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LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi

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VENERDÌ SANTO<br />

Il trafitto è l’inviato del Padre, il salvatore degli uomini, il maestro<br />

Celebrazione capitolare<br />

Gv 13,1-38; 18,1-12 delle letture e lodi<br />

Gv 18,13-19,11 13 aprile 1990<br />

Gv 19,12-42 basilica di san Giovanni Battista<br />

La Passione di Giovanni è attestazione progressiva della maestà di Gesù. Man mano che<br />

Gesù va verso il suo sacrificio, più nitidamente rivela che egli è l’inviato del Padre e che cosa<br />

significa essere l’Inviato del Padre.<br />

Il momento della morte, il momento dell’innalzamento da terra è il momento nel quale ogni<br />

uomo può riconoscere che colui che è stato trafitto, colui che effonde per sempre sangue ed acqua,<br />

è colui che rende l’amore efficace per rigenerare la vita, per rendere la vita degli uomini vita dei<br />

redenti, per portare gli uomini ad essere pienamente figli di Dio.<br />

Avendo amato i suoi, li amò sino alla fine (Gv 13,1). Essendo il Maestro, si rivelò veramente<br />

tale. Essendo l’inviato del Padre, compie la missione del Padre, fino alla perfezione: “Tutto è<br />

compiuto!” (Gv 19,30). Gli uomini ora, dall’abisso del loro male, incontrano Gesù, nella sua<br />

passione ricevono lo Spirito, di fronte a Gesù ricevono la luce di colui che sempre rigenera, sempre<br />

insegna il bene e rende capaci di vivere il bene.<br />

persona, sua Madre, visse la Passione in situazione particolare. Essa è affidata al discepolo,<br />

a ciascuno di noi, perché sia la nostra mamma, perché sia anche divinamente la no-stra madre. Per<br />

capire chi noi siamo, non dobbiamo ripensare ai lontani progenitori; non è più la pagina sapienziale<br />

di Adamo ed Eva il luogo dove ritrovare il distino dell’uomo, ma è la rivelazione di Gesù che dona<br />

sangue ed acqua, che affida sua Madre a noi, che ci rende discepoli capaci di donazione, avendo<br />

appoggiato il nostro capo sul suo petto (Gv 13,25). Questa è l’umanità vera, l’umanità nuova.<br />

Guardiamo al Golgotha, guardiamo a Gesù; riflettiamo sulla presenza di Maria e del discepolo.<br />

Nella Passione si comprende perché Dio rende noi sua Chiesa, suo popolo. Ciascuno di<br />

noi, mentre cammina nella vita, può avere paura che le tenebre prevalgono; ciascuno di noi mentre<br />

cammina nella vita, può pensare che convenga in qualche modo accogliere il compro-messo del<br />

tradimento, del rifiuto. Gesù, però si ferma, lava i nostri piedi (Gv 13,3-11) e rende così possibile il<br />

meraviglioso comandamento: “Come io ho amato voi, così amatevi gli uni gli altri; da questo<br />

riconosceranno che siete miei discepoli” (Gv 13,34).

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