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Ricerca Immigrati_impaginato(.Pdf 1.8 MB) - Avis

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Il citato studio di Buciuniene, molto recente (agosto 2006), indica quella che secondo<br />

me potrebbe essere la soluzione più appropriata. Si fa riferimento alla legge<br />

vigente in Lituania:<br />

Nel 2004, il governo lituano approvò nuove formule di pagamento, in<br />

base alle quali, previa richiesta del donatore, questo doveva essere<br />

pagato 40 litas (11.6 euro) con i fondi del budget nazionale, per<br />

compensare il suo trasferimento e le spese alimentari supplementari.<br />

Questo regolamento sta ancora funzionando bene.<br />

Quello che invece più mi muove scandalo è far pagare il ricevente. Le considerazioni<br />

che seguono sono molto personali, certamente non dettate da proposizioni<br />

scientificamente giustificate, ma trovo impellente il bisogno di annotarle. Chi ha<br />

bisogno di sangue o emoderivati è già in una posizione di oggettiva inferiorità. Lo<br />

Stato dovrebbe farsi carico dei problemi dei suoi cittadini, se questi non possono,<br />

per le ben note complicazioni tecnologiche, oltre che economiche, risolverli da<br />

soli. Sapere che, da questo punto di vista, si possano creare corsie preferenziali<br />

urta profondamente il mondo basato sul senso dell’altro, fondamentale seppur<br />

retorico implicito della donazione.<br />

Possiamo certamente criticare Titmuss per l’impostazione metodologica del suo<br />

lavoro, ma lo spirito di fondo, la sua ansia di raggiungere una politica sociale in<br />

grado di correggere le storture del mercato, dovrebbe essere sempre ben presente<br />

a quanti reggono le redini della vita, in ogni senso, dei cittadini. E questa<br />

discussione non avrebbe senso se non si prendesse, alla fine, in seria considerazione<br />

lo statuto, possiamo dirlo, veramente speciale che la donazione di sangue<br />

intero possiede. Proviamo a tirare le somme. Sono contrario, e credo molti come<br />

me, a pagare i donatori di sangue intero, sempre secondo la metodologia del<br />

versamento di denaro per donazione; si può convenire che, dal punto di vista<br />

umano, chi si faccia pagare meriti molto poco rispetto, al contrario di chi si offre<br />

gratuitamente. A loro va tutta la mia riconoscenza; propendo invece per una specie<br />

di aggiustamento delle forme di incentivazione. La proposta di Johannesson e<br />

Mellstrom mi sembra andare in una direzione percorribile anche nel nostro Paese.<br />

Penso poi che abbattere il finto moralismo che circonda la compra-vendita di<br />

plasma, che come abbiamo visto proviene in larga parte dagli Stati Uniti, e pagare<br />

i donatori per le prestazioni fornite di emoderivati, potrebbe condurci verso<br />

documenti presentati, quindi con una totale mancanza d’onestà operativa da parte delle strutture<br />

sanitarie 36 , l’opinione pubblica francese abbia certamente condannato tali procedure, non<br />

di meno proseguendo nella sua pratica donatrice, che la rende uno dei Paesi europei meglio<br />

forniti di scorte di sangue [cfr. Healy 2000]. Questo dubbio solleva questioni assai più impegnative:<br />

ci si deve chiedere in quali direzioni operare per sensibilizzare alla donazione. Quindi<br />

se intervenire sul singolo, sulle motivazioni individuali, o sviluppare le istituzioni che fanno da<br />

insopprimibile contorno.<br />

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