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LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi

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smentisce chiaramente che il cristianesimo è fraternità, è universalità, è primato della carità.<br />

Troveranno un'Europa, se non ci convertiamo profondamente, che si arrabatterà su posizioni di<br />

difesa e che, magari, si sentirà tranquilla, pensando che il cristianesimo stesso autorizza alla difesa<br />

di fronte alle novità storiche determinate da autentiche migrazioni di uomini.<br />

Il tema di questa Giornata della Solidarietà non può lasciarci tranquilli, perchè ormai stiamo<br />

entrando direttamente in contatto con qualche cosa di veramente impegnativo, ma anche di<br />

pienamente provvidenziale. Se siamo figli di Dio, non ha senso, a rifletterci bene, che ci siano zone<br />

della terra per quelli di un colore e zone della terra per quelli di un altro. Se il cristiano deve amare<br />

gli uomini come li ama Cristo, allora queste immigrazioni, che comporteranno cambiamenti sociali,<br />

sono un segno dei tempi per far scoprire la vocazione del cristiano ad andare al di là di qualsiasi<br />

barriera, di qualsiasi timore egoistico.<br />

Ce la faremo? Se ci pensiamo al modo col quale abbiamo reagito all'immigrazione dal sud,<br />

sono tanti i timori che ci devono assalire. Come ci stiamo comportando di fronte ai meridionali? Ci<br />

siamo comportati spesso, se non sempre, come iperacuti nel vedere i loro difetti e come iperpigri<br />

nell'accoglierli quali interlocutori di una ricerca umana, di una ricerca sociale, di uno scambio di<br />

ideali concreti. Se abbiamo queste difficoltà ad accogliere chi viene dalla Sicilia, quale disponibilità<br />

avremo ad accogliere chi viene dal Burundi? Purtroppo, lo vediamo bene, salvo anche qui qualche<br />

eccezione significativa, non è che i fratelli venuti dal sud sono molto attivi, molto presenti nelle<br />

nostre comunità cristiane. Solo per colpa loro? Soltanto una certezza farisaica permetterebbe di dire<br />

di sì. Noi per primi siamo portati, mi pare, ad impigrirci, a sentirci a posto con la coscienza perchè,<br />

tutto sommato, siamo sempre stati dei galantuomini, per di più credenti e praticanti. Poi la storia, - e<br />

se non siamo atei, non dobbiamo dire soltanto la storia, bensì qualcun Altro – ci mette di fronte a<br />

realtà veramente importanti, veramente serie.<br />

Che cosa faremo? E' molto semplice: se sapremo comprendere che cosa significhi che Gesù<br />

è l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, faremo qualche cosa di meraviglioso, sarà un<br />

nuova Pentecoste; anche in Italia, anche in Europa si verificherà quello che si verificò nella Chiesa<br />

di Gerusalemme, secondo gli Atti degli Apostoli. Se, però, dire che Gesù è l'Agnello di Dio, è per<br />

noi soltanto una frase ripetuta a memoria, è certo che assisteremo ad un cristianesimo composto da<br />

mere frasi storiche da catalogare con e come le altre.

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