Ricerca Immigrati_impaginato(.Pdf 1.8 MB) - Avis
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Premessa<br />
di Fabio Dei<br />
I testi presentati in questo volume sono i primi risultati di una ricerca nata dalla collaborazione<br />
di <strong>Avis</strong> Regionale Toscana e di un gruppo di lavoro da me coordinato<br />
presso l’Università di Pisa (insegnamento di Antropologia Culturale, Dipartimento<br />
di Storia), operante all’interno di un PRIN (Programma di <strong>Ricerca</strong> Scientifica di Interesse<br />
Nazionale del Ministero della <strong>Ricerca</strong> e dell’Università) denominato “Sangue,<br />
cittadinanza, solidarietà”.<br />
La ricerca ha preso avvio nel 2005, collocandosi nel quadro del sempre più forte<br />
interesse che le associazioni di donazione del sangue hanno rivolto negli ultimi anni<br />
alle fasce di cittadini immigrati. Mentre si valutano le grandi potenzialità del loro<br />
coinvolgimento nella donazione e si lanciano campagne di informazione e reclutamento,<br />
ci si rende anche conto di trovarsi di fronte a un difficile problema di “traduzione”<br />
interculturale. I presupposti e i valori che per “noi” fondano l’impegno civico<br />
e la donazione del sangue possono non essere gli stessi nei gruppi migranti, in<br />
virtù sia dell’influenza delle culture di provenienza sia della posizione sociale marginale<br />
e non completamente integrata che tali gruppi spesso occupano nel contesto<br />
italiano. Da qui la necessità di studi di carattere qualitativo, volti a comprendere<br />
l’orientamento verso la donazione in rapporto da un lato alle pratiche relazionali e<br />
di solidarietà presenti nelle comunità migranti, dall’altro alle concezioni condivise<br />
riguardanti il corpo, la salute, la malattia e le connotazioni simboliche del sangue.<br />
Per la sua natura, appunto, qualitativa, la ricerca ha dovuto concentrarsi su alcune<br />
specifiche realtà locali e rinunciare a ogni pretesa di rappresentatività generale. I<br />
casi che abbiamo deciso di studiare sono due: la comunità senegalese di Pisa e<br />
quella romena di Firenze. Su altre realtà con cui si sono pure avviati contatti, come<br />
quella dei ghanesi a Prato e degli albanesi a Livorno, non è stato per il momento<br />
possibile sviluppare la ricerca. I risultati conoscitivi raggiunti, come detto, non sono<br />
generalizzabili: non sono cioè necessariamente validi per realtà territoriali e socioculturali<br />
diverse. Tuttavia sono abbastanza significativi da far emergere problematiche<br />
e categorie interpretative che vanno oltre la specificità locale, e che ben potrebbero<br />
esser messe alla prova in altri contesti.<br />
Il quadro generale della ricerca e una esposizione sintetica dei risultati sono esposti<br />
nel mio testo introduttivo, originariamente presentato come relazione al Convegno<br />
Regionale di <strong>Avis</strong> Toscana il 21 Aprile 2007. I due contributi che seguono presentano<br />
i risultati della ricerca pisana sui senegalesi (Martina Cavazzini e Chiara Di<br />
Clemente) e di quella fiorentina sui romeni (Sonia Di Giorgio e Giovanni Luca<br />
Mancini). Si tratta di saggi già usciti, in una versione leggermente diversa, su un<br />
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