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LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi

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NATA<strong>LE</strong> DEL SIGNORE<br />

Con la nascita di Cristo, Dio entra nella storia degli uomini, recando in dono per tutti luce,<br />

pace, gioia.<br />

Is 9,1-3.5-6 Messa “del giorno”<br />

Tt 2,11-14 25 dicembre 1989<br />

Lc 2,1-14 basilica di San Giovanni Battista<br />

Anzitutto riascoltiamo quanto è stato proclamato: “E' apparsa la grazia di Dio” (Tt 2,11); “Il<br />

popolo... vide una grande luce... Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia” (Is 9,1-2); “Vi<br />

annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo” (LC 2,10).<br />

Adesso qualche domanda. E' realistico? Non è un insulto alla ragione gridare così alla gioia?<br />

E' proprio vero che l'accoglienza da parte dell'uomo occasiona esperienza sempre più cosciente della<br />

gioia di vivere? Davvero quella nascita di Betlemme è fonte di una autentica forza di vita fino<br />

all'autentico moltiplicarsi e all'incontenibile espandersi della gioia perchè essa diventi di tutto il<br />

popolo?<br />

Per rispondere sì, occorre aprirsi alla fede e chiederci chi è quel bambino deposto nella<br />

mangiatoia. Se quel bimbo è Dio che si è fatto uomo, che si è fatto uno di noi, allora bisogna<br />

concludere che la storia dell'umanità, costituita da tante vite e da tante persone che arrivano nel<br />

tempo e nel tempo sembrano sparire, viene incontrata da Colui che è l'Eterno, perchè il tempo che<br />

passa sia il momento indistruttibile del “conoscere”, della pace che proviene d quel Bimbo che<br />

totalmente ama. Se quel bimbo “è il Cristo Signore” (Lc 2,11), il “dedicato” al Padre in modo<br />

assoluto, pienamente capace di esprimere una infinita signoria sugli uomini, è vero che non<br />

dobbiamo temere, è vero che tra noi c'è Colui che illumina, in maniera profondamente e<br />

insospettabilmente meravigliosa, l'esistenza di ciascuno. E' apparsa la luce, non con un'apparizione<br />

fugace, ma con una presenza imperitura; è apparsa la Grazia di Dio, il Segno di Dio che è la sua<br />

presenza per ciascun vivente, perchè ciascuna coscienza si misuri con questa presenza e cresca<br />

nell'incontro con questa presenza.<br />

Fratelli, se noi consideriamo la vita soltanto come una somma di fatti, in definitiva nulla è<br />

successo in quella notte di Betlemme e nulla continuerà a succedere. Se noi consideriamo la vita<br />

soltanto una serie di episodi, non troviamo motivo di dire che c'è una moltiplicazione di gioia, che<br />

c'è un'espressione irresistibile di pace come promessa del Dio della vita. Se fosse così, noi non<br />

troveremmo motivo di affermare che ciò che risplende su tutto è la Grazia di Dio. Se noi, però, non<br />

assorbiamo i fatti e ci chiediamo che sono i soggetti che passano attraverso i vari fatti della vita,<br />

dobbiamo meditare come ai tempi di Cesare Augusto l'umanità conobbe, attraverso un messaggio<br />

che non si può non chiamare Vangelo, che nella città degli uomini avvenne una nascita eterna,<br />

perchè Gesù Cristo è il Verbo di Dio fatto carne nella storia. Dobbiamo riconoscere come, nel modo<br />

più estremo e apparentemente più ininfluente, è totalmente presente, illuminante la rivelazione: Dio<br />

stesso. Non possiamo più distinguere (in un certo senso non comprendiamo nemmeno!) tra eternità<br />

e tempo, tra felicità di Dio ed infelicità dell'uomo. Dobbiamo vedere l'incontro, la comunicazione<br />

del seme eterno dell'esistere di Dio con trascorrere temporale della vita dell'uomo; dobbiamo vedere<br />

l'incontro dell'onnipotenza di Dio e della fragilità dell'uomo. L'onnipotente Iddio, il Verbo che è<br />

Dio, nel quale tutto è stato creato, è diventato carne, perchè nessuna carne appaia alla nostra vita<br />

come avvilita, come sconfitta, ma perchè ogni carne possa credere e possa conoscere che la vita le è<br />

stata donata.<br />

La vita non è un'apparizione colma di contrarietà e di sconfitte, ma è una conoscenza sempre<br />

più sostenuta da amore perfetto e totale. La vita è l'arrivo quella immensa gloria che si rivela come<br />

volontà di Dio: di essere il Dio grande e pieno di misericordia, luogo dei beati, luogo del Verbo di<br />

Dio. Certamente la vita dell'uomo è condivisa da Gesù, Verbo fatto carne, da Do stesso. Allora, non<br />

c'è paragone tra le tenebre e la grande luce (Is 9,1), Ecco, allora, che ha senso guardare la storia e

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