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Molte cose importanti, di quelle a cui più specialmente si dà titolo di storiche, erano<br />
accadute in questo frattempo. Il cardinal di Richelieu, presa, come s'è detto, la Roccella,<br />
abborracciata alla meglio una pace col re d'Inghilterra, aveva proposto e persuaso con la<br />
sua potente parola, nel Consiglio di quello di Francia, che si soccorresse efficacemente il<br />
duca di Nevers; e aveva insieme determinato il re medesimo a condurre in persona la<br />
spedizione. Mentre si facevan gli apparecchi, il conte di Nassau, commissario imperiale,<br />
intimava in Mantova al nuovo duca, che desse gli stati in mano a Ferdinando, o questo<br />
manderebbe un esercito ad occuparli. Il duca che, in più disperate circostanze, s'era<br />
schermito d'accettare una condizione così dura e così sospetta, incoraggito ora dal vicino<br />
soccorso di Francia, tanto più se ne schermiva; però con termini in cui il no fosse rigirato e<br />
allungato, quanto si poteva, e con proposte di sommissione, anche più apparente, ma<br />
meno costosa. Il commissario se n'era andato, protestandogli che si verrebbe alla forza. In<br />
marzo, il cardinal di Richelieu era poi calato infatti col re, alla testa d'un esercito: aveva<br />
chiesto il passo al duca di Savoia; s'era trattato; non s'era concluso; dopo uno scontro, col<br />
vantaggio de' Francesi, s'era trattato di nuovo, e concluso un accordo, nel quale il duca,<br />
tra l'altre cose, aveva stipulato che il Cordova leverebbe l'assedio da Casale; obbligandosi,<br />
se questo ricusasse, a unirsi co' Francesi, per invadere il ducato di Milano. Don Gonzalo,<br />
parendogli anche d'uscirne con poco, aveva levato l'assedio da Casale, dov'era subito<br />
entrato un corpo di Francesi, a rinforzar la guarnigione.<br />
Fu in questa occasione che l'Achillini scrisse al re Luigi quel suo famoso sonetto:<br />
Sudate, o fochi, a preparar metalli:<br />
e un altro, con cui l'esortava a portarsi subito alla liberazione di Terra santa. Ma è un<br />
destino che i pareri de' poeti non siano ascoltati: e se nella storia trovate de' fatti conformi<br />
a qualche loro suggerimento, dite pur francamente ch'eran cose risolute prima. Il cardinal<br />
di Richelieu aveva in vece stabilito di ritornare in Francia, per affari che a lui parevano più<br />
urgenti. Girolamo Soranzo, inviato de' Veneziani, poté bene addurre ragioni per<br />
combattere quella risoluzione; che il re e il cardinale, dando retta alla sua prosa come ai<br />
versi dell'Achillini, se ne ritornarono col grosso dell'esercito, lasciando soltanto sei mila<br />
uomini in Susa, per mantenere il passo, e per caparra del trattato.<br />
Mentre quell'esercito se n'andava da una parte, quello di Ferdinando s'avvicinava<br />
dall'altra; aveva invaso il paese de' Grigioni e la Valtellina; si disponeva a calar nel<br />
milanese. Oltre tutti i danni che si potevan temere da un tal passaggio, eran venuti<br />
espressi avvisi al tribunale della sanità, che in quell'esercito covasse la peste, della quale<br />
allora nelle truppe alemanne c'era sempre qualche sprazzo, come dice il Varchi, parlando<br />
di quella che, un secolo avanti, avevan portata in Firenze. Alessandro Tadino, uno de'<br />
conservatori della sanità (eran sei, oltre il presidente: quattro magistrati e due medici), fu<br />
incaricato dal tribunale, come racconta lui stesso, in quel suo ragguaglio già citato (Pag.<br />
16), di rappresentare al governatore lo spaventoso pericolo che sovrastava al paese, se<br />
quella gente ci passava, per andare all'assedio di Mantova, come s'era sparsa la voce. Da<br />
tutti i portamenti di don Gonzalo, pare che avesse una gran smania d'acquistarsi un posto<br />
nella storia, la quale infatti non poté non occuparsi di lui; ma (come spesso le accade) non<br />
conobbe, o non si curò di registrare l'atto di lui più degno di memoria, la risposta che diede<br />
al Tadino in quella circostanza. Rispose che non sapeva cosa farci; che i motivi d'interesse<br />
e di riputazione, per i quali s'era mosso quell'esercito, pesavan più che il pericolo<br />
rappresentato; che con tutto ciò si cercasse di riparare alla meglio, e si sperasse nella<br />
Provvidenza.<br />
Per riparar dunque alla meglio, i due medici della Sanità (il Tadino suddetto e Senatore<br />
Settala, figlio del celebre Lodovico) proposero in quel tribunale che si proibisse sotto<br />
severissime pene di comprar roba di nessuna sorte da' soldati ch'eran per passare; ma<br />
non fu possibile far intendere la necessità d'un tal ordine al presidente, " uomo ", dice il<br />
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