Ricerca Immigrati_impaginato(.Pdf 1.8 MB) - Avis

C: giornata di ferie o tre giorni di ferie … tre li danno, più una mensa
… per quello che è. … Ma, secondo me, in Romania trovano il soggetto
… solo che se lo fanno, lo fanno generalmente in cambio di
qualcosa … Veramente che uno la faccia proprio disinteressato totalmente,
per dire, … «guarda, volo donare perché io mi sento bene,
che uno se li succede qualcosa, o se io ci avessi problemi, mah …
una volta mi trovo questa …. » magari con le chiamate sì, con le
chiamate precise …nel senso che «c’è una persona che sta morendo,
venite a donare» … magari in questo modo uno si sente più …
più coinvolto … subito perché sa subito dove va a finire. Ma, a lungo
termine, non so. Non, veramente, non ho idea.
Dall’analisi delle informazioni raccolte riferite al tema delle motivazioni
connesse alla donazione del sangue, si evidenzia la netta prevalenza di una “logica
autocentrata e autoreferenziale” 3 . Si dona per poter usufruire delle analisi gratuite,
per avere cinque giorni di licenza durante il servizio militare, per godere della
giornata di riposo post-trasfusionale, per avere un buono da spendere al mercato.
Le., un uomo di trentasette anni da soli due anni in Italia, cita esperienze di donazioni
a pagamento, sia in Romania che in una precedente esperienza migratoria in
Germania:
Sonia: era un donatore lì in Romania?
Le: In Romania, sì.
S: Mi spiega un po’ … quand’è che ha iniziato a donare sangue?
Le: di tanto anni fa … dieci anni. Ho donato sangue un … tre …
quattro … quattro anni.
S: per tre, quattro anni l’ha …
Le: no, ha donato quattro anni … consecutivo … di fare …
S: Ah, quattro anni consecutivi, sì.
Le: consecutivi. … fare la tre mesi … due mesi mezzo … tre mesi …
di levare … prima volta
3 Giancarlo Tamanza, analizzando la tematica motivazionale e le modalità di accesso
nell’ambito della donazione del sangue all’interno dell’Avis, individua quattro categorie semantiche:
“occasionale”, autoriferita ed egosintonica”, “per logica di scambio”, “per identificazione
valoriale”. La prima categoria è costituita da «motivazioni apparentemente superficiali o non
elaborate: accesso mediato da circostanze casuali e dalla conoscenza personale con altri soci»;
la seconda è riconducibile a «motivazioni esplicitamente riferite a sé e ad una sorta di
“guadagno o beneficio secondario”, direttamente o indirettamente legato al comportamento
donativo»; la terza fa riferimento ad una «motivazione legata al bisogno/desiderio di restituire
il dono; accesso segnato da situazioni altamente emotive, per coinvolgimento – diretto o indiretto
– in una situazione di bisogno di sangue»; l’ultima categoria, infine, individua una «motivazione
legata al riconoscimento del contenuto ideale e valoriale dell’associazione ed al dono
del sangue come azione concreta di aiuto; l’accesso è spesso mediato da una testimonianza
o da tradizione familiare». (Cfr. Boccacin, Tamanza 1997, p.109).
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