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derci maggiormente circospetti nei confronti di pretese regole universali che ne
strutturerebbero le dinamiche.
2. Dal dono al sangue
Ci appare oggi abbastanza chiaro che non solo il dono, con la sua forza di legante,
struttura la socialità primaria, ma anche che la struttura sociale di un paese informa
le pratiche di dono in esso agite. In una società comunitaria come quella senegalese
abbiamo, infatti, rilevato molti modi di dare che crediamo di poter considerare
forme di dono. Ne abbiamo qui presi in considerazione due assai dissimili tra loro,
ma tuttavia strettamente legati: quelli inerenti alla teranga legano tutti gli individui in
virtù della loro comune umanità, il dono verticale collega gli individui ai propri gruppi
di appartenenza e questi gli uni agli altri attraverso contrapposizione e collaborazione.
Voler ridurre tutte quelle forme del dare che creano legami ad un unico concetto di
dono fondato sul paradigma del triplice obbligo, ci sembra che implichi dei riduzionismi
troppo drastici per poter essere accettati. Aprirci alle differenze si è rivelato
indispensabile per poter ambire a una comunicazione veramente efficace, capace
di tener conto della poliedricità di tale prassi che è costantemente influenzata dai
rapporti socio-economici vigenti in ogni singolo contesto.
Avvicinarci alle loro pratiche del dare/donare, alla loro valutazione della solidarietà,
era indispensabile per poter comprendere la loro percezione di un gesto come la
donazione del sangue, che si fonda sul concetto occidentale di dono e che è stata
mutuata in terra senegalese senza tenere conto delle importanti, anche se sfuggenti,
differenze concettuali di base.
Prima di concentrare l’attenzione sul valore attribuito dai nostri intervistati alla donazione
di sangue sono necessarie alcune puntualizzazioni su come essa viene
praticata in Senegal.
E’ bene infatti sottolineare che tutte le narrazioni che riporteremo sono riferibili a
quanto avviene nel contesto d'origine dal momento che qui in Italia quasi nessuno
di loro ha mai sentito parlare delle organizzazioni che si occupano della raccolta
del sangue.
In Senegal la diffusione di tale pratica è stata agevolata dalla sincera fiducia che
tutti ripongono nella biomedicina [Ragni 2003-04] la quale ha fatto il suo ingresso
nel paese in epoca coloniale, a seguito della classe dirigente francese e come
supporto per le forze militari. E’ stata imposta, quantomeno nelle città, come unico
metodo di cura ed ha avuto più di un secolo per dimostrare le proprie capacità, almeno
nella cura di alcuni tipi di malattie.
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