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Ricerca Immigrati_impaginato(.Pdf 1.8 MB) - Avis

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Ci sono state moltissime discussioni a proposito dell’accuratezza<br />

delle conclusioni raggiunte da Titmuss e della credibilità delle fonti<br />

statistiche che usò. Ma questo dibattito è stato sostituito<br />

dall’evoluzione tecnologica, che ha fatto modo di ridurre i rischi associati<br />

ai pazienti che usano sangue trasfuso…Per prima cosa, ora<br />

sono disponibili molti test in grado di monitorare una vasta serie di infezioni<br />

che potrebbero inficiare la qualità delle scorte di sangue. Secondo,<br />

le tecnologie che riguardano il sangue sono diventate molto<br />

sofisticate con l’emergere di una nuova economia industriale legata<br />

alla commercializzazione dei componenti del sangue e dei prodotti<br />

derivati dal plasma. Il sangue intero è ancora molto importante, ma i<br />

processi di frazionamento del sangue e la messa a disposizione dei<br />

prodotti emoderivati finisce sempre più per influenzare l’industria del<br />

sangue. Terzo, il sangue intero, che ha una vita limitata di circa 45<br />

giorni, oggi è usato con moderazione, visto che si preferisce usare<br />

componenti particolari per trattamenti specifici. Quarto, negli Stati Uniti,<br />

la risposta a questi sviluppi tecnologici è stata che il sangue intero<br />

ora è donato principalmente da donatori volontari, mentre le “donazioni”<br />

di componenti emoderivati e di plasma sono pagate. Uno<br />

dei motivi sembra legato al tempo necessario per queste particolari<br />

donazioni, laddove si richiedono in media almeno 2 ore, contro l’ora<br />

scarsa necessaria per donare sangue intero. Questo inconveniente<br />

sembrerebbe parzialmente alleviato con il pagamento in denaro…La<br />

Gran Bretagna, invece, non ha sviluppato un’industria del plasma<br />

basata sugli incentivi economici, e per questo è stata anche incapace<br />

di affrontare economicamente le costosissime nuove tecnologie<br />

necessarie per l’aggiornamento delle pratiche legate alla donazione.<br />

Il risultato è stato che la Gran Bretagna non è autosufficiente<br />

nell’approvvigionamento di plasma e prodotti derivati, ed è costretta<br />

ad importare questi prodotti dagli Stati Uniti [Vicziany, 2001, p.389].<br />

Questa sollecitazione, così forte, mi spinge ad una riflessione: credo che in questi<br />

casi si debba procedere alla riconsiderazione della terminologia applicata, intendendo<br />

con questo, che mi sembra appropriato parlare di dono di sangue solo se<br />

questo viene preso nella sua interezza e depositato in sacche, che per il loro colore<br />

sarebbero immediatamente riconoscibili al donatore. Ma se, in qualità di donatore,<br />

decido di rendere disponibile il mio tempo per applicazioni tecnologiche come<br />

la piastrinoferesi o altre, e permetto la reimmissione del sangue “impoverito”<br />

nelle mie vene, ecco che non ho più quella visione metaforicamente rossa che da<br />

sola sembra giustificare il dono. In realtà io ho prestato il mio corpo per la scienza,<br />

e svanisce così la percezione del ricevente bisognoso di aiuto. Allora, essere pagati<br />

per il tempo perduto e per il bene immesso nel mercato, è forse blasfemo?<br />

[cfr. nota 11]. Il punto è: la donazione volontaria è realmente l’unica soluzione op-<br />

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