LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi
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XXVIª DOMENICA “PER ANNUM”<br />
Ogni vita è meravigliosamente bella se scoperta come risposta ad una chiamata di Dio<br />
Ez 18,25-28 Giornata del Seminario<br />
Fil 2,1-11 30 settembre 1990<br />
Mt 21,28-32 chiesa di san Giuseppe<br />
Chiediamoci con umile franchezza chi sono oggigiorno le persone esemplificate nel primo<br />
figlio, in quello che dice: “Certo che ci vado”, ma poi non fa nulla di veramente conforme alla<br />
iniziazione, alla chiamata ricevuta. Non è azzardato affermare che oggigiorno le persone<br />
paragonabili al primo figlio siamo tutti noi, se pensiamo di essere veramente cristiani senza<br />
concepire la morale in prospettiva di una vocazione; se pretendiamo di essere testimoni del<br />
Vangelo, ed educatori in particolare dei più giovani, senza fare della prospettiva vocazionale il<br />
perno, la luce, il criterio di ogni testimonianza, di ogni proposta, di ogni comunicazione educativa.<br />
Vedete, fratelli, è importante dire: “Signore, Signore”, ma è facile; deve però diventare una<br />
cosa seria. Non è un atto di rimpicciolimento, anche se può sembrare, ma è un atto che riporta noi<br />
stessi a Qualcuno più grande di noi. Dio, comunque, non si rivela perché non dobbiamo riconoscerci<br />
più piccoli di lui. Dio si rivela perché abbiamo a capire che siamo amati da lui, perché non abbiamo<br />
a crescere fino a partecipare al suo amore, fino ad accogliere a testimoniare la sua verità, fino a<br />
raggiungere la sua vita.<br />
La vita è una chiamata. Se comprendiamo così la nostra esistenza, allora non ci limitiamo a<br />
comportamenti formalmente corretti, non ci frammentiamo a giudicare con superficialità coloro che<br />
questo comportamento corretto non l’avessero, ma cerchiamo davvero di interrogarci per interrogare<br />
il Signore su dove la nostra vita deve cambiare, se noi abbiamo tradito quell’a-more che ci ha<br />
chiamato ad esistere, quel Dio che è creatore perché redentore immolato per noi.<br />
Oggi siamo invitati a pregare per il Sinodo dei vescovi, che inizia i suoi lavori sul tema del<br />
ministero del prete. La nostra Diocesi celebra oggi la cosiddetta Giornata per il Seminario.<br />
Ha senso pregare per i preti? Ha senso pregare per l’istituzione clericale dei preti? Ha senso<br />
interrogarci sulle vocazioni del clero? Certamente si, se questo vuol dire riscoprire che si è Chiesa,<br />
se si è capaci di comunione con Dio. Se si è in comunione con Dio, certamente ogni vocazione è<br />
vissuta in modo retto, certamente all’interno del corpo della Chiesa si scoprono coloro che sono<br />
chiamati a missioni specifiche, come quelle legate al sacramento dell’Ordine. Se noi, invece,<br />
viviamo la vita legati soltanto ai rapporti futili. non possiamo pretendere di essere capaci di pregare,<br />
non possiamo pretendere di essere quel corpo di Cristo che genera al suo interno, per grazia dello<br />
Spirito, autentiche vocazioni, autentici ministeri.<br />
Per scendere al concreto, chiediamoci se abbiamo la vocazione ad essere genitori. Se mio<br />
figlio si sentisse chiamato al ministero sacerdotale, io come reagirei? Starei nel timore di una fede<br />
che diventa ringraziamento, o rimarrei smarrito di fronte a proposte che capovolgono i miei<br />
programmi? Quali sono i valori che noi presentiamo a coloro che crescono? Spesso si sentono dei<br />
genitori affermare: “Io non ho mai fatto mancare nulla ai miei figli”. Questo cosa significa? Che si è<br />
data immediatamente la possibilità di comprare l’ultimo modello di motocicletta? Che ci si è<br />
preoccupati che fossero abilissimi in materia di computer? Che si sono fatti sacrifici perché<br />
potessero andare all’estero ad apprendere facilmente e più velocemente le lingue straniere? Noi<br />
potremmo dare ai ragazzi tutto, ma se non dessimo loro la testimonianza di un sacrificio preciso<br />
della vita, se non meritassimo di diventare capaci di giudicare la vita in coerenza con valori<br />
indistruttibili ed eterni, se noi continuassimo a dare tutto ciò che di fatto vi è di prezioso ma<br />
caduco, allora noi dobbiamo riconoscere che abbiamo tradito l’amore di Dio. Dobbiamo pentirci<br />
perché abbiamo reso i nostri ragazzi persone capaci di desiderare, senza però capire il nocciolo<br />
profondo del desiderio dell’animo umano, e senza trasformare il desiderio in valore di<br />
comunicazione, in missione.<br />
La vita è meravigliosamente belle se è scoperta come vocazione. Se noi abbiamo paura che