />

per difendersi dalle nuove potenze industriali, ma anche dagli stessi paesi ad<br />

industrializzazione consolidata richiederebbe una sinergia tra le politiche regionali, volte a<br />

rendere quanto più pervasiva la conoscenza e dinamico il sistema produttivo, e quelle<br />

nazionali, finalizzate invece a rafforzare le istituzioni della ricerca scientifica e tecnologica,<br />

l’alta formazione, le infrastrutture di ricerca.<br />

Purtroppo, in questa fase, la nostra regione viene penalizzata, come le altre, dal contesto<br />

Italiano, che vede:<br />

- scarsità di risorse destinate al sistema della ricerca, sia per programmi strategici su<br />

grandi tematiche tecnologiche, sia per infrastrutture di ricerca;<br />

- politiche vaghe, confuse e discontinue, rivolte più che altro a garantire la distribuzione<br />

dele risorse agli attori e assenza di una politica tecnologica;<br />

- assenza di una rete nazionale di strutture specialistiche di ricerca industriale per il<br />

trasferimento tecnologico alle imprese, sul modello della rete Fraunhofer in Germania,<br />

o dei Poli di competitività in Francia.<br />

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