Letteratura italiana: dalle Origini alla morte di ... - Claudio Giunta
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– interessi che, piuttosto che attraverso le ‘libere’ forme del racconto, vengono sod<strong>di</strong>sfatti attraverso<br />
i sermoni, le leggende, gli aneddoti esemplari.<br />
[La società bassome<strong>di</strong>evale] A questa pro<strong>di</strong>giosa vitalità culturale fa riscontro un quadro<br />
socio-politico altrettanto movimentato. Tra il X e il XIV secolo la popolazione <strong>italiana</strong> raddoppia. È<br />
questo il segno più importante e vistoso <strong>di</strong> un progresso sociale che ha molteplici aspetti, i quali si<br />
possono interpretare ora come effetti ora come cause dell’esplosione demografica. Da un lato,<br />
migliorano le con<strong>di</strong>zioni alimentari e quelle igieniche: fino <strong>alla</strong> metà del Trecento non si registrano<br />
epidemie tanto gravi quanto quelle che avevano afflitto perio<strong>di</strong>camente l’Europa nell’Alto<br />
Me<strong>di</strong>oevo. Dall’altro lato, migliorano le con<strong>di</strong>zioni economiche me<strong>di</strong>e, e ciò soprattutto in<br />
conseguenza <strong>di</strong> due fatti. In primo luogo, l’ampliamento della rete dei commerci. I mercanti italiani<br />
non si muovono più soltanto in un àmbito locale o nazionale ma viaggiano in tutta Europa<br />
acquistando ben presto sulla concorrenza straniera un primato commerciale e finanziario: ricche<br />
famiglie toscane e lombarde aprono cre<strong>di</strong>ti alle maggiori <strong>di</strong>nastie regnanti europee facendo nascere<br />
così le prime banche. Insieme, allo scopo <strong>di</strong> tutelare l’attività mercantile, nascono le prime<br />
compagnie assicurative. Tutto ciò, a sua volta, è conseguenza del fiorire dell’industria<br />
manifatturiera: le merci italiane (i tessuti pregiati in modo particolare) hanno grande successo nelle<br />
fiere che perio<strong>di</strong>camente si tengono per esempio nella regione francese della Champagne.<br />
[Il nuovo rapporto tra città e campagna] Ma all’origine dell’espansione economica c’è<br />
soprattutto un rapporto più <strong>di</strong>namico tra le città e la campagna. Il modello feudale, fatto <strong>di</strong> microunità<br />
economicamente in<strong>di</strong>pendenti in cui il contado è al servizio esclusivo del vassallo e della sua<br />
corte, cessa <strong>di</strong> essere l’unico modello possibile. Nel corso dell’XII e del XIII secolo i nuovi soggetti<br />
politici, i comuni, conquistano il contado riducendo il potere dell’aristocrazia feudale: la produzione<br />
agricola entra così a far parte <strong>di</strong> un più aperto sistema economico fondato non sull’esazione (quella<br />
imposta dal proprietario terriero al servo o al mezzadro) ma sulla compraven<strong>di</strong>ta. Frattanto, si<br />
affinano le tecniche agricole – cioè quel complesso <strong>di</strong> pratiche legate, per esempio, all’aratura, <strong>alla</strong><br />
ferratura dei cavalli, <strong>alla</strong> macina – e si amplia la superficie coltivabile, onde numerose opere <strong>di</strong><br />
bonifica, <strong>di</strong>ssodamento, colonizzazione: nel giro <strong>di</strong> pochi secoli, questa umanizzazione della natura,<br />
specialmente in aree ricche come la Toscana, cambia profondamente l’aspetto del paesaggio<br />
italiano.<br />
1. Il periodo storico e i movimenti culturali<br />
1.1 Il quadro storico-politico<br />
[L’Italia alle soglie del secondo millennio] II quadro politico italiano dopo l’anno Mille<br />
appare <strong>di</strong>viso in quattro gran<strong>di</strong> aree <strong>di</strong> influenza. Al centro-nord, il cosiddetto Regno italico è<br />
soggetto all’autorità dell’imperatore tedesco, e uno dei fili conduttori della storia politica sino <strong>alla</strong><br />
fine del Me<strong>di</strong>oevo sarà appunto il conflitto tra questa lontana autorità (la sede imperiale era a<br />
Aquisgrana, nella Germania settentrionale) e i comuni italiani del nord desiderosi <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza.<br />
Il Mezzogiorno d’Italia è in parte sotto il controllo dell’Impero bizantino, in parte (la Sicilia) in<br />
mano agli arabi. Il dominio longobardo, un tempo esteso a larga parte della penisola, persiste<br />
soltanto nell’attuale Campania. Questa frammentazione implica che non si possa parlare, per questo<br />
periodo, <strong>di</strong> una anche solo idealmente unitaria storia <strong>italiana</strong>. Se la mappa dei poteri ‘<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto’ è<br />
quella appena delineata, il potere effettivo è nelle mani <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> proprietari terrieri che organizzano<br />
i loro posse<strong>di</strong>menti come piccoli sistemi autosufficienti scarsamente comunicanti l’uno con l’altro:<br />
il castello domina sul contado sfruttandone i prodotti e assicurando in cambio protezione contro gli<br />
attacchi provenienti dall’esterno.<br />
[Il conflitto tra papato e impero nell’XI e nel XII secolo] Nel corso del secolo XI si<br />
verificano due eventi politici fondamentali. Al centro-nord si acuisce il conflitto tra l’Impero<br />
germanico e il Papato, che, pur senza detenere ancora un grande stato territoriale, d<strong>alla</strong> sua sede<br />
romana influenza profondamente la vita e le idee dei popoli cristiani. Da un lato, secondo il modello<br />
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