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complesso, richiedendo ulteriori saperi, e necessitando quindi della presenza, a
livello capillare, di un informatore medico-scientifico, senza il quale, probabilmente,
il compito di chi si occupa di trovare nuovi donatori potrebbe risultare non positivo.
4. Nuovi donatori e nuovi cittadini
L’impostazione epistemologica proposta da Copeman si inserisce di diritto, a mio
parere, in queste dinamiche legate al reclutamento, soprattutto quando si lavora su
soggetti che si ritrovano in contesti estranei al luogo d’origine. Vediamo prima di
affrontare la questione analizzando gli aspetti più precisamente tecnici, se cioè esistono
proposte utili per ampliare il numero dei donatori e soprattutto se esistano
metodologie atte alla fidelizzazione; in un secondo momento, si approfondirà la
pertinenza del lavoro dell’antropologo britannico. Per questioni strettamente legate
alla sicurezza i questionari posti di fronte ai nuovi donatori tendono a limitare sempre
più, a volte in maniera discutibile, il campo del reclutamento. Davey [2004] offre
possibili soluzioni alla cronica carenza delle riserve di sangue negli Stati Uniti proponendo
un insieme di innovazioni tecniche:
Modificare i criteri che rinviano la donazione e rivedere il questionario
“storico” del donatore; regolare il livello di emoglobina verso valori più
bassi; fornire integrazioni di ferro per le donatrici; abbassare l’età minima
a sedici anni 23 ; reclutare anche pazienti malati di emocromatosi
24 [op.cit., p. 597];
così come affrontando la questione dal punto vista di un cambiamento radicale
nell’impostazione stessa del reclutamento:
Considerare un uso giudizioso di incentivi per il donatore; strutturare i
centri di raccolta come una risorsa per la salute della comunità [Ibid.].
Difficile non prendere in esame proposte di questo tipo, fermo restando che i limiti
della tecnologia affidano tuttora all’onestà del donatore la sicurezza delle scorte.
Vanno nella direzione di incentivare i donatori all’azione di reclutamento i lavori di
AA.VV, 2003, Misje et alii, 2005, che sembrano assai sicuri nell’indicare che: “…Il
principale e più importante canale di reclutamento è costituito dall’influenza di donatori
attivi” [Misje 2005, p. 236]. Anche la proposta offerta dallo studio di Johannesson
e Mellstrom [cfr. sopra] è molto interessante, in quanto permetterebbe ai
donatori di riappropriarsi, in senso letterale, di quella parte di mercato di cui inevita-
23 In sei Stati è oggi già possibile donare sangue anche per chi ha solo 16 anni
24 L’emocromatosi è una malattia ereditaria causata da un accumulo eccessivo di ferro nei
tessuti molli.
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