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LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi

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OTTAVO GIORNO DAL NATA<strong>LE</strong> DEL SIGNORE<br />

Agire in pace con Dio esclude lo scempio della natura, l'uso sfrenato delle cose<br />

Nm 6,22-27 Giornata della pace<br />

Gal 4,4-7 1 gennaio 1990<br />

Lc 2,16-21 basilica di San Giovanni Battista<br />

Iniziamo il nuovo anno con la meravigliosa lezione del Figlio di Dio che, inserendosi nella<br />

storia, assume un nome umano e con la consapevolezza che colui che è l'immenso, l'Onnipotente<br />

può essere da noi chiamato col nome familiare più affettuoso: “Abbà, Padre!” (Gal 4,6).Che<br />

meravigliosa visione di pace si offre alla nostra coscienza! Inizia un nuovo anno e la parola di Dio<br />

ci annuncia che il bimbo di Betlemme è Dio per noi. La fede ci conduce, come i pastori, a<br />

Betlemme, perchè vedendo quel bimbo abbiamo a rendere gloria a Dio e perchè, come Maria,<br />

abbiamo a conservare tutte queste cose nel cuore, per poter diventare ricchi di sapienza autentica,<br />

per conoscere, scegliere, sperare, convertirci, proseguire.<br />

Sappiamo che la prima giornata dell'anno, nel pensiero di Paolo VI, è anche Giornata<br />

Mondiale della Pace. Ogni anno il Sommo Pontefice detta un tema particolare. Il tema di quest'anno<br />

è: “Pace con Dio, pace con il creato”:<br />

Pace con Dio. Naturalmente, chi crede nell'Incarnazione, chi medita il Natale di Gesù, chi<br />

riascolta l'inno di quella notte - “Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli<br />

ama” (Lc 2,14) – non può non riempire di Vangelo il fondamento del suo vivere. La volontà di<br />

alleanza di Dio con noi non può non comprendere l'idea che lo scopo più grande del nostro vivere è<br />

metterci nella condizione di sperimentare la grande gioia di un sì sempre cosciente a quel Dio che è<br />

il Dio di ogni libertà, il Dio che manda il Figlio suo perchè abbiamo la vita e l'abbiamo in<br />

abbondanza (Gv 10,10). Come il Sommo Pontefice ci dice e come di fatto viene sottolineato da una<br />

attualità sempre più urgente, se davvero cerchiamo la pace e siamo in pace con Dio, dobbiamo<br />

recuperare il senso delle cose, il senso del creato. Il Vangelo si fonda, in un certo senso,<br />

sull'annuncio della povertà: “Beati i poveri” (Mt 5,3), beati coloro che sanno vivere convertiti, che<br />

sanno capire che il bene supremo è Dio, che sanno riconoscere il senso del vivere nella<br />

contemplazione divina. Purtroppo noi, dimentichi di Dio, prigionieri dell'orgoglio, non attenti ad<br />

essere liberi per essere grandi nel rapporto che Dio stabilisce con noi, ma illusi di essere grandi per<br />

il nostro possesso, finiamo per distruggere sia la pace con Dio, sia la pace con noi stessi ed il<br />

prossimo. Quante volte siamo disperati per le cose, quante volte ci consumiamo per possedere di<br />

più, con gravissimi danni per la vita morale! Pensate ai peccati di gola, pensate a tutte le schiavitù<br />

per una concezione sbagliata del piacere della corporeità! Pensate le disgregazioni che avvengono<br />

via via e che una persona, qualora non fosse attenta al Signore, avverte nella sua esperienza<br />

quotidiana!<br />

Il danno del dimenticare Dio, però, si fa molto esplicito nella nostra epoca anche nel<br />

rapporto col creato nel suo complesso. Che cosa succede, infatti? Accade che noi, anziché essere<br />

interpreti della grandezza del creato nell'armonia dell'universo, ne stiamo facendo scempio. Perchè?<br />

Perchè non ci rivolgiamo alle cose vedendole in funzione del bene autentico dell'uomo, ma ci<br />

rivolgiamo ad esse in rapporto alla nostra superbia, all'avarizia, alla sete insaziabile di gioire, senza<br />

chiederci quale sia il senso del vivere e quale l'autentica via della felicità. Ed ecco che ci serviamo<br />

dell'universo, magari addirittura per farci la guerra. Quante distruzioni! Quanto scempio delle<br />

energie proposte dalla natura! Quanto scempio perchè si usano queste energie non per costruire e<br />

difendere la vita, ma per distruggerla! Man mano che l'uomo scopre energie più grandi, da un lato<br />

dice che deve costruire di più sulla natura, ma dall'altro le sperimenta contro se stesso. Ma che<br />

enorme mostruosità, se è per distruggere se stesso, per distruggere la vita! Inoltre c'è il forsennato<br />

riferirsi alle cose, non per usarne valorizzandole, bensì per abusarne. Non ci si rende conto, o non si<br />

vuole renderci conto, che Dio predona sempre, ma la natura, spietata nella sua autonomia, non<br />

predona mai. Quante volte, guardando il pianeta Terra, siamo smarriti: che sarà dell'ossigeno? che

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