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Letteratura italiana: dalle Origini alla morte di ... - Claudio Giunta

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in una delle opere capitali per la formazione intellettuale <strong>di</strong> Dante, e <strong>di</strong> più larga <strong>di</strong>ffusione nel<br />

Me<strong>di</strong>oevo, il De consolatione philosophiae (‘Sulla consolazione della filosofia’) <strong>di</strong> Severino<br />

Boezio. I capitoli in prosa sono stati composti dopo la <strong>morte</strong> <strong>di</strong> Beatrice: essi ‘situano nel tempo’,<br />

introducono e commentano le poesie che Dante, anni prima, le aveva de<strong>di</strong>cato. Il piano<br />

dell’autobiografia s'intreccia così con quello della carriera artistica: il racconto è anche l'occasione<br />

per un bilancio <strong>di</strong> quanto, in poesia, l'autore aveva saputo fare sino ai suoi trent'anni.<br />

[Il titolo e i modelli] La vita nova <strong>di</strong> cui parla Dante è la vita iniziata dopo il primo incontro<br />

con Beatrice, al suo nono anno <strong>di</strong> età: «In quella parte del libro de la mia memoria <strong>di</strong>nanzi a la<br />

quale poco si potrebbe leggere si trova una rubrica la quale <strong>di</strong>ce: Incipit vita nova» (ovvero: ‘nel<br />

libro della mia memoria, poco dopo l’inizio, si legge un titolo che <strong>di</strong>ce: qui comincia una nuova<br />

vita’). La critica ha ricordato il versetto dei Salmi in cui l’autore promette un «canticum novum»<br />

(‘nuovo canto’): ed è possibile che questo o altri luoghi biblici abbiano ispirato a Dante l’idea del<br />

rinnovamento (renovatio, nella letteratura cristiana); al <strong>di</strong> là delle fonti puntuali, ciò che conta è<br />

però l’idea <strong>di</strong> evento straor<strong>di</strong>nario, miracoloso, che il poeta vuole comunicare: evento che decide<br />

della sua vita e della sua arte. Il riferimento, proprio in avvio d’opera, ai testi sacri, chiarisce subito<br />

quali siano i modelli letterari che Dante ha soprattutto presenti: il racconto della vita e della <strong>morte</strong><br />

<strong>di</strong> Beatrice – racconto fatto da chi fu <strong>di</strong>rettamente testimone <strong>di</strong> questo ‘miracolo’ – ha chiari punti<br />

<strong>di</strong> contatto con la storia <strong>di</strong> Gesù narrata dagli evangelisti e con le leggende legate <strong>alla</strong> vita dei santi<br />

(cfr. per esempio la grande raccolta chiamata Leggenda aurea, <strong>di</strong> Jacopo da Varazze).<br />

[Il Dante ‘stilnovista’] Per la gran parte, i componimenti raccolti nella Vita nova sono<br />

rappresentativi <strong>di</strong> quella fase della poesia dantesca che con più ragione si può definire ‘stilnovista’.<br />

In essi, infatti, sono ben chiare le analogie con le opere <strong>di</strong> alcuni autori contemporanei appartenenti<br />

al gruppo degli stilnovisti: Cino da Pistoia, Guido Cavalcanti, Lapo Gianni. In questo quadro,<br />

l’originalità delle liriche della Vita nova va cercata soprattutto nei molti nuovi motivi a cui esse si<br />

ispirano.<br />

[I nuovi motivi della lirica dantesca] La lirica romanza conosceva già l'introspezione, cioè la<br />

riflessione sull'amore presente e il ricordo dell'amore vissuto, e conosceva la preghiera <strong>alla</strong> donna<br />

perché si <strong>di</strong>mostri pietosa nei confronti dell'amante. Entrambi questi motivi sono presenti nella Vita<br />

nova. Ma a metà circa del libro noi assistiamo a un importante ‘cambio <strong>di</strong> materia’. Dal momento<br />

che Beatrice gli nega il saluto, Dante decide <strong>di</strong> rinunciare <strong>alla</strong> poesia-preghiera e <strong>di</strong> rifugiarsi in ciò<br />

che mai «può venirgli meno»: la lode <strong>di</strong> Beatrice senza tuttavia attendersi da lei alcuna ricompensa.<br />

La lode - a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto era accaduto nella tra<strong>di</strong>zione dei trovatori o dei siciliani - è <strong>di</strong>retta<br />

non tanto <strong>alla</strong> bellezza della donna quanto alle sue virtù morali. Il mito stilnovista della donnaangelo,<br />

immensamente lontana dal suo amante, trova in queste rime in lode <strong>di</strong> Beatrice la sua<br />

formulazione più chiara. Virtù, miracolo, gentilezza, intelletto, onestà, fede sono i nuovi termini che<br />

servono a esprimere la nuova materia: alcuni <strong>di</strong> questi termini, non per caso, derivano piuttosto dal<br />

linguaggio religioso che d<strong>alla</strong> tra<strong>di</strong>zione della poesia laica.<br />

[Il motivo del lutto] La <strong>morte</strong> <strong>di</strong> Beatrice costringe Dante a un ra<strong>di</strong>cale cambiamento <strong>di</strong><br />

materia. La seconda parte della Vita nova è occupata da ‘testi <strong>di</strong> lutto’. Era questa un'opzione<br />

tematica non del tutto sconosciuta ai poeti più antichi, ma nessuno l'aveva sfruttata nel modo in cui<br />

lo fa Dante. Egli non si limita al planh (‘compianto’), cioè al lamento e <strong>alla</strong> commemorazione<br />

dell'amata. Poiché, nel momento in cui lavora <strong>alla</strong> prosa e rior<strong>di</strong>na i testi poetici, egli sa già quale<br />

sarà il destino <strong>di</strong> Beatrice, l'intero libro gravita attorno all'evento della sua <strong>morte</strong>: e vi sono così, al<br />

<strong>di</strong> qua <strong>di</strong> essa, testi nei quali la <strong>morte</strong> è presagita; al <strong>di</strong> là dell’evento funebre, testi che descrivono il<br />

rimpianto e il dolore <strong>di</strong> chi rimane vivo. Se lo ‘stile della loda’ troverà pochi imitatori, perché il<br />

linguaggio della poesia europea sarà piuttosto, <strong>di</strong> qui in poi, quello dell’analisi psicologica e<br />

dell’introspezione, il motivo della ‘<strong>morte</strong> dell’amata’, e dell’amore che sopravvive, entrerà<br />

stabilmente, già prima del Canzoniere <strong>di</strong> Petrarca, nel repertorio tematico della poesia occidentale.<br />

4.3 Le «Rime»<br />

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