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indietro con un gesto un bravo che accorreva per tenergli la staffa, e gli dice: - tu sta' costì,<br />
e non venga nessuno -. Smonta, lega in fretta la mula a un'inferriata, va alla lettiga,<br />
s'accosta alla donna, che aveva tirata la tendina, e le dice sottovoce: - consolatela subito;<br />
fatele subito capire che è libera, in mano d'amici. Dio ve ne renderà merito -. Poi fa cenno<br />
al lettighiero, che apra; poi s'avvicina a don Abbondio, e, con un sembiante così sereno<br />
come questo non gliel aveva ancor visto, né credeva che lo potesse avere, con dipintavi la<br />
gioia dell'opera buona che finalmente stava per compire, gli dice, ancora sotto voce: -<br />
signor curato, non le chiedo scusa dell'incomodo che ha per cagion mia: lei lo fa per Uno<br />
che paga bene, e per questa sua poverina -. Ciò detto, prende con una mano il morso, con<br />
l'altra la staffa, per aiutar don Abbondio a scendere.<br />
Quel volto, quelle parole, quell'atto, gli avevan dato la vita. Mise un sospiro, che da un'ora<br />
gli s'aggirava dentro, senza mai trovar l'uscita; si chinò verso l'innominato, rispose a voce<br />
bassa bassa: - le pare? Ma, ma, ma, ma,...! - e sdrucciolò alla meglio dalla sua<br />
cavalcatura. L'innominato legò anche quella, e detto al lettighiero che stesse lì a aspettare,<br />
si levò una chiave di tasca, aprì l'uscio, entrò, fece entrare il curato e la donna, s'avviò<br />
davanti a loro alla scaletta; e tutt'e tre salirono in silenzio.<br />
CAPITOLO XXIV<br />
Lucia s'era risentita da poco tempo; e di quel tempo una parte aveva penato a svegliarsi<br />
affatto, a separar le torbide visioni del sonno dalle memorie e dall'immagini di quella realtà<br />
troppo somigliante a una funesta visione d'infermo. La vecchia le si era subito avvicinata,<br />
e, con quella voce forzatamente umile, le aveva detto: - ah! avete dormito? Avreste potuto<br />
dormire in letto: ve l'ho pur detto tante volte ier sera -. E non ricevendo risposta, aveva<br />
continuato, sempre con un tono di supplicazione stizzosa: - mangiate una volta: abbiate<br />
giudizio. Uh come siete brutta! Avete bisogno di mangiare. E poi se, quando torna, la piglia<br />
con me?<br />
- No, no; voglio andar via, voglio andar da mia madre. Il padrone me l'ha promesso, ha<br />
detto: domattina. Dov'è il padrone?<br />
- È uscito; m'ha detto che tornerà presto, e che farà tutto quel che volete.<br />
- Ha detto così? ha detto così? Ebbene; io voglio andar da mia madre; subito, subito.<br />
Ed ecco si sente un calpestìo nella stanza vicina; poi un picchio all'uscio. La vecchia<br />
accorre, domanda: - chi è?<br />
- Apri, - risponde sommessamente la nota voce. La vecchia tira il paletto; l'innominato,<br />
spingendo leggermente i battenti, fa un po' di spiraglio: ordina alla vecchia di venir fuori, fa<br />
entrar subito don Abbondio con la buona donna. Socchiude poi di nuovo l'uscio, si ferma<br />
dietro a quello, e manda la vecchia in una parte lontana del castellaccio; come aveva già<br />
mandata via anche l'altra donna che stava fuori, di guardia.<br />
Tutto questo movimento, quel punto d'aspetto, il primo apparire di persone nuove,<br />
cagionarono un soprassalto d'agitazione a Lucia, alla quale, se lo stato presente era<br />
intollerabile, ogni cambiamento però era motivo di sospetto e di nuovo spavento. Guardò,<br />
vide un prete, una donna; si rincorò alquanto: guarda più attenta: è lui, o non è lui?<br />
Riconosce don Abbondio, e rimane con gli occhi fissi, come incantata. La donna, andatale<br />
vicino, si chinò sopra di lei, e, guardandola pietosamente, prendendole le mani, come per<br />
accarezzarla e alzarla a un tempo, le disse: - oh poverina! venite, venite con noi.<br />
- Chi siete? - le domandò Lucia; ma, senza aspettar la risposta, si voltò ancora a don<br />
Abbondio, che s'era trattenuto discosto due passi, con un viso, anche lui, tutto<br />
compassionevole; lo fissò di nuovo, e esclamò: - lei! è lei? il signor curato? Dove siamo?...<br />
Oh povera me! son fuori di sentimento!<br />
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