LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi
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Allora di fatto convivono in noi drammaticamente l’ascolto della parola di Dio e la tristezza;<br />
l’attenzione al Signore e la mediocrità di una vita dove in realtà tutto soffoca la speranza, dove tutto<br />
è contradditorio rispetto alla possibilità di testimoniare la speranza.<br />
Ecco, fratelli: la parola di Dio è feconda, ma noi vogliamo davvero questa fecondità? Che<br />
cos’è la vita? Se noi volessimo davvero, fratelli, questa fecondità; se noi desiderassimo con tutto noi<br />
stessi di convertirci a Cristo, allora la vita sarebbe quello che ci ha detto san Paolo nella seconda<br />
lettura: un’attesa meravigliosa! Le sofferenze del tempo presente non sono niente, paragonate alla<br />
gloria futura che dovrà essere rivelata in noi: in noi, non in qualcun altro! Sappiamo bene che anche<br />
noi gemiamo con la creazione, ma non possediamo le primizie dello Spirito e aspettiamo l’adozione<br />
e la redenzione piena dei nostri corpi; noi abbiamo la speranza di essere veramente liberati da ogni<br />
schiavitù della corruzione! Ecco cosa è la vita: è un cammino progressivo verso la pienezza della<br />
gloria; è un’esperienza progressiva di una liberazione più forte di qualsiasi persecuzione; di una<br />
verità luminosa più di qualsiasi tenebra; di un amore più grande di qualsiasi fuga, di qualsiasi viltà,<br />
di qualsiasi peccato.<br />
Questa è la vita se la parola di Dio entra nella nostra storia, ma se la parola di Dio non entra<br />
nella nostra storia, la vita è un fermarci sempre più stanchi e sempre più scoraggiati, perché davvero<br />
è grande il male, terribile la menzogna, eccessiva la croce.<br />
Perché veniamo all’Eucaristia? Per dire che è eccessiva la croce, che è invincibile la<br />
menzogna? Per constatare che gli scandali sono in grado di bloccarci? Ma, fratelli, pensate che<br />
ciascuno di noi potrebbe essere proprio colui che sente l’espressione del vangelo: “Beati i vostri<br />
occhi perché vedono, i vostri orecchi perché sentono”! Non rinunciamo a questa beatitudine!