Letteratura italiana: dalle Origini alla morte di ... - Claudio Giunta
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cesaropapista per cui l’autorità religiosa dev’essere sottomessa all’autorità politica, l’imperatore<br />
pretende <strong>di</strong> avere voce in capitolo nella elezione del papa. Dall’altro, l’imperatore intende avocare a<br />
sé la nomina dei vescovi: carica importantissima, in quanto ai vescovi era attribuita non soltanto<br />
un’autorità <strong>di</strong> guida spirituale ma anche un concreto potere politico-amministrativo. È la cosiddetta<br />
lotta per le investiture, che si prolungherà per più <strong>di</strong> un secolo. Alle pretese imperiali risponderà<br />
infatti nel 1073 papa Gregorio VII emanando il Dictatus Papae, che annulla le investiture imperiali<br />
e co<strong>di</strong>fica l’ideologia della teocrazia (ovvero la superiorità del potere religioso su quello politico).<br />
Seguiranno quasi cinquant’anni <strong>di</strong> conflitti tra i papi e gli imperatori. Nel 1076 l’imperatore Enrico<br />
IV è a Canossa, a implorare dal papa il ritiro della scomunica che gli era stata inflitta (e ben a<br />
ragione il provve<strong>di</strong>mento era temuto, dato che implicava per i sud<strong>di</strong>ti cristiani l’obbligo <strong>di</strong> non<br />
obbe<strong>di</strong>re all’imperatore che ne fosse stato colpito). Ma nel 1086 lo stesso Enrico occupa Roma ed<br />
elegge un anti-papa. Solo con il concordato <strong>di</strong> Worms, nel 1122, la vertenza potrà <strong>di</strong>rsi conclusa<br />
con un compromesso sostanzialmente favorevole <strong>alla</strong> Chiesa: la nomina dei vescovi viene<br />
<strong>di</strong>chiarata pertinenza dell’autorità ecclesiastica ma – limitatamente al territorio tedesco – previo<br />
‘gra<strong>di</strong>mento’ da parte dell’imperatore.<br />
[I normanni] Al sud, le lotte fra gli ultimi prìncipi <strong>di</strong> stirpe longobarda e i bizantini vennero<br />
arbitrate e spente, all’inizio del secolo XI, dai cavalieri normanni giunti dal nord della Francia e<br />
inse<strong>di</strong>atisi nelle contee <strong>di</strong> Melfi e Aversa. Ma, da pacificatori che erano, costoro si trasformarono<br />
presto in conquistatori e, col benestare del papa, nel corso <strong>di</strong> un secolo estesero il loro dominio a<br />
tutta l’Italia meri<strong>di</strong>onale, giungendo anche a liberare la Sicilia dall’occupazione araba. Alla fine del<br />
secolo XII la corona normanna passò a Costanza, figlia del re Ruggero II; il matrimonio tra<br />
Costanza e l’imperatore Enrico VI portò il regno <strong>di</strong> Sicilia (comprendente l’isola e buona parte<br />
dell’Italia del sud) nelle mani della casa <strong>di</strong> Svevia. Di qui in poi, l’Italia intera sarà il teatro del<br />
conflitto tra l’Impero - titolare <strong>di</strong> questo amplissimo territorio, d<strong>alla</strong> Germania <strong>alla</strong> Sicilia – e il<br />
Papato.<br />
[La nascita dei comuni] Il fenomeno socio-politico cruciale dei secoli XI e XII è la nascita e<br />
lo sviluppo dei Comuni nell’Italia centro-settentrionale: fenomeno originale <strong>di</strong> quest’area, perché<br />
nulla <strong>di</strong> simile accade, a quest’altezza cronologica, in altre zone d’Europa. Dopo la <strong>di</strong>ssoluzione<br />
dell’impero carolingio, il potere politico reale era andato concentrandosi, come si è accennato, nelle<br />
mani dell’aristocrazia terriera e, soprattutto, dei vescovi (e le due categorie solitamente<br />
coincidevano, nel senso che i possidenti occupavano anche i ranghi più alti della gerarchia<br />
ecclesiastica). Ma la crescita demografica, l’intensificarsi dei commerci, la nascita <strong>di</strong> nuove<br />
professioni legate <strong>alla</strong> manifattura e allo scambio – tutto ciò fece sì che, progressivamente, le città si<br />
ingran<strong>di</strong>ssero e prendessero il sopravvento sul contado, dotandosi anche <strong>di</strong> istituzioni <strong>di</strong> governo<br />
laiche: i consules, nominati dal popolo del comune, subentrano ai vescovi nell’amministrazione<br />
pubblica. Una nuova e <strong>di</strong>namica classe, la borghesia dei commerci, delle manifatture e delle banche,<br />
conquista, oltre al potere economico, quello politico, e si inse<strong>di</strong>a nelle magistrature comunali. Nel<br />
corso del Duecento, soprattutto in Toscana e in Emilia, questo nuovo sistema <strong>di</strong> governo evolverà in<br />
maniera autenticamente democratica da un lato con la moltiplicazione degli organi amministrativi<br />
(così che una percentuale sempre più alta <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni sarà coinvolta nel governo della cosa<br />
pubblica), dall’altro con l’estensione del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> voto e <strong>di</strong> rappresentanza ai membri del ceto<br />
popolare. Tale tendenza <strong>alla</strong> ‘democratizzazione’ finirà anzi per portare talvolta ad una specie <strong>di</strong><br />
sovvertimento del principio del censo: come quando <strong>alla</strong> fine del Duecento, nella Firenze <strong>di</strong> Dante,<br />
le leggi antimagnatizie decreteranno l’ineleggibilità dei citta<strong>di</strong>ni più ricchi (i magnati, come<br />
l’amico <strong>di</strong> Dante Guido Cavalcanti) alle cariche pubbliche.<br />
[Le lotte tra i comuni e l’impero] Il conflitto tra i nuovi soggetti politici, i comuni, e<br />
l’imperatore, scoppia <strong>alla</strong> metà del secolo XII. Federico I Barbarossa scende in Italia, chiamato<br />
dal papa a da alcuni comuni lombar<strong>di</strong> preoccupati dall’espansionismo <strong>di</strong> Milano. Ma presto la<br />
situazione si ribalta, e Milano riesce a trovare alleati che, coalizzati nella Lega Lombarda (1167),<br />
sconfiggono l’imperatore a Legnano nel 1176. Nel 1183, la pace <strong>di</strong> Costanza segna un progresso<br />
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