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- Siamo ancora fortunati, - dicevan le due donne: - ringraziamo il cielo. Vada la roba; ma<br />
almeno siamo in salvo.<br />
Ma don Abbondio non trovava che ci fosse tanto da rallegrarsi; anzi quel concorso, e più<br />
ancora il maggiore che sentiva esserci dall'altra parte, cominciava a dargli ombra. - Oh che<br />
storia! - borbottava alle donne, in un momento che non c'era nessuno d'intorno: - oh che<br />
storia! Non capite, che radunarsi tanta gente in un luogo è lo stesso che volerci tirare i<br />
soldati per forza? Tutti nascondono, tutti portan via; nelle case non resta nulla; crederanno<br />
che lassù ci siano tesori. Ci vengono sicuro: sicuro ci vengono. Oh povero me! dove mi<br />
sono imbarcato!<br />
- Oh! voglion far altro che venir lassù, - diceva Perpetua: - anche loro devono andar per la<br />
loro strada. E poi, io ho sempre sentito dire che, ne' pericoli, è meglio essere in molti.<br />
- In molti? in molti? - replicava don Abbondio: - povera donna! Non sapete che ogni<br />
lanzichenecco ne mangia cento di costoro? E poi, se volessero far delle pazzie, sarebbe<br />
un bel gusto, eh? di trovarsi in una battaglia. Oh povero me! Era meno male andar su per i<br />
monti. Che abbian tutti a voler cacciarsi in un luogo!... Seccatori! - borbottava poi, a voce<br />
più bassa: - tutti qui: e via, e via, e via; l'uno dietro l'altro, come pecore senza ragione.<br />
- A questo modo, - disse Agnese, - anche loro potrebbero dir lo stesso di noi.<br />
- Chetatevi un po', - disse don Abbondio: - ché già le chiacchiere non servono a nulla.<br />
Quel ch'è fatto è fatto: ci siamo, bisogna starci. Sarà quel che vorrà la Provvidenza: il cielo<br />
ce la mandi buona.<br />
Ma fu ben peggio quando, all'entrata della valle, vide un buon posto d'armati, parte<br />
sull'uscio d'una casa, e parte nelle stanze terrene: pareva una caserma. Li guardò con la<br />
coda dell'occhio: non eran quelle facce che gli era toccato a vedere nell'altra dolorosa sua<br />
gita, o se ce n'era di quelle, erano ben cambiate; ma con tutto ciò, non si può dire che noia<br />
gli desse quella vista. " Oh povero me! - pensava: - ecco se le fanno le pazzie. Già non<br />
poteva essere altrimenti: me lo sarei dovuto aspettare da un uomo di quella qualità. Ma<br />
cosa vuol fare? vuol far la guerra? vuol fare il re, lui? Oh povero me! In circostanze che si<br />
vorrebbe potersi nasconder sotto terra, e costui cerca ogni maniera di farsi scorgere, di<br />
dar nell'occhio; par che li voglia invitare! "<br />
- Vede ora, signor padrone, - gli disse Perpetua, - se c'è della brava gente qui, che ci<br />
saprà difendere. Vengano ora i soldati: qui non sono come que' nostri spauriti, che non<br />
son buoni che a menar le gambe.<br />
- Zitta! - rispose, con voce bassa ma iraconda, don Abbondio: - zitta! che non sapete quel<br />
che vi dite. Pregate il cielo che abbian fretta i soldati, o che non vengano a sapere le cose<br />
che si fanno qui, e che si mette all'ordine questo luogo come una fortezza. Non sapete che<br />
i soldati è il loro mestiere di prender le fortezze? Non cercan altro; per loro, dare un<br />
assalto è come andare a nozze; perché tutto quel che trovano è per loro, e passano la<br />
gente a fil di spada. Oh povero me! Basta, vedrò se ci sarà maniera di mettersi in salvo su<br />
per queste balze. In una battaglia non mi ci colgono oh! in una battaglia non mi ci colgono.<br />
- Se ha poi paura anche d'esser difeso e aiutato... - ricominciava Perpetua; ma don<br />
Abbondio l'interruppe aspramente, sempre però a voce bassa: - zitta! E badate bene di<br />
non riportare questi discorsi. Ricordatevi che qui bisogna far sempre viso ridente, e<br />
approvare tutto quello che si vede.<br />
Alla Malanotte, trovarono un altro picchetto d'armati, ai quali don Abbondio fece una<br />
scappellata, dicendo intanto tra sé: " ohimè, ohimè: son proprio venuto in un<br />
accampamento! " Qui il baroccio si fermò; ne scesero; don Abbondio pagò in fretta, e<br />
licenziò il condottiere; e s'incamminò con le due compagne per la salita, senza far parola.<br />
La vista di que' luoghi gli andava risvegliando nella fantasia, e mescolando all'angosce<br />
presenti, la rimembranza di quelle che vi aveva sofferte l'altra volta. E Agnese, la quale<br />
non gli aveva mai visti que' luoghi, e se n'era fatta in mente una pittura fantastica che le si<br />
rappresentava ogni volta che pensava al viaggio spaventoso di Lucia, vedendoli ora quali<br />
eran davvero, provava come un nuovo e più vivo sentimento di quelle crudeli memorie. -<br />
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