Rapporto PiT Salute 2007CONCLUSIONIIl Rapporto <strong>di</strong> quest’anno ci presenta una fotografia della sanità italiana che conferma lepreoccupazioni espresse poco meno <strong>di</strong> un anno fa 46 .Un servizio sanitario frammentato e <strong>di</strong>somogeneo. E’ ormai più che evidente laframmentazione del servizio sanitario dovuta alla crescente autonomia dei 21 <strong>di</strong>fferentisistemi regionali, che hanno determinato sempre <strong>di</strong> più gra<strong>di</strong> <strong>di</strong>versificati <strong>di</strong> accesso alleprestazioni, anche per quelle comprese nei Livelli Essenziali <strong>di</strong> Assistenza (LEA), per iquali è lo Stato ad avere competenza esclusiva 47 . Anche i risultati <strong>di</strong> questo Rapporto lo<strong>di</strong>mostrano: 21 sistemi sanitari creano <strong>di</strong>fferenze nell’assistenza farmaceutica,ospedaliera, nelle Residenze Sanitarie Assistite, nelle strutture <strong>di</strong> lungodegenza, nel settoredella non autosufficienza, negli Hospice, nelle liste <strong>di</strong> attesa, nell’odontoiatria e nellemalattie rare.Gli stessi Piani <strong>di</strong> rientro adottati nelle Regioni che hanno registrato gravi <strong>di</strong>savanzi nelbilancio – soprattutto Lazio, Campania, Abruzzo e Sicilia – hanno aggravato moltissimo la<strong>di</strong>somogeneità tra le Regioni; quelle che li hanno adottati hanno dovuto contenere la spesasanitaria e dunque tagliare posti letto, ridurre il personale, chiudere alcuni servizi, con uneffetto negativo sull’assistenza ai malati sia in ospedale che sul territorio.I desiderata del sistema delle cure primarie. Sembra davvero molto <strong>di</strong>fficile definire oggi“sistema” l’insieme eterogeneo dei servizi delle cure primarie, ben lontano dall’esserel’auspicato secondo pilastro della sanità italiana accanto all’assistenza ospedaliera.L’aumento dei malati cronici e l’invecchiamento della popolazione richiederebbero la presain carico dei bisogni e la continuità delle cure, attraverso la de-ospedalizzazione e ilpotenziamento dei servizi territoriali. Al contrario, i dati <strong>di</strong> questo Rapporto relativi aricoveri e <strong>di</strong>missioni, assistenza residenziale, domiciliare e protesica, salute mentale,me<strong>di</strong>cina generale, confermano l’urgenza <strong>di</strong> dare delle risposte ai citta<strong>di</strong>ni. La sfida suquesto è davvero grande; come ha <strong>di</strong>chiarato il Ministro della salute <strong>di</strong> recente 48 , “ne vadella sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale” e tutti i protagonisti dell’assistenzaextraospedalieria (me<strong>di</strong>ci, pe<strong>di</strong>atri, infermieri, ma anche amministratori <strong>di</strong> Regioni,Aziende sanitarie e <strong>di</strong>stretti) devono concorrere a questo processo: “I sistemi <strong>di</strong> assistenzaprimaria impongono <strong>di</strong> ripensare il territorio, che è garanzia effettiva dei Lea, <strong>di</strong>progettarlo, <strong>di</strong> dotarlo delle infrastrutture necessarie al suo governo (…), devono essere ingrado <strong>di</strong> assicurare interpretazione precoce dei bisogni, interlocuzione pronta, interventopreventivo, presa in carico <strong>di</strong> cronicità e <strong>di</strong>sabilità, azioni curative e riabilitative (… ),devono essere fondati su una governance basata sulla trasparenza, sul merito, sulcoinvolgimento delle professioni e sulla partecipazione attiva dei citta<strong>di</strong>ni” 49 . Purtroppo c’èancora molta strada da fare.46Diritti a pezzi? La sanità tra universalità e federalismo. X Rapporto PiT Salute, Citta<strong>di</strong>nanzattiva, Roma,aprile 2007.47 Lo scenario è confermato dai risultati del V Rapporto Osservasalute dell’Università Cattolica <strong>di</strong> Roma, dacui si evince che il sistema sanitario nel suo complesso è eterogeneo nell’organizzazione, nella performanceeconomico finanziaria e nella scelta <strong>di</strong> allocazione delle risorse - Roma, 27 febbraio 2007.48Prima Conferenza nazionale sulle cure primarie, Ministero della salute e Regione Emilia Romagna,Bologna, 25 e 26 febbraio 2007.49Dichiarazione <strong>di</strong> Bologna, Prima Conferenza nazionale sulle cure primarie, Ministero della salute e RegioneEmilia Romagna, Bologna, 25 e 26 febbraio 2007.Citta<strong>di</strong>nanzattiva-Tribunale per i <strong>di</strong>ritti del malato195
Rapporto PiT Salute 2007Errori e rischi per la sicurezza. Nonostante negli ultimi due anni l’andamento dellesegnalazioni sulla malpractice abbia mostrato una <strong>di</strong>minuzione, resta tuttavia la principalecausa per la quale i citta<strong>di</strong>ni si rivolgono al PiT Salute. Il dato conferma che i citta<strong>di</strong>ni nonintraprendono in modo irresponsabile cause inutili contro i me<strong>di</strong>ci, ma sono, al contrario,vittime <strong>di</strong> un sistema che non permette <strong>di</strong> accedere facilmente alla documentazioneclinica (cartelle e referti), che viene smarrita, è spesso incompleta, richiede tempi lunghi esi incontrano resistenze per il rilascio, in qualche caso viene anche scambiata per errore.Per completare il quadro sulla sicurezza delle cure, va ricordato che nel 2007 sonoaccaduti fatti molto gravi che hanno messo profondamente in crisi il <strong>rapporto</strong> <strong>di</strong> fiducia trai citta<strong>di</strong>ni e il servizio sanitario: scambio <strong>di</strong> tac, trapianto <strong>di</strong> organi infetti, ripetuti casi <strong>di</strong>morte per errori nella pratica me<strong>di</strong>ca, non solo nelle Regioni del Sud. A questo bisognaaggiungere gli episo<strong>di</strong> che hanno portato alla luce la pessima gestione politica e clientelaredegli appalti e del sistema delle nomine in sanità. E non si può certo <strong>di</strong>re che nell’ultimoanno istituzioni, operatori sanitari e citta<strong>di</strong>ni non si siano messi all’opera per affrontare laquestione ai <strong>di</strong>versi livelli (Ministero della salute, Agenzia Sanitaria per Servizi Regionali,alcune Regioni), moltiplicando gruppi <strong>di</strong> lavoro e commissioni: evidentemente resta ancoraun problema il coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> questi sforzi per permettere un vero salto <strong>di</strong> qualità.Ostacoli al <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> accesso alle cure. Resta spinoso il tema delle liste <strong>di</strong> attesa, le cuisegnalazioni nel 2007 sono aumentate, così come <strong>di</strong> conseguenza quelle sull’intramoenia,che resta, per quanto poco trasparente e con costi elevati, la sola alternativa per aggirarle,soprattutto per problemi oncologici. Si attende fino a 540 giorni per una mammografia,solo per fare un esempio. L’attesa per le visite specialistiche e per gli interventi chirurgici è<strong>di</strong> fatto incompatibile con le necessità <strong>di</strong>agnostico-terapeutiche, né si rispettano i tempiprevisti dalla normativa al livello nazionale; ancora si registra il fenomeno del blocco delleprenotazioni, che è vietato dalla legge. Tra l’altro proprio il problema delle lunghe attesegenera la mobilità interregionale e internazionale, i cosiddetti viaggi della speranza. Maaltri ostacoli per i citta<strong>di</strong>ni sono rappresentati dalla carenze assistenziali in alcuni ambiti,come ad esempio le malattie rare, e vanno segnalati anche l’inadeguatezza dei beneficieconomici per gli invali<strong>di</strong> civili, i costi elevati per le cure odontoiatriche, le carenzestrutturali e le lunghe attese per la riabilitazione una volta <strong>di</strong>messi dall’ospedale.Citta<strong>di</strong>nanzattiva-Tribunale per i <strong>di</strong>ritti del malato196
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