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Letteratura italiana: dalle Origini alla morte di ... - Claudio Giunta

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fecero l’immensa fortuna del libro dal Me<strong>di</strong>oevo a oggi attraverso traduzioni, riduzioni,<br />

rimaneggiamenti. Nato come racconto <strong>di</strong> viaggio, il Milione finì dunque per <strong>di</strong>schiudere <strong>alla</strong> cultura<br />

europea, dopo la materia greco-romana e troiana e dopo quella bretone, una terza sorgente <strong>di</strong><br />

romanzesco, stavolta remota non nel tempo ma nello spazio: l’oriente.<br />

[Linee evolutive della prosa nel Trecento. La <strong>di</strong>ffusione del volgare come lingua della prosa:<br />

la storiografia] Nel corso del Trecento la pratica della scrittura in volgare interessa un numero<br />

sempre crescente <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui, e si <strong>di</strong>versifica in un’ampia gamma <strong>di</strong> tipologie. Oltre che nella<br />

letteratura d’invenzione (novelle e ‘romanzi’), il volgare viene adoperato nella storiografia, nei libri<br />

<strong>di</strong> famiglia, nella letteratura e<strong>di</strong>ficante. Tra gli storiografi in volgare ha un posto <strong>di</strong> grande rilievo il<br />

fiorentino (e, come Dante, guelfo) Dino Compagni, che in una breve Cronica narra gli eventi<br />

occorsi nella sua città tra il 1280 e il 1312. L’erede ideale del Compagni è Giovanni Villani,<br />

anch’egli fiorentino, che compone una Nuova cronica pubblicata in <strong>di</strong>eci libri già nei primi anni<br />

Trenta e successivamente ampliata dall’autore fino <strong>alla</strong> sua <strong>morte</strong>, nella peste del 1348. Ma l’opera<br />

trovò nella famiglia stessa <strong>di</strong> Giovanni dei degni continuatori: la riprese il fratello Matteo, narrando<br />

la storia <strong>italiana</strong> dal 1348 al 1365 e offrendo, tra l’altro, una memorabile descrizione della peste; e<br />

vi mise mano infine, per un breve aggiornamento, il nipote Filippo.<br />

[La Cronica dell’Anonimo Romano] Se tuttavia la gran parte della prosa – anche<br />

storiografica – trecentesca ci giunge d<strong>alla</strong> Toscana, la regione culturalmente più avanzata, e nella<br />

quale il volgare aveva raggiunto un più completo sviluppo, il capolavoro della storiografia del<br />

secolo venne scritto in un’area ‘eccentrica’ come il Lazio. Si tratta della Cronica scritta da un<br />

Anonimo Romano tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta e relativa <strong>alla</strong><br />

vicenda del tribuno Cola <strong>di</strong> Rienzo. La materia romana sollecita, in un autore che pure mostra <strong>di</strong><br />

conoscere il latino e il volgare toscano, l’impiego del <strong>di</strong>aletto romanesco, e ciò conferisce <strong>alla</strong><br />

narrazione una insolita vivacità e forza espressiva. Ma lo speciale realismo dell’opera si spiega<br />

anche con la circostanza che l’autore, oltre che storico scrupoloso, è anche spettatore <strong>di</strong> molti degli<br />

eventi che racconta: e per esempio il ritratto <strong>di</strong> Cola, passato in breve tempo da eroe a <strong>di</strong>ssoluto<br />

tra<strong>di</strong>tore, è <strong>di</strong> quelli che solo un testimone oculare sarebbe stato in grado <strong>di</strong> dare. Di recente, il<br />

filologo Giuseppe Billanovich ha proposto <strong>di</strong> identificare l’Anonimo con Bartolomeo <strong>di</strong> Iacovo <strong>di</strong><br />

Valmontone, un nobile laziale che, dopo stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina, intraprese la carriera ecclesiastica:<br />

identificazione non certa, ma che darebbe ragione sia della cultura non comune che l’autore mostra<br />

<strong>di</strong> possedere sia delle informazioni <strong>di</strong> prima mano che egli detiene (Bartolomeo era in effetti, in<br />

quegli anni, a Roma).<br />

[La novellistica dopo Boccaccio] Nell’ambito della narrativa d’invenzione, ben poche opere<br />

e ben pochi autori meritano <strong>di</strong> essere segnalati prima del capolavoro del secolo, il Decameron (cfr.<br />

§ 6): un libro che cercherà altrove – nella tra<strong>di</strong>zione classica e me<strong>di</strong>olatina e nella letteratura<br />

francese – i suoi modelli. La produzione novellistica si intensifica, invece, e quasi <strong>di</strong>laga, negli anni<br />

subito successivi <strong>alla</strong> pubblicazione del Decameron. Particolare importanza ha, all’interno <strong>di</strong> questa<br />

linea, la figura <strong>di</strong> Franco Sacchetti (circa 1332-1400). Nato anch’egli, come Boccaccio, in una<br />

famiglia <strong>di</strong> mercanti, ricoprì cariche importanti nelle principali magistrature fiorentine. Scrisse<br />

alcune centinaia <strong>di</strong> testi poetici – quasi tutti raccolti in un manoscritto, copiato <strong>di</strong> sua mano, oggi<br />

<strong>alla</strong> Biblioteca Laurenziana <strong>di</strong> Firenze – e, soprattutto, il libro <strong>di</strong> racconti noto come<br />

Trecentonovelle (trecento nel progetto iniziale, ma ce ne restano soltanto 223), composto a partire<br />

dal 1385 e ultimato nei primi anni Novanta. Rispetto al più vario repertorio stilistico e tematico del<br />

Decameron, Sacchetti compie un’opera <strong>di</strong> riduzione e semplificazione. Manca, a <strong>di</strong>fferenza che nel<br />

Decameron, una cornice che permetta all’autore <strong>di</strong> parlare in prima persona e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare in un<br />

unico <strong>di</strong>segno le <strong>di</strong>verse novelle; e queste sono generalmente tanto brevi e semplici da meritare<br />

piuttosto il nome <strong>di</strong> aneddoti, o motti, o barzellette. Del realismo boccacciano è accolta insomma<br />

solo la componente aneddotica e giocosa, quella che nel Decameron trova posto soprattutto nella<br />

sesta giornata. Far ridere, o far sorridere: è questo lo scopo a cui Sacchetti sembra ridurre la pratica<br />

del ‘novellare’. E tale è infatti la cifra del libro: una raccolta <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> <strong>di</strong>vertenti tratti per lo più<br />

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