Ricerca Immigrati_impaginato(.Pdf 1.8 MB) - Avis
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di obbligazioni reciproche e di gerarchie familiari. Le relazioni familiari<br />
sono inoltre fondamentali per la creazione delle reti sociali (guanxi) e<br />
lo scambio di doni e favori. Con profonda affinità con quello che gli<br />
antropologi chiamano “reciprocità bilanciata”, per i cinesi il fallimento<br />
della reciprocità conduce non solo alla rottura delle relazioni sociali,<br />
ma anche ad una potenzialmente devastante perdita della “faccia”<br />
(lian, or mianzi). Queste ipotesi culturali, riguardanti il dono, suggeriscono<br />
che l’altruismo potrebbe influenzare le donazioni di sangue<br />
anonime ad un livello differente per quanto riguarda la popolazione<br />
cinese. Fare doni genera reciprocità nel contesto della costruzione<br />
delle relazioni sociali. Perciò, non soltanto si scambiano doni e favori<br />
sulla base di relazioni guanxi, ma, pure, i ruoli di chi dà e di chi riceve<br />
sono continuamente scambiati. Invece, la donazione di sangue sfocia<br />
nella continua re-iscrizione del soggetto nel ruolo di donatore. Ma<br />
paradossalmente…al donatore di sangue non derivano obbligazioni<br />
di reciprocità, solo l’aspettativa di donare ancora. Questa continua riproduzione<br />
e re-iscrizione nel ruolo sociale di donatore contraddice<br />
le obbligazioni di reciprocità intrecciate nelle relazioni cinesi fra parenti<br />
e reti sociali esterne. Per questo, la donazione di sangue si rivela<br />
inscritta in reti di scambi sociali ben più complesse di quanto potrebbe<br />
sembrare. Queste reti si estendono ben oltre il singolo donatore<br />
e ricevente, nelle strutture istituzionali che raccolgono, distribuiscono<br />
e scambiano il sangue [Ibid., p.150].<br />
Al contrario, Cavazzini, Di Clemente [2007], descrivendo alcune delle peculiarità<br />
della cultura senegalese, indicano in alcuni aspetti della teranga, specificamente<br />
nella pratica del dono notturno, una notevole similitudine con le condizioni necessarie<br />
per le donazioni di sangue. 17 In questo caso, l’anonimità del gesto non provoca<br />
quelle rotture di relazioni sociali o di perdita di credibilità che sembrano pregiudicare<br />
un corretto approccio alla donazione nella cultura cinese.<br />
Per tornare all’argomentazione precedente, la lunga citazione tratta dal testo di<br />
Erwin, oltre a rispondere alla provocatoria domanda che ci eravamo posti, ci indica<br />
una ulteriore riflessione.<br />
Le reti a cui fa riferimento sono le strutture statali che prima gestivano la raccolta<br />
di sangue, e che sostituivano quella socialità primaria che adesso i Cinesi cercano<br />
faticosamente di far riemergere.<br />
Questo sembra essere il caso che si presenta anche in uno studio che ha avuto<br />
parziale pubblicazione in Di Giorgio, Mancini [2007]. La comunità di immigrati romeni<br />
presso la città di Firenze, presa in esame dai due autori, fa continuo riferimento<br />
a come, durante la dittatura di Ceausescu la struttura statale intervenisse a<br />
tutti i livelli, scuola compresa, per coinvolgere nella pratica di donazione. Con il<br />
17 Cfr. Copeman [2005] e la pratica del dono di cibo presso i Jains<br />
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