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Letteratura italiana: dalle Origini alla morte di ... - Claudio Giunta

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<strong>di</strong> Cino: ma è aperta con lui e con loro quella comunicazione tra la Toscana e le regioni del centro e<br />

del nord-est d’Italia che presto verrà tenuta viva e potenziata dall’esule Dante Alighieri.<br />

[La poesia comico-realistica. La tra<strong>di</strong>zione della poesia burlesca] Nella tra<strong>di</strong>zione<br />

me<strong>di</strong>olatina e franco-provenzale, accanto <strong>alla</strong> poesia ‘seria’, d’argomento erotico o moralereligioso,<br />

ebbe un ruolo <strong>di</strong> grande rilievo la poesia burlesca, composta dai giullari e recitata spesso<br />

<strong>di</strong> fronte al pubblico delle città (laddove i poeti d’amore si rivolgevano solitamente a quello più<br />

colto delle corti). I suoi temi sono ricavati da una vita quoti<strong>di</strong>ana tutt’altro che rosea, intristita<br />

com’è d<strong>alla</strong> povertà, d<strong>alla</strong> malattia, d<strong>alla</strong> senescenza, d<strong>alla</strong> fame. Ma non mancano, a parziale<br />

risarcimento, piccole gioie anch’esse materiali e anch’esse adoperate come tema per la poesia: il<br />

vino, il sesso, il gioco. Testi <strong>di</strong> questo genere si trovano soprattutto nella raccolta dei Carmina<br />

Burana, un’ampia antologia <strong>di</strong> testi poetici latini scritti da vari autori tra il XII e il XIII secolo e<br />

riuniti in un manoscritto proveniente dall’Abbazia <strong>di</strong> Bene<strong>di</strong>ktbeuren (<strong>di</strong> qui il nome della raccolta),<br />

e oggi conservato a Monaco <strong>di</strong> Baviera; ma è assai probabile che ciò che oggi ci rimane sia solo una<br />

piccola percentuale <strong>di</strong> una produzione originariamente molto più vasta sfuggita però – certo per la<br />

trivialità dei soggetti trattati – <strong>alla</strong> registrazione nei co<strong>di</strong>ci. Né questo tipo <strong>di</strong> poesia comicorealistica<br />

restò appannaggio dei soli giullari o dei goliar<strong>di</strong>, dal momento che ad essa si rivolsero<br />

anche poeti sicuramente colti e nobili come il più antico dei trovatori, Guglielmo IX (cfr. § 2). Di<br />

fatto, il registro comico-realistico <strong>di</strong>ventò col tempo una ‘maniera’ nella quale tutti i poeti –<br />

in<strong>di</strong>pendentemente d<strong>alla</strong> loro estrazione sociale e dal loro credo artistico – poterono esercitarsi: tra<br />

essi anche gli stilnovisti Guinizzelli e Cavalcanti.<br />

[Rustico Filippi e Cecco Angiolieri. I temi] In quest’epoca (seconda metà del Duecento),<br />

tuttavia, i maggiori esponenti del ‘genere’ comico-realistico sono il fiorentino Rustico Filippi e il<br />

senese Cecco Angiolieri. Di entrambi rimangono soltanto sonetti (circa venti per il primo, un<br />

centinaio per il secondo), e la cosa probabilmente non è casuale: il registro ‘basso’, il linguaggio<br />

colloquiale adoperato da questi poeti si serve della più facile e imme<strong>di</strong>ata delle forme metriche.<br />

Quanto ai temi, in Rustico e in Cecco l’amore è visto nei suoi aspetti più fisici e materiali: l’etica<br />

della ‘cortesia’ cui s’ispirano i lirici contemporanei come Cino o Dante viene smitizzata: la donna è<br />

una figura in carne e ossa, non un’immagine <strong>di</strong>vina, e ciò che il poeta desidera da lei non è altro che<br />

il suo corpo.<br />

[La questione del realismo] Questa visione <strong>di</strong>sincantata del reale porta nella poesia anche<br />

motivi che erano rimasti sino ad allora estranei <strong>alla</strong> lirica <strong>italiana</strong>, ed erano invece vivi, come si è<br />

detto, nella poesia goliar<strong>di</strong>ca latina dei secoli precedenti: veniamo a sapere della povertà del poeta e<br />

dei suoi cattivi rapporti coi genitori (Cecco), o dei suoi dolori <strong>di</strong> padre (Rustico); visitiamo ambienti<br />

preclusi <strong>alla</strong> lirica d’arte, come il bordello o la taverna in cui il poeta perde il suo tempo tra il vino e<br />

i da<strong>di</strong>; ed entriamo in contatto con figure minori della realtà citta<strong>di</strong>na anch’esse ignorate d<strong>alla</strong> ferrea<br />

<strong>di</strong>alettica amante-amata dei lirici ‘cortesi’. L’intenzione realistica va dunque in due <strong>di</strong>rezioni: in<br />

primo luogo, il poeta parla <strong>di</strong> sé, delle sue passioni e delle sue <strong>di</strong>sgrazie con sincerità; in secondo<br />

luogo, il poeta ritrae senza abbellimenti, ma anzi al contrario col gusto della caricatura, i personaggi<br />

che popolano i rioni <strong>di</strong> Siena e Firenze: mercanti, donne <strong>di</strong> malaffare, soldataglia. L’esperienza dei<br />

poeti comico-realistici implica così la più ra<strong>di</strong>cale rottura nei confronti della tra<strong>di</strong>zione lirica<br />

siculo-toscana e l’ingresso della realtà comunale nel mondo dell’arte.<br />

[Lo sberleffo e l’invettiva] E poiché si trattava <strong>di</strong> una realtà a fortemente conflittuale, sia per<br />

ragioni economiche, sia per ragioni <strong>di</strong> fede politica, sia per le frizioni che sempre hanno luogo tra<br />

concitta<strong>di</strong>ni, non stupisce che tra le forme pre<strong>di</strong>lette <strong>di</strong> Rustico, Cecco e gli altri minori comicorealistici<br />

ci siano quelle dello sberleffo e dell’invettiva. Dei conflitti che la gran parte dei lirici<br />

contemporanei tiene fuori dal cerchio della poesia, autolimitandosi a un ‘canto d’amore’ sempre più<br />

stilizzato, i giocosi fanno materia <strong>di</strong> sonetto. Citiamo, a titolo d’esempio, pochi versi <strong>di</strong> Rustico che<br />

miscelano tutti gli ingre<strong>di</strong>enti fondamentali del burlesco - lessico basso, corposità delle immagini<br />

(tutte legate <strong>alla</strong> sfera pratico-professionale), allusione a cose o persone note a una ristretta – e solo<br />

fiorentina - cerchia <strong>di</strong> persone:<br />

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