LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi

Quanto la prima lettura è lontana da noi! Siamo sinceri: la nostra è una comunità costruita
sulla catechesi, sulla fraternità, sulla condivisione? Quale comunità cristiana vive alla luce della
parola dei Dio sempre meglio insegnata? Quale comunità cristiana vive il rapporto sempre più
fraterno, accogliendo il dono totale che deriva da Gesù Eucaristico, il quale porta la comunità ad
una capacità di condivisione senza riserve, in modo tale che tutto nella gioia e nel dolore sia
vicendevolmente partecipato? Quando leggiamo questo brano degli Atti, ci sembra di essere di
fronte ad un ideale irraggiungibile, ad una pura e semplice utopia. Fratelli, se siamo come il
Tommaso prima maniera, indubbiamente la proposta degli Atti rimane utopia. Se pensiamo di
sapere già quali sono gli impegni per essere umanità nuova, quali le strade per vincere le barriere
dell’egoismo, quali i modi per comunicare la meravigliosa notizia di Gesù Salvatore, rimarremo una
comunità balbettante, che potrà dire di credere, ma che farà di tutto meno che nutrirsi della parola di
Dio, meno che essere chiara. Forse verremo a Messa, ma il precetto da solo non esprime la fede;
forse faremo l’elemosina, ma ci guarderemo bene dal vivere la condivisione come cammino
interiore. Se, invece, accettassimo fino in fondo di percorrere altre strade, se andassimo al di là della
convenienza che riusciamo a vedere con i nostri occhi ed imparassimo ad essere disponibili con
maturità gioiosa alle novità che continuamente ci vengono presentate e garantire dalla risurrezione
del Signore, allora riusciremmo ad essere delle comunità che sanno rendere indistruttibile una
speranza, che sanno rendere manifesto un amore che rinnova il mondo, soltanto perché gli fa capire
che la vita dell’uomo è un cammino verso Dio.