Ricerca Immigrati_impaginato(.Pdf 1.8 MB) - Avis
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Da tutti i racconti sopra riferiti si può inferire che in Senegal vi sia la diffusione di un<br />
mito che riguarda la donazione del sangue e cioè che alcune donazioni nel corso<br />
di un’intera vita siano sufficienti dato che nel paese non c’è carenza di sangue. 13<br />
Questo mito è smentito da fonti ufficiali: il Senegal è ben lontano infatti dai valori di<br />
raccolta che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) indica come indispensabili<br />
per raggiungere l’autosufficienza, benché il tasso sia in crescita negli ultimi<br />
anni [Birame 2007]. Nella Regione di Fatick, per esempio, non esiste proprio un<br />
centro trasfusionale e pertanto alcuni malati vengono trasferiti nell’ospedale vicino<br />
di Diourbel a 42 chilometri di distanza 14 . I medici fanno continue campagne per<br />
promuovere la donazione e soprattutto per far comprendere l’importanza dello<br />
stoccaggio del sangue al fine di poter fronteggiare anche situazioni di emergenza.<br />
Il basso numero delle donazioni dipende in parte, secondo i medici, dalla paura di<br />
contrarre l’AIDS, da una scarsa aderenza delle donne, nonostante siano quelle<br />
che necessitano del maggior numero di trasfusioni, e dall’esiguità dei donatori regolari<br />
[Sarre 2003].<br />
E’ necessario puntualizzare ancora che tutto ciò che si è detto proviene da una sintesi<br />
tra alcune fonti e le parole di migranti, oltretutto istruiti e mediamente giovani.<br />
Costoro avranno facilmente ampliato la propria percezione della questione a seguito<br />
della permanenza all’estero e questo ci sembra ancora più verosimile quando<br />
leggiamo articoli locali che riferiscono di posizioni opposte e fortemente reazionarie.<br />
L’esempio più eclatante è forse quello delle persone che sostengono che<br />
riceverebbero e donerebbero sangue solo all’interno della propria famiglia [Kogne<br />
2007]. Crediamo che in questo caso il valore della teranga, che crediamo sostanzi<br />
la percezione della donazione di sangue in Senegal, venga offuscato dalla particolare<br />
natura di ciò che passa, soprattutto perché forte deve essere ancora la paura<br />
delle malattie ematicamente trasmissibili e vacillante la fiducia nella completa sicurezza<br />
dell’operazione.<br />
Chiarito questo, resta ora da domandarsi come mai la pratica della donazione di<br />
sangue sia stata perfettamente incorporata in tutte le sue parti tranne che per<br />
l’aspetto della fidelizzazione dei donatori.<br />
Abbiamo visto come il dono abbia un duplice volto in Senegal: da una parte esso<br />
si muove lungo un’asse verticale attraverso cui vi è una continua ridefinizione dei<br />
rapporti gerarchici sociali, dall’altra vi è la teranga, ovvero quel valore per cui gli individui<br />
sono legati insieme dalla comune umanità e pertanto devono sempre essere<br />
pronti a sostenersi. E’ proprio la situazione di bisogno, in cui ogni essere umano<br />
può venire a trovarsi, ad annullare ogni differenza di appartenenza.<br />
13 E’ Richard Titmuss [1997] a riferire di un mito legato alla donazione di sangue: in America,<br />
sebbene gran parte del sangue raccolto provenisse negli anni Settanta dalle banche commerciali,<br />
paradossalmente questa consapevolezza non scendeva a livello di coscienza collettiva,<br />
tanto che la maggior parte della popolazione era convinta che la donazione volontaria fosse la<br />
norma.<br />
14 Cfr. En dépit de la fréquence d'anémies et d'hémorragies, le don de sang reste méconnue à<br />
Fatick, www.sudonline.sn/archives/27022004.htm .<br />
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