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LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi

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VI a DOMENICA “PER ANNUM”<br />

Ai suoi seguaci il Redentore addita scelte morali non collimabili con la sapienza del mondo.<br />

Sir 15,16<br />

1 Cor 2,6-10 11 febbraio 1990<br />

Mt 5,17-37 basilica di San Giovanni Battista<br />

La prima lettura ci ha dichiarato che nelle nostre mani sta la possibilità enorme e sconfinata<br />

della scelta. C'è una tendenza moderna che parte da un ripiego oggettivo: lo vogliamo o no, noi<br />

siamo condizionati da tutti gli elementi filtrati che costituiscono la nostra vita - caratteristiche di<br />

temperamento e note costitutive dell'ambente familiare e sociale -, elementi dei quali non siamo<br />

responsabili direttamente o personalmente, essendo essi la conseguenza di un dato momento storico,<br />

di una certa situazione sociale.<br />

Ebbene, la parola di Dio ci ricorda che – facciamo pure tutti i rilievi sociali che vogliamo –<br />

ciascuno di noi, se è lucido interiormente, ha un suo spazio decisivo di scelta. Tocca a noi scegliere,<br />

a noi decidere quale orientamento prendere; nessuno di noi è condannato a fare il male, nessuno<br />

deve considerarsi un robot fatto funzionare da altri. Certamente si rischia: noi non siamo delle<br />

macchine, siamo sempre delle persone, siamo sempre intelligenza e libertà. Dobbiamo ricordarci<br />

questo per noi stessi, dobbiamo ricordarcelo per qualsiasi impegno interiore, per qualsiasi proposta<br />

da farci gli uni gli altri.<br />

Abbiamo davanti, per usare l'espressione del Siracide, l'acqua ed il fuoco (Sir 15, 16); tocca<br />

a noi decidere dove stendere la mano. Il vangelo, partendo proprio dalla consapevolezza che siamo<br />

persone responsabili e libere, apre spazi immensi per le nostre decisioni morali. Non soltanto<br />

dobbiamo scegliere direttamente tra ciò che è morale e ciò che non lo è, ma siamo chiamati a<br />

giungere in pienezza a quanto è più autentico, più bello, più vero, più puro, più coerente. Il brano<br />

del Discorso della Montagna ci fa vedere quali sono gli spazi elle nostre decisioni. Non solo<br />

dobbiamo scegliere tra la vita e la morte degli altri, ma dobbiamo scegliere la correttezza competa e<br />

senza riserve, il rispetto pieno che arriva alle delicatezze profonde, agli eroismi. Non solo dobbiamo<br />

scegliere se andare o non andare dal Signore, ma possiamo scegliere di andare nel nome del Signore<br />

con tutte le attenzioni di vero conforto verso coloro che il Signore ama, vale a dire verso tutti. non<br />

soltanto dobbiamo desiderare di essere forti, costruttivi, completi, ma possiamo giungere all'eroismo<br />

di chi sa sacrificarsi per cogliere quanto vi è di più costruttivo, non nella prospettiva egocentrica, ma<br />

in una prospettiva che tenga conto degli altri. Non si tratta soltanto di essere secondo la legge,<br />

secondo l'aspetto esteriore operativo; si tratta di avere un'intima coerenza, un'intima fedeltà alle<br />

proprie intenzioni, nel silenzio così eloquente dei propri pensieri e delle proprie emozioni.<br />

La nostra scelta, una scelta che non deve temere prezzi, deve ispirarsi ad una classifica di<br />

valori che rifletta i valori del Regno di Dio. Possiamo scegliere di essere veramente trasparenti nel<br />

nostro comportamento e nel nostro linguaggio; non è vero che siamo costretti a mentire, a fingere.<br />

Possiamo scegliere di essere nella verità, nella linearità più bella, più completa, più autentica.<br />

Ecco, fratelli e sorelle, che cosa ci dice la parola di Dio: non è vero che non siamo liberi; non<br />

è vero che dobbiamo fare tutto quello che gli altri fanno; non è vero che non possiamo fare<br />

altrimenti da quello che finora abbiamo potuto fare, altrimenti da quello che la stragrande<br />

maggioranza fa o compie. La parola di Dio ci ricorda che siamo figli di Dio e che, quindi, possiamo<br />

e dobbiamo personalmente decidere, in qualche caso rifiutare. Possiamo essere anche noi come il<br />

nostro santo patrono di Busto, Giovanni Battista: non canne che si lasciano agitare dal vento (Mt<br />

11,7), ma persone che scelgono il loro Dio con quanto ne consegue.<br />

Di fronte a dichiarazioni così grandi, così splendide in teoria, potrebbe nascere lo<br />

scoraggiamento e più di uno potrebbe chiedersi: “Questo discorso per chi è? Ma se è risaputo che<br />

siamo tutti condizionati; ma se è evidente che basta un gioco pubblicitario per spostare milioni di<br />

persone; ma se guardo il mio dirimpettaio di condominio per capire quello che devo fare io; ma se<br />

in ogni occasione dico quello che intuisco essere più opportuno; se la mia vita è, più o meno

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