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rapporto annuale di cittadinanzattiva (9 mega) - Associazione ...

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Rapporto PiT Salute 2007Errori e rischi per la sicurezza. Nonostante negli ultimi due anni l’andamento dellesegnalazioni sulla malpractice abbia mostrato una <strong>di</strong>minuzione, resta tuttavia la principalecausa per la quale i citta<strong>di</strong>ni si rivolgono al PiT Salute. Il dato conferma che i citta<strong>di</strong>ni nonintraprendono in modo irresponsabile cause inutili contro i me<strong>di</strong>ci, ma sono, al contrario,vittime <strong>di</strong> un sistema che non permette <strong>di</strong> accedere facilmente alla documentazioneclinica (cartelle e referti), che viene smarrita, è spesso incompleta, richiede tempi lunghi esi incontrano resistenze per il rilascio, in qualche caso viene anche scambiata per errore.Per completare il quadro sulla sicurezza delle cure, va ricordato che nel 2007 sonoaccaduti fatti molto gravi che hanno messo profondamente in crisi il <strong>rapporto</strong> <strong>di</strong> fiducia trai citta<strong>di</strong>ni e il servizio sanitario: scambio <strong>di</strong> tac, trapianto <strong>di</strong> organi infetti, ripetuti casi <strong>di</strong>morte per errori nella pratica me<strong>di</strong>ca, non solo nelle Regioni del Sud. A questo bisognaaggiungere gli episo<strong>di</strong> che hanno portato alla luce la pessima gestione politica e clientelaredegli appalti e del sistema delle nomine in sanità. E non si può certo <strong>di</strong>re che nell’ultimoanno istituzioni, operatori sanitari e citta<strong>di</strong>ni non si siano messi all’opera per affrontare laquestione ai <strong>di</strong>versi livelli (Ministero della salute, Agenzia Sanitaria per Servizi Regionali,alcune Regioni), moltiplicando gruppi <strong>di</strong> lavoro e commissioni: evidentemente resta ancoraun problema il coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> questi sforzi per permettere un vero salto <strong>di</strong> qualità.Ostacoli al <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> accesso alle cure. Resta spinoso il tema delle liste <strong>di</strong> attesa, le cuisegnalazioni nel 2007 sono aumentate, così come <strong>di</strong> conseguenza quelle sull’intramoenia,che resta, per quanto poco trasparente e con costi elevati, la sola alternativa per aggirarle,soprattutto per problemi oncologici. Si attende fino a 540 giorni per una mammografia,solo per fare un esempio. L’attesa per le visite specialistiche e per gli interventi chirurgici è<strong>di</strong> fatto incompatibile con le necessità <strong>di</strong>agnostico-terapeutiche, né si rispettano i tempiprevisti dalla normativa al livello nazionale; ancora si registra il fenomeno del blocco delleprenotazioni, che è vietato dalla legge. Tra l’altro proprio il problema delle lunghe attesegenera la mobilità interregionale e internazionale, i cosiddetti viaggi della speranza. Maaltri ostacoli per i citta<strong>di</strong>ni sono rappresentati dalla carenze assistenziali in alcuni ambiti,come ad esempio le malattie rare, e vanno segnalati anche l’inadeguatezza dei beneficieconomici per gli invali<strong>di</strong> civili, i costi elevati per le cure odontoiatriche, le carenzestrutturali e le lunghe attese per la riabilitazione una volta <strong>di</strong>messi dall’ospedale.Citta<strong>di</strong>nanzattiva-Tribunale per i <strong>di</strong>ritti del malato196

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