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LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi

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III a DOMENICA “PER ANNUM”<br />

Gesù è fondatore di un Regno di luce, è maestro che sollecita conversione e unione<br />

Is 8,23-9,3<br />

1 Cor 1,10-13.17 21 gennaio 1990<br />

Mt 4,12-23 basilica di San Giovanni Battista<br />

L'evangelista stesso ci ha guidato a cogliere come la visione profetica di Isaia trovi<br />

un'attuazione precisa nel ministero di Gesù in Galilea. Non dobbiamo, però, fermarci solo a questa<br />

considerazione. Se Gesù è la luce, se Gesù è la grande luce per coloro che dimorano sulla terra, per<br />

coloro che sono tentati dall'ombra di morte, l'attenzione alla visione è perenne.<br />

Anche oggi, qui a Busto, possiamo vedere, come ogni mattina, la grande luce. Gesù è<br />

davvero la grande luce perchè ci porta subito a cogliere due elementi essenziali per la vita.<br />

Il primo riferimento è che Dio genera un regno per l'uomo. Se noi sappiamo e ricordiamo<br />

questo, noi siamo nella luce che squarcia qualsiasi tenebra; siamo in una verità che ci permette di<br />

ricostruire, di riconoscere ogni verità, di superare le conseguenze di qualsiasi errore.<br />

Il secondo riferimento è che Dio costruisce il suo Regno per l'uomo e, allora, l'uomo ha la<br />

possibilità, quotidiana e meravigliosa, della conversione. Questa possibilità di conversione dice che<br />

l'uomo può passare da tutto ciò che lo imprigiona ad un'attenzione piena verso Dio che lo libera.<br />

Non è vero che dobbiamo sempre fare i conti con ostacoli invincibili, insuperabili; noi<br />

possiamo sempre usufruire della chiamata alla conversione. Se ci convertiamo a Dio, se il Regno di<br />

Dio diventa veramente il motivo ed il giogo del nostro impegno, della nostra volontà, certo<br />

rimaniamo ancora limitati, restiamo persone circondate da fiumi invalicabili; tuttavia diventiamo<br />

anche profondamente i testimoni della chiamata a possedere quel tesoro immenso per il quale e con<br />

il quale l'uomo è più grande di qualsiasi limite, più forte di qualsiasi barriera apparentemente<br />

insuperabile. La Luce non è apparsa solo duemila anni fa in Galilea; la Luce appare sempre, anche<br />

questa sera in questo luogo, per ciascuno di noi. Il problema non è quello di considerare come si<br />

vive la vita, bensì quello di accogliere l'annuncio, di accogliere il Vangelo, di scoprire come è bello<br />

il tesoro che Dio offre all'uomo, come è grande il patrimonio che le nostre coscienze possono<br />

imparare a custodire e ravvivare. Il Vangelo è annunziato, Cristo è presente, quindi la conversione è<br />

possibile. Il Regno di Dio non è fantasia, è l'opera che Dio perennemente compie per ciascuno di<br />

noi. Allora, non dobbiamo rimanere persone impaurite dalle tenebre, non possiamo rimanere<br />

persone che temono di non essere significative per nessuno, perchè quel Gesù che è garanzia del<br />

regno di Dio, quel Gesù che è maestro perchè la conversione possa essere esperienza nostra, è quel<br />

Gesù che chiama ciascuno, come chiamò Pietro, Andrea ed i figli di Zebedeo. Ne consegue che<br />

ciascuno di noi deve trovare un compito fantastico per qualsiasi giornata della sua vita. Il problema<br />

grosso sta in questo: noi non badiamo a quella Luce. Noi concediamo che la luce, sia pure piccola,<br />

sia pure fiaccola tremolante dei nostri progetti o desideri, sia però luce ed ecco che, sempre, ci<br />

troviamo sconvolti, sconfitti, superati, sradicati.<br />

Scusate la debolezza del paragone. Se devo attraversare un locale grande, buio e pretendo di<br />

risolvere il problema affidandomi ad un fiammifero, certamente sarò una persona destinata a<br />

trovarsi sola, senza orizzonte in quell'ambiente, magari anche con le bruciature dalla piccola<br />

fiammella tra le dita. Se, invece, mi è offerta una lampada potentissima, capace di illuminare fino<br />

all'uscita del locale ogni aspetto del cammino che mi deve condurre là, io non devo continuamente<br />

lamentarmi perchè il mio fiammifero si spegne, non devo continuare a recriminare una situazione<br />

un po' difficile per essere vivibile o, comunque, per essere amata. Io devo assumere quella luce; io<br />

non devo aver paura di gettare il mio fiammifero e di accogliere quella lampada.<br />

Fratelli, noi siamo incapaci di testimoniare speranza, perchè, di fatto, siamo persone che non<br />

credono nella perenne attualità del Vangelo, che non capiscono la concreta presenza di Dio, che non<br />

avvertono la presenza dello Spirito, dello stare con Cristo, che dimenticano che Cristo è il maestro<br />

che parla per responsabilizzarci, per rivelarci quanto grande sia il compito di ogni uomo, man mano

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