Letteratura italiana: dalle Origini alla morte di ... - Claudio Giunta
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vicende umane – sta il trovatore Bertran de Born. Signore del castello <strong>di</strong> Altaforte, vissuto nella<br />
seconda metà del secolo XII – cioè in quello che può essere considerato il periodo <strong>di</strong> massimo<br />
sviluppo e splendore della poesia trobadorica -, <strong>di</strong> lui ci resta una quarantina <strong>di</strong> testi, buona parte dei<br />
quali de<strong>di</strong>cata a descrivere e a celebrare la guerra. Fu apprezzato da Dante, che lo cita come<br />
modello da imitare nel De vulgari eloquentia, insieme a Arnaut Daniel e a Giraut de Borneil; ma il<br />
‘poeta guerriero’ ebbe anche parte attiva nelle lotte che opposero i feudatari francesi e inglesi, e ciò<br />
gli vale un posto nel canto XXVIII dell’Inferno, tra i seminatori <strong>di</strong> <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a.<br />
Al principio del secolo XIII, papa Innocenzo III in<strong>di</strong>ce una crociata contro alcune città e<br />
corti del sud della Francia, accusate <strong>di</strong> essere altrettanti focolai <strong>di</strong> eresia (cfr. § 1.2): per il principale<br />
alleato del papa, il re <strong>di</strong> Francia, è l’occasione per ridurre sotto il proprio dominio i feu<strong>di</strong><br />
meri<strong>di</strong>onali. Una delle conseguenze <strong>di</strong> questi eventi politico-militari sarà l’emigrazione <strong>di</strong> alcuni<br />
trovatori verso l’Italia, in cerca <strong>di</strong> nuovi mecenati. Già prima della crociata antialbigese, in realtà,<br />
alcuni trovatori avevano trovato ospitalità nelle corti del nord Italia: Raimbaut de Vaqueiras<br />
(1155-1205), per esempio, era stato a Genova (e infatti usa il <strong>di</strong>aletto genovese in una delle sue<br />
poesie, alternandolo al provenzale) e nel Monferrato, <strong>alla</strong> corte <strong>di</strong> Bonifacio. Ma nei primi decenni<br />
del Duecento la migrazione si fa più intensa. Poeti come Aimeric de Peguilhan o Uc de Saint-Circ<br />
(noto anche per aver realizzato, ad uso del suo pubblico <strong>di</strong> corte, le prime antologie dei trovatori e<br />
per aver raccolto le biografie dei suoi predecessori, le cosiddette vidas) si stabiliscono nelle corti del<br />
Veneto (a Este, Treviso, Padova). Non solo: col tempo, la lingua provenzale viene adoperata come<br />
lingua della poesia anche da autori nati e vissuti sempre in Italia: il bolognese Rambertino<br />
Buvalelli (morto nel 1221), il genovese Lanfranco Cigala (morto nel 1257), e soprattutto il<br />
maggiore <strong>di</strong> questi ‘trovatori italiani’, Sordello da Goito (circa 1200-1269): il mantovano che<br />
Dante e Virgilio incontreranno nel sesto canto del Purgatorio.<br />
[La letteratura nelle altre aree europee] Benché sia la Francia, in questi primi secoli, a<br />
detenere il primato tanto nella narrativa quanto nella lirica, entrambi i generi sono frequentati anche<br />
in altri paesi europei, spesso previa traduzione o imitazione dei modelli francesi. Quanto all’epica,<br />
la letteratura spagnola vanta un capolavoro nel Poema de mio Cid, storia del mitico eroe che liberò<br />
Valencia dai Mori e <strong>di</strong>ede origine alle nobili <strong>di</strong>nastie degli Aragona e dei Navarra. Quanto <strong>alla</strong><br />
lirica, la poesia dei trovatori provenzali venne presto esportata nelle regioni limitrofe: in Italia, in<br />
Germania e nella stessa Spagna. In Germania, si registra una vivace tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> lirica in anticotedesco:<br />
sono i cosiddetti Minnesänger, il più importante dei quali fu Walther von der<br />
Vogelweide. Nelle regioni della Castiglia e dell’attuale Portogallo, nel XIII e nel XIV secolo, prese<br />
corpo una tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> lirica in lingua galego-portoghese che ebbe tra i suoi esponenti anche gran<strong>di</strong><br />
aristocratici come il re Alfonso X el Sabio – epiteto da tradursi piuttosto come ‘il Sapiente’ che<br />
come ‘il Saggio’: 1221-1284 - e suo nipote Dom Denis (in generale, è da osservare che gli esor<strong>di</strong><br />
della lirica volgare, tanto in Francia quanto in Spagna quanto in Italia, sono spesso legati<br />
all’iniziativa personale <strong>di</strong> un principe o <strong>di</strong> una corte signorile). Infine, facendo un grosso salto nello<br />
spazio e nel tempo, merita almeno un cenno la figura del maggiore scrittore inglese del Me<strong>di</strong>oevo:<br />
Geoffrey Chaucer, vissuto tra il 1340 e il 1400 in Inghilterra e autore tra l’altro dei celebri<br />
Racconti <strong>di</strong> Canterbury, i quali – attraverso l’artificio narrativo della cornice, che Chaucer riprende<br />
<strong>dalle</strong> novelle dell’italiano Giovanni Sercambi – si fingono narrati da un colorito gruppo <strong>di</strong> pellegrini<br />
in viaggio da Southwark a Canterbury.<br />
3. Le tendenze della letteratura <strong>italiana</strong><br />
3.1 Il quadro d’insieme<br />
[Il contesto politico e culturale] La storia della letteratura <strong>italiana</strong> del Me<strong>di</strong>oevo non è una<br />
storia unitaria. Alcune regioni, come la Toscana e l’Emilia, conquistano sùbito, sin dagli albori del<br />
Duecento, un primato culturale che conserveranno stabilmente nei secoli successivi. Altre, come la<br />
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