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Letteratura italiana: dalle Origini alla morte di ... - Claudio Giunta

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intensifica, per contro, la produzione latina <strong>di</strong> ispirazione classica e biblica. Ritiratosi a Certaldo, vi<br />

muore nel 1375, un anno dopo Petrarca.<br />

6.2 Le opere anteriori al «Decameron»<br />

[A Napoli] A Napoli, nella seconda metà degli anni Trenta, Boccaccio lavora a tre opere<br />

narrative - il Filocolo, il Filostrato e il Teseida – che in modo <strong>di</strong>verso miscelano due ‘generi’<br />

letterari: l’epos e l’elegia amorosa<br />

[Il Filocolo] Nel lungo romanzo intitolato Filocolo (1336-38: il titolo significa ‘fatica<br />

d’amore’, secondo l’errata etimologia dal greco immaginata dall’autore) Boccaccio narra,<br />

attingendola d<strong>alla</strong> tra<strong>di</strong>zione letteraria francese, la vicenda <strong>di</strong> Florio e Biancifiore: storia dell’amore<br />

contrastato tra i due giovani; dell’allontanamento <strong>di</strong> Biancifiore da parte dei genitori <strong>di</strong> Florio,<br />

preoccupati che, lui <strong>di</strong> stirpe regale, s’innamori <strong>di</strong> una fanciulla <strong>di</strong> bassa con<strong>di</strong>zione; della lunga<br />

quête (‘ricerca’) condotta da Florio per ritrovare l’amata; del ricongiungimento tra i due amanti e<br />

della scoperta che anche Biancifiore ha origini nobili; del matrimonio finale e dell’ascesa al trono <strong>di</strong><br />

Florio. Rispetto all’esile trama del modello francese, Boccaccio opera deviazioni e <strong>di</strong>gressioni che<br />

fanno del romanzo una sorta <strong>di</strong> contenitore per i più <strong>di</strong>sparati generi letterari (Battaglia Ricci):<br />

dall’epistola <strong>alla</strong> novella, d<strong>alla</strong> quaestio alle <strong>di</strong>ssertazioni dottrinali. Particolarmente importante è il<br />

cosiddetto episo<strong>di</strong>o delle questioni d’amore, nel quarto libro. Si tratta <strong>di</strong> tre<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>lemmi <strong>di</strong> casistica<br />

amorosa che gli ospiti napoletani <strong>di</strong> Filocolo <strong>di</strong>battono affidandosi <strong>alla</strong> fine al responso della ‘regina<br />

della brigata’ Fiammetta. La loro importanza risiede da un lato nel fatto che in queste pagine è più<br />

forte il legame con la letteratura d’oltralpe (i cosiddetti jeux-partis, quesiti in forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>lemma su<br />

argomenti relativi all’etichetta cortese) e con quelli che probabilmente erano i costumi mondani<br />

della corte angioina; dall’altro perché qui Boccaccio collauda il motivo della ‘brigata’ <strong>di</strong> giovani<br />

riuniti in un giar<strong>di</strong>no a raccontare novelle e a ragionare d’amore: motivo che sarà il filo conduttore<br />

del Decameron.<br />

[Il Filostrato] Ispirato <strong>alla</strong> Historia destructionis Troiae <strong>di</strong> Guido delle Colonne (cfr. § 3.2),<br />

il Filostrato è un poema in ottave che narra dell’amore <strong>di</strong> Troiolo e Criseida sullo sfondo della<br />

guerra <strong>di</strong> Troia: amore tragico, perché Troiolo, tra<strong>di</strong>to, si getta in un duello <strong>di</strong>sperato con Achille, e<br />

ne viene ucciso. A ragione, il Filostrato è stato definito un contro-Filocolo (Sur<strong>di</strong>ch): se il Filocolo<br />

è il romanzo dell’amore saldo, che vince ogni ostacolo, il Filostrato è il romanzo del tra<strong>di</strong>mento,<br />

ovvero dell’amore che scende a compromessi con la realtà (l’amata Criseida, prigioniera dei greci,<br />

si concede a Diomede); e se Florio è il prototipo dell’eroe che agisce, Filostrato è l’innamorato<br />

elegiaco che contempla: riflettendo sul’amore, scrivendo lettere, piangendo.<br />

[Il Teseida] Poco dopo il Filostrato, Boccaccio compone il poema Teseida. Come Petrarca,<br />

che lavora in questi anni all’Africa, egli intende rinnovare la tra<strong>di</strong>zione dell’epica. Ma lo fa in<br />

volgare, e scegliendo come soggetto non un grande tema della storia romana ma un oscuro episo<strong>di</strong>o<br />

della mitologia greca: le gesta <strong>di</strong> Teseo, duca <strong>di</strong> Atene, e le avventure dei due nobili tebani Arcita e<br />

Palemone, entrambi innamorati dell’amazzone Emilia. Così come nel Filostrato, il tema epico si<br />

rivela anche qui un puro pretesto, perché la gran parte dell’opera è de<strong>di</strong>cata <strong>alla</strong> storia d’amore e al<br />

duello tra Arcita e Palemone per Emilia, mentre la figura del condottiero Teseo scivola in secondo<br />

piano. In tal modo, la lezione dei gran<strong>di</strong> epici latini, Virgilio e Stazio, che Boccaccio stu<strong>di</strong>a<br />

approfon<strong>di</strong>tamente, resta superficiale: essa non sostiene per intero il poema ma emerge in certi<br />

dettagli tecnici come la descrizione degli ambienti, o il catalogo dei personaggi; il vero modello<br />

ispiratore – dato che l’amore prevale sulla materia epica – è anche qui, come spesso altrove, il poeta<br />

latino Ovi<strong>di</strong>o.<br />

[A Firenze. La Come<strong>di</strong>a delle ninfe fiorentine] Negli anni imme<strong>di</strong>atamente successivi al<br />

rientro a Firenze nel 1340, Boccaccio lavora a due opere <strong>di</strong>versamente legate <strong>alla</strong> tra<strong>di</strong>zione<br />

culturale e <strong>alla</strong> vita fiorentina: la Come<strong>di</strong>a delle ninfe fiorentine e l’Amorosa visione. La Come<strong>di</strong>a<br />

(chiamata anche Ameto, dal nome del protagonista) è un prosimetro, cioè un’opera mista <strong>di</strong> prosa e<br />

poesia (come la Vita nova <strong>di</strong> Dante), che narra <strong>di</strong> come il pastore Ameto, incontrate alcune ninfe nel<br />

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