Ricerca Immigrati_impaginato(.Pdf 1.8 MB) - Avis
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momento a venire. Ma non era un bene che desideravano veramente<br />
per sé stessi, sia che potesse tornare nell’immediatezza o tornare,<br />
in ogni caso [Titmuss, 1997, p.306].<br />
Copeman [2004, 2007] ci propone una possibile lettura basata sulla formazione<br />
del concetto di identità nazionale, sottolineando in questo modo come i sentimenti<br />
di inclusione evocati da Titmuss possano essere interpretati a più livelli. Copeman<br />
svolge il suo studio in India, e, dopo aver analizzato come si usano le celebrazioni<br />
degli anniversari di morte dei principali attori politici della storia del Paese, oppure<br />
il giorno dei loro compleanni, come momenti topici per la raccolta di sangue che<br />
coinvolgono migliaia di persone, conclude il suo lavoro affermando che:<br />
In quanto metodo per adorare e rendere omaggio alle figure dei personaggi<br />
politici deceduti, la donazione di sangue traduce letteralmente<br />
la “visione” ed i “sogni” di quegli stessi personaggi. La loro efficacia<br />
sociale si prolunga nel tempo e si mantiene costante grazie ai<br />
progetti che portano i loro nomi. La donazione di sangue diventa un<br />
aspetto del formarsi dell’India, della costruzione della sua idea di nazione.<br />
Il prelievo del sangue diventa al tempo stesso una modalità di<br />
incorporazione di valori chiave, come la supremazia dell’altruismo e<br />
del sacrificio per la nazione…[Copeman, 2004, p.142].<br />
Un altro problema quanto mai attuale e che mi condurrà ad un successivo commento<br />
critico, riguarda l’aspetto legato alla differenziazione genetica riscontrata in<br />
alcuni gruppi ematici relativi a popolazioni completamente estranee al luogo di immigrazione<br />
[cfr. Rossi, Mascaretti, 2005] È il caso di Grassineau 19 et al. [2007].<br />
Oggetto d’analisi gli immigrati dalle regioni sub-sahariane 20 in Francia. Qui si fa riferimento<br />
a particolari malattie geneticamente trasmissibili come l’anemia falciforme<br />
e soprattutto a valori culturali tradizionali del Paese d’origine che non incoraggiano<br />
la trasfusione sanguigna. La pertinenza dal punto di vista antropologico è<br />
assai evidente: infatti, data la specificità del bersaglio-donatore, è quanto mai necessaria<br />
una corretta tattica di reclutamento, che tenga conto dei coinvolgimenti<br />
culturali in atto. Viene pertanto enfatizzata la necessità di ricorrere all’uso di mediatori<br />
culturali in grado di risolvere queste problematiche. Una particolare scoperta mi<br />
ha incuriosito e spinto a citare un brano dello studio. Spesso si ricorre, anche in<br />
Italia, a riunioni di specifici gruppi di immigrati per stimolare la raccolta di sangue. 21<br />
Dall’evidenza delle prove, risulterebbe che:<br />
19 Cfr. Grassineau [2007a], dove nell’ottica del lavoro in atto in Francia ricerca su quali possibili<br />
terreni avvengono le negoziazioni culturali che permettono l’accadimento di un evento così<br />
eccezionale come la trasfusione sanguigna. Si veda l’interessante introduzione proposta dallo<br />
stesso Grassineau in 2007b.<br />
20 Lo studio si concentra sulle popolazioni immigrate originarie dalle Isole Comore<br />
21 Cfr. Cavazzini, di Clemente [2007], Fantauzzi [2007]<br />
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