Ricerca Immigrati_impaginato(.Pdf 1.8 MB) - Avis
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Introduzione<br />
La presente pubblicazione nella collana “<strong>Avis</strong> Book” detiene un particolare primato:<br />
si tratta del primo studio strutturato promosso da <strong>Avis</strong> Toscana sulla relazione tra<br />
multiculturalità e donazione, nato da un felice incontro tra Università e Associazione.<br />
Il tema, almeno in Toscana, ricorre da tempo, e l’attenzione di <strong>Avis</strong> verso le politiche<br />
della multiculturalità e dell’accoglienza è da qualche anno particolarmente vivace.<br />
Si tratta infatti di una delle più delicate e cruciali questioni sulle quali la proposta<br />
solidaristica dell’Associazione ha modo di esprimersi.<br />
La portata rivoluzionaria del messaggio avisino dei primi del 900, che invocava una<br />
donazione anonima, gratuita, universale, trova oggi l’occasione per essere riaffermata<br />
proprio attraverso il dialogo con culture ed etnie diverse. Dialogo che può indifferentemente<br />
transitare o approdare alla donazione di sangue, ma che deve avvenire<br />
nel reciproco rispetto, e con la comune intenzione di trovare un’intesa che<br />
esprima un più compiuto e condiviso senso di comunità.<br />
Del resto, la complessità del concetto di cittadinanza, e le trasformazioni che il<br />
mondo e il sistema delle relazioni hanno subito a partire dal secolo precedente,<br />
sollecitano una serie di riflessioni sul contenuto della proposta associativa.<br />
In una società sempre più aperta e multiculturale, dove lingue, razze, religioni e<br />
tradizioni si incrociano per le strade e sui banchi di scuola, è giunto il momento di<br />
domandarsi se i valori che ci ispirano, e che muovono la donazione del sangue,<br />
possono essere compresi e condivisi.<br />
Questo non significa affatto rinunciare alle proprie radici o smentire i propri riferimenti;<br />
significa anzi valorizzarli, rileggendoli alla luce di un mondo più complesso.<br />
Tutte queste considerazioni ci hanno incoraggiato a raccogliere l’invito<br />
dell’Università di Pisa, della quale siamo stati entusiasti compagni di viaggio nella<br />
realizzazione della ricerca e della presente pubblicazione.<br />
Sono certo che, oltre a rappresentare la doverosa conclusione di un lavoro serio<br />
ed approfondito di carattere scientifico, curato dal prof. Fabio Dei che ha raccolto<br />
un’avanzata intuizione del prof. Mariano Pavanello, il testo potrà essere un utile<br />
contributo alla riflessione per il ruolo e l’identità del volontariato del sangue.<br />
Luciano Franchi<br />
Presidente <strong>Avis</strong> Toscana<br />
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