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regione toscana indirizzi operativi regionali sicurezza ... - PuntoSicuro

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Principali Indirizzi Operativi del Cap. 7.1.6.2. - Cavi a strozzo, lacce o cordoli<br />

Impiegare, mantenere, conservare e mettere fuori servizio queste attrezzature seguendo quanto previsto nelle istruzioni<br />

d’uso o da norme di buona tecnica<br />

I cavi a strozzo, lacce o cordoli devono essere dimensionati sullo sforzo massimo previsto ed accoppiati ad altre<br />

attrezzature (funi ecc.) tenendo presenti le rispettive portate e modalità di impiego<br />

70<br />

7.2.<br />

Esbosco<br />

Questa operazione avviene lungo percorsi<br />

appositamente attrezzati attraverso i quali il materiale<br />

riunito in carichi viene portato fino ad un piazzale<br />

di deposito, l’imposto, punto di carico di autotreni,<br />

autocarri o anche soltanto di trattori e rimorchi,<br />

localizzato lungo una strada camionabile o trattorabile.<br />

Nell’esbosco più pezzi (il carico) seguono lo stesso<br />

percorso opportunamente preparato: la via o linea<br />

di esbosco. Questa può essere permanente<br />

(pista di strascico, linea di avvallamento naturale)<br />

o temporanea (linea di gru a cavo, risina artificiale<br />

in canalette di metallo o di polietilene). Le distanze<br />

di esbosco sono normalmente dell’ordine delle<br />

centinaia di metri; distanze superiori al chilometro<br />

sono indici dell’inadeguatezza della rete viabile<br />

principale, cioè della rete di strade, e comportano<br />

costi eccessivi.<br />

7.2.1. - Esbosco per<br />

avvallamento obbligato<br />

Per esboscare il legname avvallandolo su distanze<br />

rilevanti, maggiori di 100 m circa, lo si concentra<br />

su appositi percorsi lungo i quali questo lavoro è<br />

agevolato da pendenze più regolari, dall’assenza di<br />

ostacoli e da accorgimenti atti a facilitare il movimento<br />

dei tronchi. È un sistema di esbosco, praticato in<br />

montagna, che consiste nel far scivolare il materiale<br />

verso valle, sfruttando la forza di gravità, in percorsi<br />

che possono essere naturali (impluvi, vallecole,<br />

canaloni) o artificiali temporanei, chiamati risine,<br />

formati da mezzi tubi (canalette) di lamiera di 2-3 m<br />

di lunghezza o di polietilene di 4-5 m di lunghezza,<br />

collegati fra loro ed ancorati al terreno.<br />

Le linee naturali di avvallamento vengono ancora<br />

raramente usate, soprattutto sulle Alpi (Img. 64).<br />

Se presentano pendenze superiori al 50% possono<br />

essere usate anche con terreno asciutto, ma poiché si<br />

tratta normalmente di vallette, più umide del terreno<br />

circostante, nelle quali il legname viene disposto con<br />

un certo ordine in modo da rivestirle e da formare<br />

una risina rudimentale, la spianata, è normalmente<br />

possibile e conveniente usarle anche quando<br />

presentano pendenze inferiori, fino al 30% circa,<br />

aspettando il momento opportuno (terreno e legname<br />

REGIONE TOSCANA - INDIRIZZI OPERATIVI REGIONALI<br />

SICUREZZA E SALUTE NEI CANTIERI FORESTALI<br />

bagnato) ed adottando gli accorgimenti più idonei.<br />

Nel caso di percorsi artificiali temporanei, le<br />

risine appunto, possono essere:<br />

- in lamiera (meno utilizzate) formate da spezzoni<br />

(Img. 65), canalette, a forma di mezzo tubo con<br />

sezione poligonale e diametro di circa 40 cm, lunghi<br />

2-3 m, collegati fra loro, usati per legna da ardere e<br />

simili assortimenti corti di piccolo diametro. Queste<br />

canalette in lamiera hanno un prezzo d’acquisto<br />

relativamente basso, ma un elevato peso a metro<br />

lineare, hanno inoltre il difetto di arrugginirsi, cosa<br />

che aumenta notevolmente l’attrito e con esso le<br />

pendenze necessarie al funzionamento, e quello di<br />

deformarsi se subiscono urti;<br />

- in polietilene ad alta densità (PEAD): sono adatte<br />

per l’esbosco di legna da ardere, di assortimenti corti<br />

di piccolo diametro ma anche di legname di medie<br />

dimensioni, purché con forma regolare, su distanze<br />

massime di circa 200 m (Img. 66).<br />

Queste risine sono formate da una serie di<br />

canalette, ottenute tagliando a metà per il lungo<br />

spezzoni di tubo di polietilene ad alta densità<br />

con Ø di 40-45-50 cm e lunghezza di 5 o 4 m<br />

dipendentemente dal diametro. Le singole canalette<br />

sono collegate fra loro da agganci speciali e<br />

devono essere saldamente ancorate mediante grossi<br />

spaghi o cordini ad alberi, ceppaie o radici (Img. 67).<br />

Normalmente si usano canalette con Ø di 40 cm<br />

per tagli di avviamento di cedui e primi diradamenti<br />

in fustaie; canalette con Ø di 45 cm, le più usate,<br />

per normali utilizzazioni di cedui; canalette con Ø<br />

di 50 cm per legname anche di medie dimensioni,<br />

ricavato da secondi diradamenti in fustaie.<br />

La pendenza minima per poter avvallare nelle risine<br />

in PEAD è del 20%, le pendenze ottimali sono del<br />

25-35%; linee corte e rettilinee possono arrivare<br />

al massimo al 40%. Se la pendenza del terreno<br />

è superiore a tali valori, le linee vengono montate<br />

trasversalmente alla pendenza massima.<br />

Le linee vanno tracciate con clisimetro, dato che<br />

l’intervallo di pendenza nel quale possono funzionare<br />

in modo soddisfacente è ristretto. Al trasporto in<br />

linea delle canalette si procede portandole a spalla,<br />

in salita, o, se possibile, tirandole in discesa da una<br />

strada soprastante. In casi particolari, su terreni ripidi,<br />

può essere conveniente tirarle in salita, a gruppi di<br />

4-6, con un verricello leggero indipendente e con

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