LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi
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I a DOMENICA D'AVVENTO<br />
Il Signore viene: il credente lo aspetta e ne proclama l'Avvento<br />
Is 51,4-6<br />
2 Ts 2,1-4. 8-10. 13-14 19 novembre 1989<br />
Mt 24,1-14. 29-31. 42 basilica di San Giovanni Battista<br />
Oggi iniziamo un nuovo anno liturgico e subito la parola di Dio ci invita a proclamare la<br />
grande certezza della nostra fede: “Si manifesterà come luce la mia salvezza” (Is 51,5). Iniziamo<br />
una nuova tappa del cammino della nostra fede. Dio, che si è palesato a noi in una sincera fede<br />
rivelatrice, vuole che proclamiamo di convertirci a Lui.<br />
La sua salvezza si manifesta come luce: allora, ecco le conseguenze da trarre per ogni<br />
giornata, momento, circostanza o situazione della nostra vita. Ce lo dice San Paolo: “Fratelli, non<br />
lasciatevi confondere né turbare ... Noi dobbiamo sempre rendere grazie a Dio, fratelli amati dal<br />
Signore” (2 Ts 2,2.13). C'è una vocazione precisa per noi cristiani: quella di essere più forti di ogni<br />
notizia che genera confusione o turbamento, quella di essere uniti nella proclamazione forte e<br />
grande di rendimento di grazie al Signore. Noi siamo un popolo che, in qualsiasi circostanza,<br />
celebra l'Eucarestia, il rendimento di grazie al Signore, perchè egli ci chiama, egli ci sceglie come<br />
primizie per la salvezza.<br />
Naturalmente ecco il dubbio: ma questa non è una visione da sognatori? Questa non è una<br />
semplificazione indebita? La vita, di fatto, si può riassumere come impegno di rendere grazie a Dio?<br />
E' proprio vero che l'unica notizia che conta, è che la sua salvezza si manifesterà? Si, si manifesterà<br />
senz'altro, come luce.<br />
Se avessimo il dubbio che la parola di Dio semplifica la realtà della nostra esperienza, la<br />
concretezza della nostra storia, ebbene allora riprendiamo in mano la pagina del vangelo. Vedete<br />
che il vangelo non tace su nessuno dei mali, su nessuno dei dolori, su nessuna delle sconfitte, su<br />
nessuna vicenda di pena, di affanno e di peccato della storia umana. Certamente neppure le attenua;<br />
direi che c'è un crescendo, sia pure nel genere letterario specifico, non facile da comprendere, che è<br />
il genere letterario apocalittico. C'è pure un crescendo di realismo spietato, per parlarci di quello che<br />
ha afflitto e continua ad affliggere la nostra vicenda di uomini sulla terra: dalle guerre alle carestie,<br />
dalle persecuzioni agli inganni, dalle uccisioni alle proclamazioni di menzogna, dai pericoli perchè<br />
la natura non basta ai desideri diventati forti dell'uomo, a fragilità terribili della fede del credente.<br />
Mentre proclama tutto l'insieme dei mali, delle fragilità, dei pericoli, il vangelo chiarisce, ribadisce<br />
che la storia va verso il Figlio dell'Uomo, verso il Rivelatore della salvezza di Dio, verso colui che è<br />
capace di radunare da qualsiasi angolo della terra coloro che, accogliendo la sua parola, sono gli<br />
eletti del Padre suo.<br />
Ecco allora che dobbiamo comprendere come manifestare grazie a Dio e che cosa significhi<br />
rendere grazie. Non significa soltanto manifestare la fortezza, la gioia di una speranza<br />
imperturbabile, ma significa anche vigilare ogni giorno perchè ogni giorno può essere quello dello<br />
spiegarsi definitivo e meraviglioso della salvezza di Dio. Ogni giorno è senz'altro quello nel quale<br />
noi dobbiamo superare qualsiasi turbamento perchè il Signore si è fatto il Signore che viene a noi.<br />
Allora, rendere grazie a Dio significa vigilare perchè effettivamente la sua venuta sia il<br />
criterio per valutare qualsiasi altra venuta, il suo giudizio sia la luce per discernere il meglio tra i<br />
tanti giudizi che si disputano il possesso della nostra coscienza e che cercano spazio fra le nostre<br />
riflessioni. Dobbiamo vigilare, sapendo che la vita non è facile, ma sapendo anche che nessun<br />
momento della vita è estraneo alla volontà di Dio, è estraneo a quella storia di salvezza che ha la sua<br />
roccia incrollabile nel fatto che la venuta del Signore certamente è realtà fedele, fedele ad ogni<br />
persona, ad ogni storia, ad ogni coscienza, ad ogni popolo.<br />
Fratelli, allora non lasciamoci distrarre, viviamo l'Avvento. Il cristiano deve vegliare,<br />
sapendo che il Signore è colui che arriva, è colui che giunge, colui che illumina e libera, che porta<br />
oltre qualsiasi smarrimento, oltre qualsiasi angoscia. Ma, in particolare, l'Avvento ci è proposto, ci è