LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi

canzoncine; si fa esaminando con molta chiarezza le difficoltà, perché come abbiamo difetti noi, li
hanno anche gli altri, e il rischio è di non assommare le virtù quando si sta insieme, ma di
assommare i difetti. Ad esempio, è difficile quando si predica, esser chiari per tutti; sarà ancora più
difficile se ad un dato momento ci saranno persone di estrazioni ancora più diverse rispetto a quelle
che compongono ora le assemblee eucaristiche.
Però, perché il Signore è venuto? È venuto per dire che il valore supremo è la carità,
l’amore, l’amore vero, cioè l’amore di Dio. Celebrare l’Eucaristia significa celebrare il sacrificio di
Cristo per diventare coraggiosi. Vedete come Gesù è paziente, oserei dire se non sembrassi
irrispettoso, come è intelligente: egli non si mette ad urlare: “Viva i Cananei”; finge di adottare la
equivalenza ebraica fra Cananei e cani, ma poi mostra la falsità totale di questa confusione. Se
guardiamo al Padre che sta nei cieli, non dobbiamo riuscire a guardare al Redentore che sta sulla
croce, ma soprattutto sta nell’Eucaristia e si dona a noi. Fare la comunione significa non spaventarci
delle dimensioni e delle richieste dell’amore di Dio.
E allora, fratelli, ricordiamoci che fuori della fede, avremo difficoltà a digerirci gli
extracomunitari e i terzomondiali; ma, se giudichiamo nella fede, non si tratta di peso sullo
stomaco, si tratta di vocazioni meravigliose che il Signore affida a chi ha il coraggio di riconoscersi
figlio suo.