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Ricerca Immigrati_impaginato(.Pdf 1.8 MB) - Avis

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Per quel che riguarda l’anonimato, ad esclusione del più giovane dei nostri intervistati<br />

che lo percepisce come ostacolo per fare nuove conoscenze, tutti lo reputano<br />

un saggio provvedimento: esso tiene lontani gli uomini dagli aspetti meno nobili del<br />

loro essere, ovvero la tendenza alla vendetta, a rinfacciare le azioni compiute e ad<br />

abbandonare chi è giudicato diverso. La donazione di sangue è una pratica spinta<br />

dalla consapevolezza di un bisogno, ma è mossa anche dalla parte emotiva di noi:<br />

essa ci viene più volte descritta come un obbligo morale che ha assoluta precedenza<br />

dato che in ballo vi è la vita di un uomo. Bisogna pertanto mettersi al riparo<br />

da quelle perniciose passioni che potrebbero indurci a rifiutare il sangue ad un altro<br />

uomo o a rinfacciargli un dono che per la sua natura è oltretutto irrestituibile.<br />

Si effettuano donazioni a favore dei propri familiari; in questo caso viene meno<br />

l’anonimato, ma è considerato un bene che esso sia stato imposto tra estranei. 9<br />

L’anonimato certamente implica un annullamento del legame tra chi dona e chi<br />

riceve, ma capiamo dalle loro parole che questo non è importante perché il gesto<br />

non ricerca la personalizzazione del rapporto, ma solo l’appagamento di un bisogno,<br />

atteggiamento che trova eco nel prototipo del dono senegalese solidale, ovvero<br />

nel dono notturno.<br />

Dunque anche quello dell’anonimato è un valore che viene incorporato facilmente<br />

all’interno della cultura senegalese; l’unico aspetto della propaganda divulgativa<br />

che non viene recepito è la regolarità del gesto. Tale fattore emerge in modo deciso<br />

anche dalle nostre interviste: su sette donatori solo uno ha reiterato il gesto lungo<br />

il corso di un intero anno, per gli altri si è trattato di episodi occasionali. Nessuno<br />

ci dice che sarebbe bene donare regolarmente, ma molti insistono sul fatto che<br />

l’importante è non tirarsi indietro nel momento in cui ci si trovi davanti ad un bisogno:<br />

solo le persone “cattive” 10 si comportano così, attribuendo quindi al gesto un<br />

forte valore etico. A quelli che non hanno mai donato chiediamo il motivo<br />

dell’astensione e una risposta ricorrente è che non si sono ancora trovati di fronte<br />

ad un bisogno concreto: nessuno ha mai chiesto il loro sangue. Nessuno percepisce<br />

questa condotta come carente e la definizione di donatore, a pieno titolo, è attribuita<br />

ad ogni persona che abbia donato almeno una volta.<br />

Sono però moltissime le persone che dichiarano di aver donato il sangue almeno<br />

una volta, sette sulle undici alle quali abbiamo posto la domanda, e dalle loro parole<br />

si sono profilate diverse possibilità di incontro con tale pratica.<br />

9 Tale pratica, fa notare il Dottor Diop, Presidente dell’ASEVOS (Association sénégalaise des<br />

volontaires du sang), è in calo a Dakar, dove vi si ricorre solo nel due per cento delle trasfusioni,<br />

ma rimane piuttosto frequente in quelle regioni, dove non sono ancora state istituite delle<br />

banche del sangue [cfr. Kogne 2007].<br />

10 Più d’uno dei nostri intervistati utilizza tale aggettivo per qualificare le persone che si sottraggono<br />

davanti ad una richiesta diretta di donare il proprio sangue.<br />

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