LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi

che scopre di essere il figlio del Padre che sta nei cieli. Una delle riprove che noi rimaniamo con le
nostre idiozie, con le nostre tenebre è proprio il fatto che, purtroppo, non siamo i testimoni di una
travolgente, dolcissima, liberante forza di unione.
Abbiamo appena ascoltato nelle letture i dono, il tormento di san Paolo. E' nata una chiesa
nella città di Corinto; delle persone hanno ascoltato l'annuncio d Gesù Crocifisso e risorto; delle
persone hanno scoperto che la luce di Dio è luce per gli uomini di qualsiasi luogo e tempo. Ma ecco
che, subito dopo, si passa dagli orizzonti aperti del Cristo alle proiezioni dei nostri progetti, delle
nostre gelosie, delle nostre terribili volontà possessive; ecco che in quella chiesa di Corinto, invece
di esserci la forza di Cristo, forza dominante di comunione superiore che unifica tutti, giudei, greci,
credenti, pagani, ecco che in quella chiesa ci sono i gruppi, le gelosie, le lotte per primogeniture
illusorie: “Io sono di Paolo, io sono di Apollo, io sono di Cefa” (1 Cor 1,12). Purtroppo, sempre la
Chiesa, santa per la presenza di Cristo, è anche la Chiesa peccatrice per le divisioni di coloro che si
presentano come discepoli di Cristo. Fratelli, perchè siamo divisi? Perchè non è vero che noi
amiamo soprattutto Cristo e, quindi, è vero che noi rimandiamo incapaci di amare gli uomini.
Anche questa sera Gesù è presente tra noi in questa santa Messa come Colui che è crocifisso,
perchè noi, riscoprendo come lui ci ama, abbiamo a capire di amare soprattutto lui, la Luce. Saremo,
così, capaci di amare noi stessi e gli altri, godendo della bontà del Signore, superando ogni
tentazione e il traguardo più piccolo, incamminandoci verso il traguardo che lui ci presenta. Allora
saremo capaci di concretezza rinnovatrice e rivoluzionaria della vita nello nostre case e nella nostra
società, perchè, in qualsiasi contrada, basta aprire la parta a Cristo, a colui che bussa, e una luce
decisiva squarcerà qualsiasi segno di morte.