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LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi

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mio fratello non sarebbe morto!” (Gv 11,21). In realtà, il Signore è sempre lì dov’è l’uomo, il suo<br />

disegno, però, non è a proporzione della psicologia e della sensibilità dell’uomo, ma a pro-porzione<br />

della salvezza. In questa Pasqua cerchiamo di convertirci al passaggio indispensabile. Non<br />

continuiamo ad immaginarci un Dio a nostra immagine, non auguriamoci un Dio secondo il nostro<br />

passo, ma capiamo che noi dobbiamo diventare a immagine di Dio e noi, grazie a quel Dio-Cristo<br />

che piange e muore per noi, possiamo assumere il passo stesso di Dio. Come è bello celebrare la<br />

Quaresima, se ci convertiamo così al Signore! Facciamogli pure vedere come sia-mo; non abbiamo<br />

timore se, a nostro giudizio, siamo di fronte all’irrimediabile. Marta dice: “Signore, già manda<br />

cattivo odore, perché è di quattro giorni” (Gv 11,39), che equivarrebbe a dire: “Ormai non c’è nulla<br />

da fare”. Ma noi non siamo creati per dire questo, bensì per sempre meglio renderci conto di essere<br />

chiamati a vedere la gloria di Dio (Gv 11,40). Il Padre ha mandato Gesù e Gesù ci raggiunge.<br />

Ciascuno di noi sappia che, se anche fosse legato come Lazzaro, può essere raggiunto da quella<br />

parola che sempre rigenera, libera, crea.<br />

Fratelli, Gesù ha una grande voglia di dire a ciascuno di noi: “Scioglietelo e lasciatelo<br />

andare!” (Gv 11, 44). Andiamo per gli itinerari della misericordia di Dio! Il Signore è buono, il<br />

Signore ci ama tutti fino a scoppiare in pianto per noi, fino a donarci la comunione con Lui, con il<br />

suo sangue versato per noi. Perché fermarci impauriti davanti agli ostacoli? La morte non può<br />

separarci dal rapporto con Dio. La morte non esiste più, è Pasqua. Il peccato esiste ancora, ma Gesù<br />

è sempre presente con la sua misericordia, grande e ricca come la sua grazia. Così possiamo capire<br />

di vivere da salvati, di andare testimoni della salvezza.

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