Ricerca Immigrati_impaginato(.Pdf 1.8 MB) - Avis
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p.334]. In effetti, da nessuna parte si spiega perché un sistema basato sul volontariato<br />
dovrebbe supplire quasi completamente alla domanda di sangue, mentre una<br />
tipologia di raccolta mercantilistica non ci dovrebbe riuscire. Titmuss basava le<br />
proprie considerazioni sulla profonda fiducia che nutriva nel sentimento del dare<br />
come fondamento della comunità (Gemeinschaft). Al riguardo, molti antropologi<br />
hanno rimproverato un eccesso di uso delle categorie essenzialistiche, riconoscendo<br />
però che “…Titmuss potrebbe anche avere una conoscenza non sufficiente<br />
dell’antropologia, ma la sua forza morale ha fondamenta di ferro” 3 Gli studi successivi<br />
al lavoro di Titmuss tendono a sottolinearne la debolezza dell’impostazione<br />
teoretica: con molta insistenza si fa presente come in realtà i dati desunti dal sociologo<br />
britannico non fossero in effetti così precisi ed indicativi [Starr, 1998,<br />
Schwartz, 1999, Maggs, Rapport, 2002]. Si evidenzia, non a torto, come una sostanziale<br />
quantità di sangue sprecato faccia naturalmente parte del sistema: data<br />
la sua deperibilità, che avviene in non più di sei settimane, sarebbe impensabile<br />
non procurarsi un surplus di scorte, per evitare di trovarsi sprovvisti al momento<br />
opportuno. Questo sia in regimi di volontariato o meno e, soprattutto, non nelle<br />
percentuali che Titmuss indica. In altri studi di settore, [cfr. Schwartz 1999] si riportano<br />
dati nettamente in contrasto con la tesi di Titmuss, dati che evidenziano una<br />
sostanziale parità nella quantità di sangue sprecato 4 . Il saggio di Joel Schwartz<br />
[1999] è considerato uno dei più critici del lavoro di Titmuss. Come anticipato, vi si<br />
contesta soprattutto la mancanza di accuratezza e di precisione nella raccolta e<br />
nella lettura dei dati. Secondo Schwartz, la tipologia di classificazione dei donatori<br />
di sangue adottata da Titmuss per lo studio negli Stati Uniti dipende pesantemente<br />
da criteri facilmente criticabili 5 :<br />
Chi può essere definito donatore volontario? Forse qualcuno che riceve<br />
un giorno di permesso sul lavoro lo è? Titmuss avrebbe detto,<br />
ed esplicitamente ha detto, no. Oppure supponiamo che gli venga<br />
offerto un pasto, dopo aver donato, oppure succhi di frutta e biscotti -<br />
oggetti peraltro dati virtualmente a tutti i donatori di sangue: in ciascuno<br />
di questi casi i donatori ricevono una sorta di pagamento<br />
[Schwartz 1999, p.38].<br />
A questo riguardo Buciuniene [Buciuniene et Alii, 2006], pur se in maniera indiretta,<br />
ci fornisce ulteriori informazioni assai più aggiornate, su questo punto controverso,<br />
oltre ad informarci sul piano statistico dell’attuale situazione in Europa:<br />
3 st<br />
E. Leach, “The Heart of the Matter”, New Society, 21 jan.1971, citato nell’introduzione di<br />
Titmuss, 1997.<br />
4<br />
Per inciso, la durata massima della conservazione del sangue era, nel 1970, di circa tre settimane<br />
5<br />
Si veda la tabella 9.1 pag. 150 dell’edizione 1997.<br />
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