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Letteratura italiana: dalle Origini alla morte di ... - Claudio Giunta

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5.4 Il «Canzoniere»<br />

[Il libro delle rime volgari] Nel corso della sua vita, Petrarca raccolse più volte le sue poesie<br />

in volgare. È verosimile che, a mano a mano che le componeva, egli le registrasse su carte sciolte; e<br />

che, una volta corrette – anche a grande <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo: Petrarca fu un inesausto revisore <strong>di</strong> se<br />

stesso – esse venissero riunite e fatte circolare tra gli amici e i corrispondenti del poeta. Di queste<br />

‘forme’ provvisorie del Canzoniere petrarchesco restano tracce nella tra<strong>di</strong>zione manoscritta, e gli<br />

stu<strong>di</strong>osi le hanno intitolate convenzionalmente al nome del probabile de<strong>di</strong>catario (così per esempio<br />

la ‘forma Correggio’ era de<strong>di</strong>cata, intorno al 1360, ad Azzo da Correggio; la ‘forma Malatesta’ era<br />

offerta, ormai nel 1373, a Pandolfo Malatesta). Quello che noi chiamiamo Canzoniere è però la<br />

raccolta definitiva: l’ultima volontà del poeta così come è consegnata al manoscritto Vaticano latino<br />

3195, parzialmente autografo, e da Petrarca intitolato Rerum vulgarium fragmenta (‘Frammenti <strong>di</strong><br />

cose volgari’: <strong>di</strong> qui, spesso, a definire la raccolta, il nome <strong>di</strong> Fragmenta).<br />

[Consistenza e or<strong>di</strong>namento] Il libro consta in tutto <strong>di</strong> 366 componimenti: 317 sonetti, 29<br />

canzoni, 9 sestine (che già sperimentate da Dante come forma ‘speciale’ della canzone, assumono in<br />

Petrarca e nei suoi imitatori identità <strong>di</strong> genere metrico autonomo), 7 b<strong>alla</strong>te, 4 madrigali. Diviso in<br />

due parti, separate nell’originale da alcune carte lasciate in bianco (263 testi in vita <strong>di</strong> Laura + 103<br />

in <strong>morte</strong> <strong>di</strong> Laura), il Canzoniere non è però scan<strong>di</strong>to in sezioni metriche così come lo erano i libri<br />

<strong>di</strong> poesia nella tra<strong>di</strong>zione anteriore a Petrarca: i generi metrici vi si alternano liberamente. I princìpi<br />

che guidano l’allestimento del libro sono invece la cronologia e la continuità tematica. Certo,<br />

riunendo insieme le proprie liriche, Petrarca non arriva a comporre un vero e proprio romanzo in<br />

versi (ciò che aveva fatto Dante nella Vita nova, ma col necessario ausilio dei paragrafi in prosa);<br />

ma il Canzoniere è, altrettanto certamente, un racconto dotato <strong>di</strong> un inizio, una fine e un<br />

riconoscibile svolgimento: a rendere più visibile il quale concorrono i cosiddetti ‘testi <strong>di</strong><br />

anniversario’, scritti <strong>di</strong> anno in anno nella ricorrenza del primo incontro tra il poeta e la donna<br />

amata. D’altro canto, nel libro si possono isolare anche brevi sequenze <strong>di</strong> componimenti che stanno<br />

tra loro non in rapporto <strong>di</strong> successione cronologica bensì piuttosto <strong>di</strong> congruità tematica: testi, cioè,<br />

che in modo <strong>di</strong> volta in volta sottilmente <strong>di</strong>verso sviluppano un identico motivo (per esempio il<br />

motivo della lode per gli occhi, o del dolore per la <strong>di</strong>stanza d<strong>alla</strong> donna amata, o della <strong>morte</strong> <strong>di</strong> un<br />

amico, ecc.).<br />

[Temi] Il Canzoniere è soprattutto il <strong>di</strong>ario dell’amore <strong>di</strong> Petrarca per Laura, <strong>di</strong>ario che ha<br />

una svolta in corrispondenza <strong>di</strong> un evento tragico: la <strong>morte</strong> <strong>di</strong> Laura nella peste del 1348. Se perciò<br />

nei primi due terzi del libro si leggono testi che pregano, celebrano, riflettono su Laura viva,<br />

l’ultimo terzo del libro è de<strong>di</strong>cato al compianto su Laura morta, e a una più generale me<strong>di</strong>tazione<br />

sulla transitorietà delle cose terrene. La celebre canzone <strong>alla</strong> Vergine chiude il Canzoniere su una<br />

nota <strong>di</strong> pentimento che richiama quella con la quale il libro si era aperto: «et del mio vaneggiar<br />

vergogna è ’l frutto» (I.12). Il Canzoniere è così un libro <strong>di</strong> poesie d’amore le quali vennero però<br />

raccolte e or<strong>di</strong>nate da un autore che – ormai maturo – ha allontanato da sé l’amore per le creature<br />

terrene, o meglio lo ha sublimato nell’amore <strong>di</strong> Dio. Non è questo, tuttavia, l’unico tema del<br />

Canzoniere. A parte i numerosi i testi <strong>di</strong> corrispondenza sollecitati da amici ed ammiratori, che<br />

trattano argomenti contingenti e occasionali, alcune delle poesie petrarchesche affrontano questioni<br />

politiche <strong>di</strong> grande attualità, spesso con spirito fortemente polemico. Il Canzoniere ha insomma<br />

anche una componente ‘militante’, e lo si vede con particolare chiarezza sia nei tre sonetti 136, 137<br />

e 138, noti come sonetti ‘anti-avignonesi’ perché scritti contro la corruzione della curia papale che<br />

aveva sede ad Avignone, sia nella celebre canzone all’Italia (128: Italia mia, benché ’l parlar sia<br />

indarno), in cui Petrarca deplora l’uso delle milizie mercenarie da parte dei prìncipi italiani e invita<br />

questi ultimi, in perenne lotta tra <strong>di</strong> loro, <strong>alla</strong> pace.<br />

[La posizione storica del Canzoniere. Il contenuto] La poesia del Canzoniere riprende e<br />

rinnova la tra<strong>di</strong>zione lirica dei siciliani e degli stilnovisti fondando un classicismo che s’imporrà per<br />

secoli ai poeti italiani ed europei. Questo classicismo investe prima <strong>di</strong> tutto il contenuto dei testi.<br />

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