Ricerca Immigrati_impaginato(.Pdf 1.8 MB) - Avis
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Dono, corpo, cittadinanza. Implicazioni culturali della<br />
donazione del sangue presso comunità di immigrati<br />
stranieri in Toscana<br />
di Fabio Dei<br />
1. Obiettivi conoscitivi della ricerca<br />
Negli ultimi anni <strong>Avis</strong> Toscana si è impegnata in ampie campagne di coinvolgimento<br />
e sensibilizzazione alla donazione del sangue rivolte ai cittadini immigrati.<br />
Nel 2005 e, più di recente, nei primi mesi del 2007, la stessa <strong>Avis</strong> ha censito le presenze<br />
di cittadini immigrati (“extracomunitari”, per usare questo ambiguo ma corrente<br />
termine) come donatori all’interno della propria associazione, suddivisi per<br />
sezioni locali e paese di appartenenza. I dati che ne sono risultati sono molto interessanti<br />
ma di difficile lettura. La distribuzione sul territorio regionale è a macchia di<br />
leopardo. Gli alti e i bassi dipendono da numerose variabili, che allo stato delle conoscenze<br />
non è possibile tenere sotto controllo e incrociare: la presenza in assoluto<br />
di immigrati, la presenza di altre associazioni di donatori (p.es. Fratres), gli ambiti<br />
lavorativi e il grado di integrazione delle diverse comunità immigrate, e altre ancora.<br />
Soprattutto, non è possibile porre questi dati quantitativi in relazione alle specifiche<br />
condizioni locali che li hanno prodotti: le reti di contatti, l’attività e la capacità di<br />
apertura e dialogo delle sezioni territoriali <strong>Avis</strong> e persino dei singoli dirigenti e soci.<br />
Tutti punti, questi, che sarebbe interessante indagare in modo più approfondito per<br />
il futuro.<br />
La ricerca qui presentata si è per il momento concentrata su un aspetto particolare<br />
del problema. Il coinvolgimento di donatori immigrati implica problemi di carattere<br />
interculturale che è necessario comprendere e approfondire. La donazione volontaria<br />
del sangue si basa, infatti, su alcuni assunti largamente (anche se spesso implicitamente)<br />
condivisi nella nostra cultura. In particolare, si tratta di due ordini di<br />
assunti. Il primo riguarda quello che potremmo chiamare il concetto di cittadinanza.<br />
Si pensa alla donazione come a un dovere di solidarietà che fa parte del nostro<br />
ruolo di cittadini ben inseriti in una società universalista. In altre parole, per quanto<br />
possa spesso capitare che si doni il sangue a persone particolari in occasioni particolari,<br />
la forma normale della donazione moderna è quella del “dono agli estranei”;<br />
in quanto cittadino astratto io dono a un altro cittadino astratto, che non conosco<br />
e non devo conoscere. Condizione di questo atto di solidarietà è la percezione<br />
da parte nostra di muoverci in una società intessuta di forti valori e vincoli comunitari,<br />
che non solo garantisce un uso equo e giusto del dono che io faccio, ma lo<br />
converte (in mancanza di forme dirette di reciprocità) in valore civile e in sentimento<br />
di appartenenza e identità. Ora, possiamo dare per scontata la condivisione di<br />
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